16 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Musica durante l’operazione chirurgica

Lo operano per un tumore al cervello e lui intanto suona il sax

I medici lo stanno operando al cervello per rimuovere un tumore e lui, intanto, suona il sassofono. L’insolito intervento chirurgico si è svolto perché il tumore insidiava la regione del cervello in cui vi è la funzione musicale

Mentre lo operano per un tumore al cervello il paziente suona il sax
Mentre lo operano per un tumore al cervello il paziente suona il sax Foto: Shutterstock

STATI UNITI – Farsi operare al cervello mentre si suona il sax. Una situazione insolita, anche se sono molti i pazienti che rimangono svegli durante gli interventi al cervello. Questa volta però c’era un motivo ben preciso: il tumore al cervello diagnosticato al musicista e insegnante Dan Fabbio, sebbene benigno, stava crescendo troppo e si era insidiato proprio in un’area cerebrale dove c’è la funzione musicale. Una vera sfortuna, per una persona che suona uno strumento musicale. Ecco perché, i chirurghi hanno accettato di eseguire l’intervento mente Dan suonava il suo sassofono, anche per monitorare quanto avveniva proprio al cervello durante la rimozione del tumore.

Un’operazione insolita ma necessaria
A Dan Fabbio il tumore al cervello era stato diagnosticato nel 2015, quando lui aveva 25 anni. Come detto, si è scoperto che questo era benigno. Solo che continuava a crescere e ora insidiava un’area del cervello particolarmente delicata. E così la decisione di operare, però con una modalità insolita. L’equipe medica era guidata da Webster Pilcher, professore di neuromedicina e presidente del dipartimento di neurochirurgia dell’Università di Rochester Medical Center. Lui, insieme a al dottor Brad Mahon, aveva sviluppato un programma di mappaggio cerebrale per i pazienti di chirurgia cerebrale. «Rimuovere un tumore dal cervello può avere conseguenze significative a seconda della sua posizione – ha spiegato in un comunicato il prof. Pilcher – Sia il tumore che l’operazione per rimuoverlo possono danneggiare i tessuti e intralciare la comunicazione tra diverse parti del cervello. È quindi fondamentale capire quanto è possibile fare su ogni singolo paziente prima di portarli in sala operatoria, in modo da poter eseguire la procedura senza causare danni a parti del cervello importanti per la vita e le funzionalità di tale persona».

Ogni cervello è diverso
Non ci si pensa mai, ma anche il cervello di ogni persona è diverso. Per questo motivo deve essere mappato a livello individuale. In genere per questo genere di mappatura ci si avvale dell’aiuto di test cognitivi, linguistici e motori. Ma nel caso di Dan, esperto musicista, ci si è avvalsi anche del supporto di un’esperta di cognizione musicale: Elizabeth Marvin dalla Eastman School of Music di Rochester. Pilcher, Mahon e Marvin insieme hanno poi elaborato una serie di test che hanno permesso loro di costruire una mappa tridimensionale del cervello di Dan.
Il passo successivo era quello dell’intervento chirurgico. Tuttavia restava da valutare come avrebbe dovuto posizionarsi il paziente sul tavolo operatorio per permettere a lui di suonare il sax e ai chirurghi di eseguire l’intervento. Poiché Dan avrebbe dovute mettersi coricato su un fianco, la posizione non permette una piena capacità polmonare, dato che un po’ questi vengono compressi. Inoltre, il prendere fiato profondamente avrebbe potenzialmente causato lo sporgere del cervello dal cranio aperto. Così alla fine si è optato per l’esecuzione di una particolare versione di una musica popolare coreana che richiedeva soltanto respiri superficiali. «L’intero episodio mi ha abbastanza colpito, ed era sconcertante che un teorico musicale potesse stare in una sala operatoria e in qualche modo essere un consulente per i chirurghi cerebrali – ha commentato Marvin – Infatti, si è rivelato uno dei giorni più incredibili della mia vita, perché sentivo che tutta la mia esperienza poteva cambiare la vita di qualcuno e permettere a questo giovane di mantenere le sue capacità musicali».

L’intervento e l’applauso
Durante l’intervento di rimozione del tumore, Dan ha eseguito dei test sonori e linguistici che la squadra aveva sviluppato per lui. Poi, quando il tumore è stato rimosso, con il suo cranio ancora aperto, a Dan è stato consegnato il sax per assicurarsi che tutto fosse andato come doveva. Dan «ha suonato ‘It made you want to cry’, e lo ha fatto in modo perfetto. quando ha finito, l’intera sala operatorio è scoppiata in un lungo applauso», ha concluso la dott.ssa Marvin. Lo studio è stato riportato sulla rivista scientifica Current Biology.