17 luglio 2025
Aggiornato 04:30
Vizio del fumo e genetica

Riuscire a smettere di fumare è solo una questione di geni. Ecco il test della dipendenza

Un studio dell'Istituto Tumori di Milano, pubblicato su Scientific Reports, mostra quali siano le caratteristiche genetiche che a livello individuale influenzano il rischio di diventare dipendente dal fumo di sigaretta e la difficoltà a smettere di fumare

Smettere di fumare può essere difficile
Smettere di fumare può essere difficile Foto: Shutterstock

MILANO – Anche dietro al vizio del fumo, la sua predisposizione o la difficoltà a smettere pare ci sia la genetica. Questo, almeno, quanto affermato in uno studio condotto dai ricercatori dell'Unità di Epidemiologia Genetica e Farmacogenomica, della Pneumologia e della Chirurgia Toracica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, ha individuato – tramite un semplice prelievo del sangue – le caratteristiche genetiche che a livello individuale influenzano il rischio di diventare dipendente dal fumo di sigaretta e la difficoltà a smettere di fumare, anche con l'aiuto di una terapia farmacologica.

Dietro alle variazioni del Dna
In questo studio, i ricercatori spiegano che alcuni polimorfismi genetici, ossia variazioni nel DNA specifiche per ciascun individuo (localizzati nei geni che codificano per i recettori nicotinici) sono risultati associati con il rischio di diventare dipendenti dalla nicotina. In particolare, uno di questi polimorfismi, localizzato nel gene CHRNA5, è risultato essere associato anche con un'aumentata difficoltà a smettere di fumare in pazienti che hanno assunto degli specifici trattamenti farmacologici antifumo e hanno ricevuto un apposito supporto psicologico. I risultati dello studio hanno anche confermato che smettere di fumare e soprattutto non riprendere non è facile. Infatti, benché poco dopo l'inizio della terapia antifumo oltre il 70% dei soggetti sia riuscito a smettere di fumare, a un anno dall'inizio del trattamento, molti soggetti sono ricaduti nella loro dipendenza dal fumo e solo il 47% dei soggetti ha smesso definitivamente.

Individuare un profilo genetico individuale
«Questi risultati – spiega la dott.ssa Francesca Colombo, ricercatrice dell'Unità di Epidemiologia Genetica e Farmacogenomica e coordinatrice dello studio – rappresentano il primo passo verso l'individuazione di un profilo genetico individuale, sulla base del quale si potrà definire un percorso terapeutico di disassuefazione dal fumo il più personalizzato possibile».

Ne beneficeranno più pazienti
«In questo modo – conclude Roberto Boffi, Responsabile della Pneumologia e del Centro Antifumo dell'Istituto Nazionale dei Tumori – si potrà sicuramente aumentare il numero di pazienti che beneficeranno delle varie terapie antifumo disponibili, diagnosticando al meglio la tipologia di fumatore che si rivolgerà a noi, così da aiutarlo concretamente nel suo tentativo di cessazione e riuscire a ridurre al contempo l'incidenza delle malattie fumo-correlate».