20 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Robot e chirurgia sui trapianti

Careggi da record, 7 trapianti di rene in 48 ore con chirurgia robotica

L’ospedale fiorentino Careggi ha fatto segnare un nuovo primato: ben sette trapianti di rene eseguiti con la chirurgia robotica in 48 ore. Quattro a cuore fermo e tre a cuore battente

Chirurgia robotica in 7 trapianti di rene al Careggi di Firenze
Chirurgia robotica in 7 trapianti di rene al Careggi di Firenze Foto: Shutterstock

FIRENZE – Anche la chirurgia robotica fa passi da gigante e fa segnare un record all’ospedale Careggi di Firenze. Nell’ultima settimana di agosto e nel giro di sole 48 ore sono stati eseguiti, con questa innovativa tecnica, la bellezza di 7 trapianti di rene. L’intervento iniziale è stato il primo trapianto in Italia da donatore a cuore fermo, cui sono seguiti altri tre. Gli ultimi tre sono invece stati eseguiti da donatore a cuore battente.

Anche con cuore fermo
Nel prelievo di organi da cadavere a cuore battente la legge prevede 6 ore per l’accertamento di morte encefalica, dopo chi che si può procedere con l’espianto. Nel caso di cuore fermo, le cose sono diverse perché vi possono essere delle complicanze. Tuttavia oggi l’espianto è reso possibile per mezzo di un sistema chiamato ‘ECMO’, acronimo di extracorporeal membrane oxygenation che permette di sostituire momentaneamente la funzione cardiaca laddove sia arrestata. Grazie a questo sistema è possibile garantire l’ossigenazione degli organi che altrimenti si danneggerebbero, come appunto i reni da utilizzare, in questo caso, per il trapianto., nel cuore fermo i tempi sono ulteriormente ridotti dalla necessità di prelevare gli organi fin tanto che la circolazione sanguigna è mantenuta sufficiente a ossigenare i tessutiGli interventi sono stati eseguiti dai team di chirurgia dei reparti di urologia diretti rispettivamente dal professor Sergio Serni e dal professor Marco Carini.

Il robot
I trapianti sono stati eseguiti per mezzo della chirurgia robotica. Qui il robot offre la possibilità di praticare un’incisione di soli 6 centimetri – un record anche in questo caso se si pensa che si tratta di un trapianto – e tre volte più piccola di quella che viene praticata nella chirurgia tradizionale. Grazie a tutto ciò, si è potuto ridurre di molto i giorni di degenza post-operatoria. «Questo permette di ridurre notevolmente il rischio di infezioni della ferita chirurgica nei pazienti trapiantati che sono spesso diabetici e sottoposti a terapia immunosoppressiva, quindi particolarmente vulnerabili da virus e batteri», evidenzia una nota della Regione Toscana.
«Appena pochi giorni fa – ha commentato l’assessore regionale alla sanità Stefania Saccardi – avevo commentato positivamente gli interventi di trapianto in chirurgia robotica eseguiti a Careggi; ora l’elenco di questi interventi si è allungato. Non posso che esprimere la mia soddisfazione per questi enormi progressi resi possibili dalla chirurgia robotica, sulla quale la Toscana ha puntato molto. I miei complimenti alle équipe che hanno eseguito gli interventi e soprattutto il mio grazie ai familiari dei donatori, che hanno dato il consenso all’espianto degli organi dei loro congiunti, consentendo così ad altre persone di continuare a vivere».

Il primo ospedale in Italia
L’ospedale Careggi è il primo in Italia a operare questi interventi a cuore fermo, il cui numero è già salito a 22 a partire dall’ottobre 2016, data in cui si è intrapresa l’applicazione sistematica di questo programma di donazione con la struttura dedicata alle cure intensive per il trauma e i supporti extracorporei diretta dal dottor Adriano Peris. Il programma ha preso il via circa due anni per iniziativa del Centro Nazionale Trapianti (CNT) e dell’Organizzazione Toscana Trapianti (OTT) con il supporto della Regione Toscana, conclude la nota.