19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
La Questione Pfas e Pfoa

Plasmaferesi potenzialmente dannosa, Lorenzin: il Veneto chiarisca

Secondo il ministro Beatrice Lorenzin, la 'Terapia è fortemente invasiva, e non risulta funzioni per Pfas-Pfoa'. La Regione: ISS e Ministero erano informati

Veleni nell'ambiente
Veleni nell'ambiente Foto: Shutterstock

ROMA - Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenendo al question time di ieri alla Camera ha dichiarato che «Il Ministero della Salute e l'Istituto Superiore di Sanità non sono mai stati formalmente interessati dalla Regione Veneto sull'utilizzo della plasmaferesi», la terapia che consiste nella separazione della componente liquida del sangue dalla componente cellulare per rimuovere dal sangue agenti inquinanti chimici come Pfas e Pfoa. «In considerazione del fatto che la plasmaferesi è una terapia fortemente invasiva, la Regione Veneto prima di sottoporre le persone a tale trattamento avrebbe dovuto procedere ad una preventiva sperimentazione, in particolare nei confronti di bambini e adolescenti, particolarmente esposti a possibili conseguenze dannose per la salute».

Non ci sono prove scientifiche che funzioni
Il ministro Lorenzin, nel suo intervento, ha ricordato che «non risultano evidenze scientifiche né specifiche raccomandazioni sulla possibilità di rimuovere il Pfas o il Pfoa attraverso l'uso della plasmaferesi. Anzi, le più recenti linee guida in materia non includono quei contaminanti tra gli agenti inquinanti che possono essere rimossi con tale tecnica. Il ricorso alla plasmaferesi è infatti fortemente sconsigliato proprio in quelle condizioni particolari e rare, ed è questo il caso dell'inquinamento da Pfas e Pfoa, presente nella sola regione Veneto, in cui si registra una specifica tipologia di inquinamento ambientale».

Fornire più informazioni
«Ho già chiesto alla Regione Veneto maggiori e più dettagliate informazioni in merito, al fine di poter valutare l'adozione di un'iniziativa volta a tutelare la salute dei cittadini veneti», ha concluso la Lorenzin.

Informati da luglio?
«La possibilità di utilizzare la plasmaferesi per la disintossicazione del sangue dalla presenza di Pfas, offrendo tale terapia ai cittadini, è stata comunicata preventivamente al Ministero della Salute con lettera a firma del Direttore Generale Domenico Mantoan in data 4 luglio 2017, con allegate le delibere nr.851/2017 e 854/2017. Nessuno, fino a oggi, ha segnalato alcuna controindicazione né la necessità di una sperimentazione preventiva». Lo precisa in una nota la Direzione Regionale Sanità della Regione Veneto in relazione alle dichiarazioni nel question time di oggi del ministro della Salute Beatrice Lorenzin sulla procedura di plasmaferesi offerta in Veneto nell'ambito delle iniziative assunte per la tutela della salute delle persone coinvolte nell'inquinamento da Pfas.

Una procedura avallata dagli esperti
«La procedura – prosegue nella nota la Direzione Sanità – è stata avallata dagli esperti della sanità regionale con valutazioni favorevoli e scientificamente documentate, pressoché opposte rispetto a quelle esternate oggi dal Ministro, nonché autorizzata dal Comitato Etico Regionale del Veneto. La plasmaferesi offerta ai cittadini con i maggiori tassi di inquinamento del sangue è già stata eseguita su 106 pazienti adulti (nessun bambino o adolescente) che l'hanno richiesta, con ottimi esiti di diminuzione della presenza di Pfas e senza che si sia verificato alcun effetto collaterale. Sarà nostra cura inviare al Ministro ampia e rigorosa documentazione scientifica su questo dato di fatto».

Un'attività indicata nella delibera regionale
«L'attività a cui fa riferimento il Ministro – si legge ancora nella nota della Regione Veneto – è stata indicata espressamente nella delibera regionale del mese di giugno sulle attività da mettere in essere rispetto al grave problema ambientale e di salute, ed è iniziata a settembre, dopo averne dato comunicazione a Ministero e Istituto Superiore di Sanità. Sorge spontaneo chiedersi cosa sia cambiato da allora ad oggi e come mai, trattandosi di un rischio come quello ipotizzato oggi dal Ministro, non ci sia stata data di questo tempestiva comunicazione e si sia atteso un question time il 13 dicembre per lanciare un siffatto allarme».

In attesa della documentazione
«Si rimane di conseguenza in attesa di ricevere con urgenza dal Ministero la documentazione scientifica sulla quale il Ministro si è basata per le sue dichiarazioni e nuove, puntuali indicazioni sulle terapie alternative eventualmente da mettere in atto per la salvaguardia della salute dei cittadini. Si ricorda che la plasmaferesi era inserita nelle motivazioni con le quali è stato chiesto un finanziamento al Ministero della Salute che, a seguito della richiesta, ha messo a disposizione la somma di due milioni di euro», conclude la Direzione Sanità del Veneto.