Ecco l'iniezione che combatte l'emicrania. Cosa sono gli anticorpi monoclonali e come funzionano
Ci sono alcuni tipi di anticorpi monoclonali che possono combattere l'emicrania e il mal di testa. Scopri cosa sono e come funzionano gli anticorpi monoclonali che possono dare sollievo da questo invalidante disturbo
NAPOLI - Grazie agli anticorpi monoclonali e ai ricercatori italiani della Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, forse un giorno il mal di testa sarà solo più un ricordo. Grazie a una nuova scoperta, recentemente presentata presso la Società italiana di Neurologia di Napoli, alcuni tipi di anticorpi monoclonali potrebbero finalmente evitare episodi dolorosi nei soggetti affetti da emicrania e cefalea. Ecco come una semplice iniezione cambierà la vita dei 250mila italiani che ogni mese convivono con il dolore, e che spesso non riescono a condurre una vita serena.
Diretti contro una molecola
Il nuovo farmaco è già arrivato alla fase III, ovvero si cominciano a prendere in considerazione gli effetti del medicinale su migliaia di persone testandone efficacia, sintomi, sopravvivenza e confronti con placebo. Ma già gli studi preliminari sembrano aver ottenuto risultati positivi nel 70% dei casi. Il medicinale è interamente realizzato con anticorpi monoclonali in grado di agire contro la molecola Cgrp. Una particolare sostanza che si accumula durante le fasi dolorose dei pazienti affetti da emicrania. I test della terza fase verranno condotti dall'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
Risultati positivi
«I risultati finora sono emersi dai test su centinaia di pazienti-ora proveremo su migliaia di persone e confronteremo i risultati con l'effetto placebo. Poi il farmaco andrà all'agenzia regolatoria per l'immissione in commercio. La fase conclusiva durerà circa un anno: proveremo gli anticorpi monoclonali contro il Cgrp, aggredendolo in due modi, contro il recettore della molecola o contro la molecola stessa, impedendogli di attaccarsi al recettore», ha dichiarato all'ANSA Gioacchino Tedeschi, direttore del centro Cefalee dell'ateneo e presidente eletto della Società di Neurologia.
Basta una volta al mese
Il farmaco verrà somministrato attraverso una semplice iniezione da ripetersi una volta al mese. Dai risultati è emerso che in seguito a tale somministrazione, le crisi vengono ridotte del 70% sia in termini di frequenza che intensità. «Parliamo di pazienti – continua Tedeschi - che per 15 giorni al mese non possono andare a lavorare. Se la sperimentazione andrà bene avranno una terapia con una iniezione sottocute al mese per un anno, poi si calibrerà il resto della terapia studiando gli effetti. In questo momento sono allo studio quattro diversi anticorpi monoclonali, 3 di questi sono in sperimentazione presso il nostro Centro con risultati ottimi: uno di questi anticorpi riduce in media del 70 % la frequenza e l'intensità degli attacchi di emicrania cronica con una sola iniezione sottocute ogni mese».
Gli anticorpi monoclonali che funzionano
Uno degli anticorpi che ha prodotto maggiori risultati è quello denominato Erenumab. Probabilmente presto sarà commercializzato perché è già stata richiesta l’autorizzazione presso la European Medicines Agency. Anche con gli altri due (Eptinezumab e Fremanezumab) sono stati ottenuti ottimi risultati in termini di efficacia, possono essere somministrati sia sottocute che per via endovenosa. E i dati in possesso fanno ben sperare tutte le persone che ogni mese devono convivere con episodi dolorosi. Ma non solo: c’è chi ha potuto dire per sempre addio al mal di testa. «Nella nostra casistica ci sono perfino pazienti che hanno di fatto risolto il mal di testa liberandosi dalle crisi», conclude Tedeschi.
Cosa sono gli anticorpi monoclonali
Gli anticorpi monoclonali (mAb) sono un gruppo di anticorpi prodotti da linee cellulari provenienti da un determinato tipo di cellule immunitarie. Vengono prodotti in base a un antigene specifico, facendo sì che possano legarsi su particolari cellule bersaglio. In questo modo il sistema immunitario del paziente viene risvegliato in modo da essere in grado di aggredire direttamente le cellule coinvolte nella malattia. Gli anticorpi monoclonali sono utilizzati in larga misura sia nella cura dei tumori – in monoterapia o abbinato a chemioterapia – che in patologie di diverso tipo come l’artrite reumatoide e la sclerosi multipla. La tecnica per produrre i primi anticorpi monoclonali fu ideata nel lontano 1975 e nel 1980 il primo ad essere trattato fu un paziente affetto da linfoma. Quattro anni dopo viene creato il Muromomab da alcuni scienziati che hanno dato vita al primo anticorpo monoclonale chimerico topo/uomo. Nel 1992 viene approvato il primo anticorpo monoclonale per il trattamento del cancro dell'ovaio. Tre anni dopo in Germania arriva l'Edrecolomab in grado di curare il tumore al colon. Oggi gli anticorpi monoclonali sono moltissimi.
Cos’è il CGRP e perché è coinvolto nell’emicrania
Il CGRP è un neuropeptide formato 37 aminoacidi che si trova praticamente in tutti i sistemi nervosi centrali e periferici. Lo si trova nei neuroni sensoriali, inclusi i gangli trigeminali e le terminazioni nervose nonché i gangli dorsali. Il motivo per cui è associato al dolore è molto semplice: è localizzato nelle fibre C amieliniche e nelle piccole fibre mieliniche direttamente coinvolte nella trasmissione del dolore. «Oltre ad essere un potente vasodilatatore, le prove suggeriscono che la CGRP svolge un ruolo importante nella patofisiologia dell'emicrania. I livelli di CGRP del siero sono elevati nei pazienti affetti da emicrania cronica e, in misura minore, in quelli che presentano emicrania episodica. Infine, l'infusione endovenosa di CGRP innesca attacchi in emicrania che sono indistinguibili da attacchi spontanei», spiegano i ricercatori.
Gli altri anticorpi monoclonali che combattono il mal di testa
Tra gli anticorpi monoclonali studiati negli ultimi anni ricordiamo:
Galcanezumab: Uno dei più importanti studi ha randomizzato i pazienti affetti da emicrania episodica (4 - 14 giorni di emicrania nel periodo di base di 4 settimane) somministrando 150 mg di galcanezumab per via sottocutanea. Se confrontato con il placebo, la variazione media dei giorni di cefalea emicranica è stata significativamente ridotta nel gruppo di galcanezumab.
Eptinezumab: il farmaco è stato testato nei pazienti con emicrania episodica (da 5 a 14 giorni di emicrania nei periodi di base di 4 settimane). Ai volontari è stata somministrata una singola dose di 1000 mg di medicinale per via endovenosa e confrontata con un gruppo placebo. Dai risultati è emerso che l'eptinezumab ha prodotto significativamente meno giorni di emicrania rispetto al placebo.
Fremanezumab: brevettatto da Teva Pharmaceuticals è stato testato sia nei soggetti affetti da alta frequenza di emicrania episodica o cronica. Al termine dello studio è stato possibile evidenziare una riduzione media minima media dei giorni di emicrania, significativamente maggiore rispetto al placebo dopo la somministrazione di 225 mg di fremanezumab.
Fonti scientifiche
[1] Curr Treat Options Neurol. 2017; 19(8): 27. Published online 2017 Jun 27. doi: 0.1007/s11940-017-0463-4 PMCID: PMC5486583 Anti-CGRP Monoclonal Antibodies: the Next Era of Migraine Prevention? Amy R. Tso, MD1,2 and Peter J. Goadsby, MD PhDcorresponding author1,2
[2] Edvinsson L, Ekman R, Jansen I, McCulloch J, Uddman R. Calcitonin gene-related peptide and cerebral blood vessels: distribution and vasomotor effects. J Cereb Blood Flow Metab. 1987;7:720–728. doi: 10.1038/jcbfm.1987.126.
[3] Bigal ME, Dodick DW, Krymchantowski AV, VanderPluym JH, Tepper SJ, Aycardi E, et al. TEV-48125 for the preventive treatment of chronic migraine—efficacy at early time points. Neurology (Minneap) 2016;87:41–48. doi: 10.1212/WNL.0000000000002801.
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