28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Red Ronnie denunciato per diffamazione

Vaccini, Red Ronnie a giudizio: ha diffamato Burioni su Facebook?

Il conduttore televisivo Red Ronnie è stato denunciato dal medico Roberto Burioni per una diatriba sui vaccini. I dettagli della vicenda

Il filo che divide la propria opinione dalla diffamazione è estremamente sottile. Quando si parla in pubblico o si scrive potenzialmente davanti a milioni di persone bisogna soppesare ogni più piccola parola. Ne basta una sbagliata per fare infuriare qualcuno, il quale - a volte per ragione, altre per eccessiva permalosità – potrebbe anche presentare una querela. Ed è proprio ciò che è accaduto a Red Ronnie, accusato di diffamazione dal famoso medico – esperto in vaccino – Roberto Burioni.

Malato di protagonismo?
Gabriele Ansaloni, alias Red Ronnie, è un critico musicale e un conduttore televisivo che tutti noi conosciamo da moltissimi anni. Tuttavia, pare che un paio di anni fa, abbia espresso una sua opinione contro il professore ordinario di Microbiologia e Virologia del San Raffaele di Milano, Roberto Burioni. In quel frangente Burioni era un accanito contestatore della campagna anti-vaccino. E in risposta a tante affermazioni, Red Ronni lo avrebbe etichettato come un malato di protagonismo.

E’ accaduto tutto su Facebook
Nonostante abbiamo tutti l’abitudine di vedere Red Ronnie in televisione, quando ha commesso il fattaccio si trovava sul social network più famoso al mondo: Facebook. Era il 15 maggio del 2016, quando a seguito di un dibattito nella trasmissione Virus, il conduttore televisivo pubblicò nella sua pagina Facebook alcune opinioni non proprio gradite da Burioni che in quel frangente fu accusato di mania di protagonismo e di «essere legato a interessi economici».

La denuncia
Pare che lo stesso Burioni, in quell’occasione avesse minacciato di denunciare Red Ronnie e infatti oggi, la procura di Bologna ha citato in giudizio Red Ronnie con l’accusa di diffamazione. Il conduttore televisivo asseriva di non basarsi su mere credenze scientifiche ma di fatti: «ci sono tanti genitori che hanno subito danni da vaccini che mi scrivono ringraziandomi. Tutti mi parlano di fatti». Ronnie aveva anche asserito di aver ricevuto una email prontamente postata su Facebook. Questa «riguarda quel medico che sta facendo tanto rumore sui media, alla ricerca di un protagonismo che, quanto si legge nella mail, è legato anche a interessi economici».

Giornalismo o diffamazione?
Non è sempre facile esporre i fatti così come sono, anche in qualità di giornalista. Persino in questo caso la linea che divide il diritto di cronaca con la diffamazione è estremamente sottile se non addirittura inesistente. Non a caso l’avvocato Guido Magnisi difende Red Ronnie citando «il pieno diritto di cronaca nel dare spazio a un papà che esprimeva una critica». Molti sappiamo, infatti, che Buroni è spesso nel mirino dei no-vax (e non solo) a causa del suo parere nei confronti dei vaccini, della sua posizione o dei suoi libri rivolti alle persone che ritiene palesemente ignoranti: la congiura dei somari potrebbe essere un esempio. Ma critiche di questo genere, probabilmente, rientrano nella normalità quando si parla di persone che hanno una certa fama.

Il problema non sono i vaccini
Red Ronnie, tra le altre cose, chiarisce subito che non ha niente contro i vaccini – a differenza di quanto si potrebbe credere. «Voglio chiarire che, in questo caso, il problema non sono i vaccini sì o no o se la medicina debba essere democratica o meno. Certamente democratica deve essere, in particolare per un giornalista professionista, la libertà di espressione, il diritto di critica e, come in questo caso, il diritto di cronaca su critiche altrui», ha concluso il suo l'avvocato. Insomma, per il conduttore televisivo il problema non è la medicina o i vaccini, piuttosto la libertà di espressione e di scelta. C’è chi ritiene che se esiste davvero, probabilmente, Red Ronnie vincerà la sua causa. Ma c’è che chi ritiene esattamente l’opposto: Red Ronnie avrebbe potuto dire le stesse cose senza utilizzare termini diffamatori. Solo il tempo ci dirà chi ha davvero ragione.