29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Vaccinazioni per essere ammessi a scuola

Vaccinazioni, immunologi: vaccinarsi non è una scelta, è un dovere sociale imprescindibile

La Rete degli Immunologi del Cnr (CIN) esprime in una nota la sua soddisfazione per la recente approvazione del decreto legge che rende obbligatorie una serie di vaccinazioni per poter accedere alle scuole

Vaccinazioni obbligatorie per accedere a scuola
Vaccinazioni obbligatorie per accedere a scuola Foto: Shutterstock

ROMA – Il decreto di obbligatorietà vaccinale per poter accedere alle scuole, di recente approvazione, ha ottenuto il plauso della Rete degli Immunologi del Cnr (CIN). In una nota pubblicata sul sito si apprende che secondo gli scienziati, infatti, «i vaccini sono fra i risultati più importanti per la salute dell’uomo raggiunti dalla scienza, e dall’immunologia e microbiologia in particolare, che hanno portato l’aspettativa di vita della popolazione da 40 a oltre 80 anni nel corso di poco più di un secolo». Questi traguardi hanno permesso di debellare molte malattie, si cui alcune devastanti e mortali. «Pochi fra gli adulti di oggi – prosegue la nota – ormai si ricordano delle devastazioni provocate da malattie come poliomielite, difterite o influenza. Questo è un bene, perché significa che malattie funeste e mortali fino a pochi decenni fa oggi sono talmente diminuite che di esse nemmeno ci si ricorda il nome. L’effetto collaterale tuttavia è che gran parte della popolazione ha perso la consapevolezza della pericolosità di queste malattie, tanto da convincersi che le vaccinazioni non siano una necessità, e che certe malattie, come il morbillo, non siano gravi e addirittura mortali». Non a caso stiamo assistendo, dall’inizio dell’anno, a una recrudescenza dei casi di morbillo in Italia.

Se tutti fossero vaccinati…
Gli esperti sono tutti concordi che se tutti, o almeno la gran parte dei cittadini fossero vaccinati si ridurrebbe drasticamente il rischio di infezioni ed epidemie. «La verità – sottolineano gli immunologi del Cnr – è che la copertura vaccinale va sempre tenuta altissima, in modo da proteggere non solo chi si vaccina ma anche coloro che non possono usufruire dei vaccini a causa di malattie, o in cui il sistema immunitario è indebolito, come gli anziani. Le malattie infettive non sono scomparse, con l’eccezione del vaiolo, e la globalizzazione e le migrazioni espongono la popolazione del nostro Paese a infezioni emergenti e riemergenti contro le quali dobbiamo poterci proteggere. Inoltre, la vasta diffusione di infezioni antibiotico-resistenti ci toglie l’importantissimo presidio del trattamento farmacologico e in questi casi le vaccinazioni sono l’unica possibilità di evitare le malattie».

Proteggere la salute pubblica
La protezione della salute pubblica passa per la maggioranza attraverso la prevenzione – che sia dalle malattie infettive che anche per le altre come il cancro o le malattie cardiovascolari, ai vertici della classifica per mortalità. Le vaccinazioni rientrano proprio nel concetto di prevenzione o profilassi che dir si voglia. «Le vaccinazioni – tengono a precisare gli esperti del Cnr – sono il presidio più efficace per proteggere la salute pubblica, oltre che in moltissimi casi l’unico, e ci consentono di evitare ai nostri figli e alle nostre famiglie di contrarre infezioni che possono provocare il cancro (virus del papilloma o HPV, virus dell’epatite) o portare a gravi debilitazioni o alla morte (Hemophilus influenzae, poliomielite, morbillo, meningite, rosolia durante lo sviluppo fetale)».

Un dovere sociale
Laddove si possa in qualche modo mettere in pericolo la salute e anche la vita altrui, diviene un dovere morale e sociale evitare in tutti i modi che ciò accada. Concetto ribadito ancora una volta dagli immunologi del Cnr: «Vaccinarsi non è una scelta, è un dovere sociale imprescindibile. Le strategie di politica sanitaria del nostro Paese, basate su evidenze scientifiche, sono fondamentali nel rafforzare nei singoli il senso di responsabilità per la tutela della propria salute e di quella dell’intera società. In questa prospettiva, nel caso del 'decreto vaccini', il nostro Paese ha dimostrato grande serietà e questa lungimiranza riceve dunque il nostro apprezzamento, come quello degli scienziati italiani in generale. Auspichiamo che, dopo questo primo passo, il nostro Paese sappia continuare in questa direzione, non avallando l’accesso alle scuole di chi non è vaccinato, nemmeno dietro pagamento della multa pecuniaria prevista dal decreto, e promuovendo la vaccinazione anche per altre malattie molto gravi come il cancro orofaringeo e della cervice uterina e la meningite da meningococco. E’ nostra speranza che la cittadinanza non si sottragga al dovere civile e sociale di proteggere la propria salute e quella degli altri. In tal senso, è di basilare importanza che la cittadinanza riceva, fin dalla scuola, un’informazione corretta e completa dei rischi-benefici associati alle vaccinazioni e alle malattie da esse prevenute».

L’impegno
La nota si conclude con la promessa di un impegno. «Il CIN da parte sua si impegnerà sempre di più in attività informative e di supporto alla cittadinanza, insieme alle società scientifiche e alle autorità locali e nazionali, in modo da promuovere la diffusione di una giusta informazione che sappia dissipare dalla mente dei nostri concittadini i dubbi instillati da notizie false e organizzazioni non scientifiche, sempre più diffuse nel nostro paese. Ciò che auspichiamo è che in un tempo non troppo lontano i cittadini scelgano di vaccinarsi senza bisogno di una legge che li obblighi a farlo».