26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Marcatori per il cancro al pancreas

Tumore al pancreas: due biomarcatori consentono una diagnosi precoce

Scoperti due nuovi biomarcatori per il tumore al pancreas che consentono una diagnosi precoce. Si chiamano THBS2 e CA 19-9 e sono stati scovati dall’Università della Pennsylvania

Biomarcatori per il tumore al pancreas
Biomarcatori per il tumore al pancreas Foto: Shutterstock

È uno dei tumori più devastanti che colpiscono gli over sessanta, e presenta un tasso di mortalità elevatissimo. Inoltre ha un’aspettativa di vita decisamente più bassa rispetto alla media dei pazienti oncologici. Ma se c’è una piccola possibilità di allungare la durata della vita quella è la diagnosi precoce. Fino a ieri, però, non era affatto semplice. Oggi, invece, abbiamo a disposizione due nuovi biomarcatori che possono rilevare un cancro nelle fasi inziali. Ecco quali sono.

La scoperta
I marcatori sono stati identificati da alcuni scienziati dell’Università della Pennsylvania che hanno pubblicato la loro ricerca su Science Translational Medicine. Si tratta di due molecole denominate THBS2 e CA 19-9 e si pensa che presto possano essere utilizzate per scovare in maniera rapida e precoce un cancro al pancreas ancora silente. Allo scopo di identificare quelli che potevano essere marcatori specifici per il cancro al pancreas, gli scienziati hanno modificato in laboratorio alcune cellule del pancreas colpite da tumore e le hanno trasformate in staminali che potessero dar luogo a diversi tipi di cellule. Una volta prelevate queste cellule sono poi state inoculate in alcuni tipi di animali allo scopo di indurre formazioni precancerose in soli tre mesi. In meno di un anno si sono replicate fino a produrre tumori invasivi. «Le mutazioni osservate nei topi presentavano mutazioni nei geni KRAS e TP53, analoghe a quelle che si osservano nei tessuti neoplastici nell’uomo», hanno affermato i ricercatori. 

Cosa rileva il test
Eseguendo il test alla ricerca dei due biomarcatori, è possibile distinguere il campione di tessuto malato da quello sano. Ma non solo: si possono anche rilevare altre patologie d’organo come la pancreatite. Al fine di comprendere il corretto dosaggio, i ricercatori hanno rilevato i due biomarcatori nei pazienti oncologici e li hanno confrontati con alcuni individui sani. Ottenere una diagnosi precoce allo stadio iniziale della malattia significa avere più possibilità di sopravvivenza e cure meno invasive o prolungate. D’altro canto oggi solo il sette percento delle persone riesce ad ottenere una diagnosi della malattia quando è ancora al primo stadio.

Un esame utile per le persone a rischio
Ovviamente non avrebbe senso che tutti ci sottoponessimo alla rilevazione di biomarcatori specifici per il tumore al pancreas o altre formazioni cancerogene. Ma è indubbia l’utilità di questo test per i soggetti particolarmente a rischio che hanno, cioè, una predisposizione a causa della familiarità, del diabete o del sovrappeso. Secondo alcune stime, fra meno di quindici anni questo tipo di neoplasia potrebbe diventare il secondo tumore diffuso con il più alto tasso di mortalità – secondo solo a quello del polmone. «Avere questa opportunità anche per i pazienti ammalati di tumore del pancreas potrebbe cambiare drasticamente la prospettiva di vita di questi pazienti, così come avvenuto per le neoplasie del seno, del colon-retto e della cervice uterina», spiega Robert Vonderheide, direttore del centro di ricerca sul cancro dell’università della Pennsylvania.

Presto disponibile
Saranno necessarie ulteriori ricerche al fine di confermare l’attendibilità dei biomarcatori e, non appena il tutto sarà validato, il test potrà essere disponibile per tutti i soggetti a rischio.