29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Batteri e insetti

Le mosche sono un veicolo di batteri pericolosi per l'uomo: ne ospitano oltre 600

Gli scienziati statunitensi hanno scoperto che le comuni mosche portano più malattie di quanto si pensasse. Le mosche 'domestiche' sono un serbatoio di batteri, anche patogeni. Ne ospitano oltre 600, pericolosi per l'uomo

Mosche, un serbatoio di batteri
Mosche, un serbatoio di batteri Foto: Shutterstock

STATI UNITI – Le mosche l'insetto più comune che troviamo nell'ambiente, e spesso anche in casa. Però, questo insetto all'apparenza innocuo, nasconde un segreto: è un vero e proprio serbatoio di #batteri. Gli scienziati della Penn State University hanno infatti scoperto che la mosca ospita più di 600 diversi tipi di batteri, e molti di questi sono collegati alle infezioni umane, compresi quelli che provocano malattie dell'apparato gastrico, come l'Helicobacter pylori che è causa di ulcere, e ancora polmonite, avvelenamento del sangue e così vira. Le mosche trasportano batteri che si trovano sia sulle zampe che sulle ali e in genere li rilasciano laddove si posano: che sia una superficie, la pelle dell'uomo, i cibi.

Si sapeva che le mosche sono 'sporche', ma non così tanto
Quasi tutti hanno l'idea che la mosca sia 'sporca' e possa trasportate batteri o altri agenti patogeni, ma fino a oggi non se ne aveva la misura e non si aveva chiara la reale pericolosità della situazione dovuta al meccanismo con cui per esempio i cibi vengono infettati. Ora, grazie allo studio sul Dna compiuto dai ricercatori statunitensi, guidati dal prof. Donald Bryant, si è scoperto che sono molti di più i batteri che le mosche trasportano, e anche la misura con cui li rilasciano nell'ambiente è maggiore di quello che si credeva – diventando dunque un reale pericolo per l'uomo. Le comuni mosche domestiche sono risultate altresì portatrici di batteri come salmonella, Escherichia coli.

Le mosche vanno dappertutto
Per comprendere come e quanti batteri vivano e siano traportati dalle mosche, gli scienziati hanno utilizzato delle tecniche di sequenziamento del DNA della mosca domestica (Musca domestica) e del moscone (Chrysomya megacephala). L'analisi ha permesso di scoprire che la mosca domestica, che è diffusa in grandi numeri in tutto il mondo, ospita in media 351 tipi di batteri. La mosca 'verde', che è maggiormente comune nei climi più caldi, trasporta in media 316 tipi di batteri. Un gran numero di questi batteri era trasportato da entrambi i tipi di mosca. Il prof. Bryant e colleghi hanno spiegato che gli insetti raccolgono i batteri dalle feci e dalle sostanze organiche in decomposizione che poi di norma utilizzano per nutrire i piccoli. Le mosche domestiche sono ben conosciute per le loro scarse abitudini igieniche: si posano sui i rifiuti della spazzatura e si nutrono di ogni sorta di cibo in decomposizione, cadaveri di animali e materia fecale. Per questo sono sospettate di trasportare una serie di malattie umane, animali e vegetali. Quelle 'verdi' sono una delle mosche più comuni trovate intorno agli animali morti. Sono comuni nelle aree urbane e si trovano spesso vicino a impianti di lavorazione della carne, discariche e macelli.

Non sottovalutare cosa può portare una mosca
Il problema, secondo i ricercatori, è che le mosche sono talmente diffuse e conosciute che le autorità sanitarie potrebbero sottovalutare la loro pericolosità e influenza quali fonti di epidemie e malattie infettive. «Riteniamo che questo possa mostrare un meccanismo per la trasmissione dei patogeni che è stato trascurato dai funzionari della sanità pubblica – sottolinea il prof. Bryant – e le mosche possono contribuire alla rapida trasmissione di agenti patogeni in situazioni di epidemia».

Droni bionici
Secondo il prof. Bryant il mangiare all'aperto, come per esempio durante un pic-nic, quando il cibo è più esposto alle mosche, dopo aver saputo dei risultati di questo studio, potremmo pensarci due volte prima di mangiarci «quell'insalata di patate». Nonostante ciò, anche le mosche potrebbero risultaci utili: per esempio, potrebbero essere utilizzate quali sistema di allarme per determinati ambienti, in cui poter isolare i diversi tipi di materiale biotico con cui la mosca entra in contatto. In questo caso, spiegano i ricercatori, si potrebbe rilasciare l’insetto in piccoli spazi, come anche fessure, come se fossero dei droni viventi autonomi. Poi, una volta recuperato l'insetto sarà possibile analizzare il materiale che, rimasto intrappolato nelle sue zampe e nelle sue ali, ha raccolto e portato con sé. «In effetti, le mosche potrebbero essere intenzionalmente rilasciate come droni bionici autonomi anche negli spazi più piccoli e nelle fenditure e, una volta ricatturate, informare di qualsiasi materiale biotico con cui sono venute in contatto», ha affermato Stephan Schuster, direttore della ricerca presso la Nanyang Technological University di Singapore.
I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Report.