Fipronil, lo scandalo senza fine: migliaia di uova infette e 200mila abbattimenti di galline
Continuano senza sosta i sequestri di uova contaminate, migliaia le ultime. E dal Piemonte arriva la notizia che dovranno essere abbattute almeno 200mila galline. Il Fipronil non farebbe male assicurano, ma lo dicevano anche del DDT e dell’amianto

TORINO – E meno male che l’Italia era ‘indenne’ allo scandalo Fipronil. Per lo meno, così era stato assicurato all’inizio. E sebbene se ne parli meno, le contaminazioni da insetticida Fipronil di uova e derivati è più che mai attuale, e non bisogna pensare che tutto sia tornato a posto. Difatti le ultime comunicazioni del Ministero della Salute parlano di migliaia di uova al vaglio delle autorità sanitarie per contaminazione e dal Piemonte giunge la notizia di una annunciata strage di galline: saranno almeno 20mila quelle che pare dovranno essere abbattute, pari a circa 500 tonnellate di carne.
Dalla Calabria con insetticida
Migliaia di uova contaminate. Le ultime sarebbero state sequestrate presso l’azienda agricola ‘Tomaino Rosina’, la cui sede è in località San Nicola a Serrastretta, in provincia di Catanzaro. «Rischio grave per la salute dei consumatori per pericolo di tossicità acuta da Fipronil, con superamento della dose acuta di riferimento di 0.72 mg/kg», aveva avvertito il Ministero della Salute. Il lotto interessato è 3IT129CZ079; marchio di identificazione dello stabilimento: IT 079047. Le confezioni sono da 30 uova. Ecco così che, a dispetto delle dichiarazioni del ministro Beatrice Lorenzin ‘Quelle italiane sono sicure’, riferendosi alle uova, è chiaro che forse qualcosa è sfuggito ai responsabili della sanità.
Il Codacons ribadisce che Lorenzin si deve dimettere
Lo aveva già chiesto in precedenza, e ora dopo i nuovi casi della Calabria e della Sardegna, il Codacons, nella voce di Francesco Di Lieto vicepresidente nazionale, ribadisce che ritiene «doveroso, dopo il coinvolgimento anche di allevamenti calabresi, chiedere le immediate dimissioni del Ministro della Salute e inviamo tutti coloro che dovessero aver mangiato o acquistato uova contaminate a denunciare direttamente il Ministro per concorso nei reati di immissione in commercio di prodotti tossici e attentato alla salute pubblica. Attendiamo le dimissioni del Ministro, che anche in questa circostanza si è dimostrata del tutto inadeguata a rivestire un ruolo istituzionale così importante e delicato e sollecitiamo un controllo a tappeto sui prodotti derivati. Chiediamo – conclude il Codacons – campionamenti random di alimenti in commercio come carni di pollo e composti dalla trasformazione delle uova come maionese, prodotti da forno, pasta fresca all’uovo. Nel contempo pretendiamo di conoscere i nomi delle aziende coinvolte per la dovuta trasparenza».
Non abbassare la guardia e attenzione al parassita Dermanyssus gallinae
Le uova contaminate sono dunque ormai una triste realtà anche italiana. E i veterinari, così come anche allevatori ed esperti, avvertono che non bisogna abbassare la guardia. Lo hanno fatto durante il convegno organizzato da Msd Animali Health e dedicato alle infestazioni aviarie che si è svolto a Parma. Una delle minacce che più è diffusa negli allevamenti avicoli intensivi è un ecto-parassita chiamato Dermanyssus gallinae. Non è diffuso soltanto in Italia ma anche e soprattutto in Europa. Questo è uno dei motivi per cui in questi allevamenti si usano in dosi massicce gli insetticidi. Sostanze chimiche che poi, volenti o nolenti, ci ritroviamo nella carne e nelle uova. In Italia si stima che gli allevamenti avicoli siano infestati da questo acaro nl 75% dei casi, ma ci sono Paesi che stanno peggio, come Spagna, Belgio e Olanda dove l’infestazione può arrivare al 90%. Si parla di casi in cui le galline in una sola notte possono essere attaccate da 50 mila acari a notte.
«Il Dermanyssus causa molti fastidi alle ovaiole, che di conseguenza fanno uova di bassa qualità – spiega il prof. Antonio Camarda, del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari – Ma produce effetti negativi anche sull’uomo. Per gli operatori addetti al governo degli animali e per gli allevatori che con l’acaro vengono a contatto durante il lavoro in allevamento, la dermanyssosi è una vera e propria patologia professionale che si manifesta con una sindrome di tipo allergico e, nei casi gravi, addirittura con lesioni di tipo eczematoso».
Il ruolo del Fipronil
«In allevamento – sottolinea l’esperto – si utilizzano principalmente composti chimici di sintesi, ma è possibile anche ricorrere a sistemi di controllo biologico (polveri di silicio, olii di origine vegetale) o fisico (per esempio il calore) che però non sempre hanno risposto alle aspettative, a volte per la difficoltà nell’impiego; altre volte perché Dermanyssus ha sviluppato resistenze che riducono l’efficacia del trattamento». Ed è qui che entra in gioco il fipronil, che è di certo più potente. «Alcuni dei farmaci impiegati per il controllo delle infezioni da Dermanyssus non sono autorizzati per l’impiego nel pollame e il loro uso costituisce un grave pericolo per la salute degli animali ma anche per quella del consumatore – fa notare Camarda – Questi farmaci, infatti, vengo utilizzati senza controllo e spesso a dosi non corrette o con modalità errate che influenzano efficacia e pericolosità. È infatti documentata l’azione tossica e cancerogena sui tessuti di alcune molecole impiegate illegalmente per il controllo degli insetti infestanti negli allevamenti avicoli intensivi. Il controllo delle infestazioni da Dermanyssus gallinae – conclude Camarda – deve pertanto avvenire mediante un approccio integrato sotto il coordinamento di medici veterinari esperti del settore e deve prevedere esclusivamente l’impiego di farmaci registrati per l’uso in presenza di animali, che sono sicuri ed efficaci».
Le duecentomila galline condannate a morte
Mentre si parla di sequestri di uova e prodotti derivati, a qualcuno forse sarà sfuggita la notizia di una possibile strage di galline che dovrebbe avvenite in Piemonte, nella provincia ‘Granda’. Dopo la presenza dell’insetticida rilevata in almeno 5 allevamenti del Cuneese, Monregalese e Fossanese si è proceduto al sequestro di oltre 1 milione di uova. È stata anche predisposta la sospensione della produzione, dato che le galline contaminate pare siano oltre 200mila, che dovranno essere abbattute, con 500 tonnellate di carne che dovrà essere smaltita. L’uso del fipronil infatti non è indolore: se da un lato combatte la parassitosi, dall’altro attacca anche gli animali colpendo le ossa e le parti adipose. Da qui, la contaminazione viene trasmessa alle uova. Provate a immaginare di cosa si sta parlando: distruggere tutto quanto riguarda quell’allevamento. Ossia, macellare tutte le galline, smaltire le carcasse, eliminare tutte le deiezioni, disinfestare gli allevamenti e i locali adibiti a questo… un grande caos che ha un impatto economico da capogiro.
Un caso ‘inventato’
Nel frattempo c’è anche chi denuncia che il ‘caso’ fipronil sia stato inventato. Questo perché l’insetticida è utilizzato da molto tempo nei trattamenti contro pulci e parassiti degli animali domestici come cani e gatti. Questi animali vivono tranquillamente nelle nostre case, e li accarezziamo anche se hanno addosso questo insetticida. Eppure nessuno dice niente, commenta un allevatore, ricordando che l’OMS non lo ritiene pericoloso per l’uomo (per la verità anche il DDT e l’amianto si diceva non fossero pericolosi). Le dosi contenute nelle uova non farebbero dunque male, e per intossicarsi bisognerebbe mangiarne a chili – cosa che in genere non si fa. Ma forse non si tiene conto dell’effetto accumulo: un uovo oggi un uovo domani e così…
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