24 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Infezioni in agguato in cucina

Spugne da cucina, ci vivono più batteri che nelle feci

Le spugne da cucina diventano in breve tempo un ricettacolo di batteri, anche patogeni. Si rischia quindi di prendersi qualche infezione. Le soluzioni per evitare problemi di salute

Spugne da cucina contengono più batteri delle feci
Spugne da cucina contengono più batteri delle feci Foto: Shutterstock

GERMANIA –  Non sono buone notizie quelle che giungono dalla Germania e dalle due università di Giessen e di Furtwangen. Secondo un loro studio, pubblicato su Scientific Reports, la spugnetta da cucina, dopo essere stata usata diviene in poco tempo un vero e proprio ricettacolo di batteri: si parla di oltre 50 miliardi di microrganismi per ogni centimetro cubo di spugna (5,4x10 alla decima). Un numero pazzesco di batteri che vivono e si moltiplicano su quell’accessorio che dovrebbe essere usato per pulire, igienizzare i piatti e le stoviglie con cui mangiamo – e che dunque ci mettiamo in bocca. A questo punto, a nostro rischio e pericolo suggerisce lo studio. Tanto per fare un esempio, tra i batteri scoperti sulle spugne sono stati trovati anche ‘parenti’ di quelli che causano polmonite e meningite. Se poi la spugna prende un cattivo odore, la colpa è del noto batterio Moraxella osloensis – puzzolente ma anche causa di infezioni in chi è immunodepresso.

Pulire e igienizzare non serve
Come si può risolvere il problema dell’infestazione da batteri nelle spugne? Qualcuno ha ritenuto bastasse lavarle, igienizzarle o metterle nel microonde – un po’ come si fa con altri utensili da cucina. Ma, secondo quanto emerso dallo studio, questi rimedi servono a poco o a nulla, dato che i batteri più pericolosi resistono a queste pratiche, con il risultato che ci ritroviamo le spugne come – se non peggio – di prima.

Lo studio
Giusto per capire come sono arrivati alle loro conclusioni i ricercatori, nella pubblicazione si legge che sono state analizzate 14 spugne usate e comunemente utilizzate in cucina. Con queste, gli scienziati tedeschi Sylvia Schnell e Markus Egert (tra cui anche un italiano, il dott. Massimiliano Cardinale) hanno analizzato il Dna dei batteri presenti. Scoprendo che quelle ‘sterilizzate’ contenevano un numero maggiore di batteri rispetto a quelle che non erano mai state pulite. Il fenomeno sarebbe dovuto alla acquisita resistenza dei batteri – specie quelli patogeni – che, tra l’altro, non vengono più contrastati da quelli ‘buoni’ eliminati dai saponi o dai trattamenti igienizzanti (un po’ come accade nell’intestino quando si assumono antibiotici).

Doppio ruolo
Le spugne così infestate di batteri ricoprirebbero un doppio ruolo: quello appunto di serbatoio di microrganismi e ‘untori’ che infettano tutte le superfici cui vengono in contatto. Gli scienziati hanno accertato che il numero di batteri presenti sulle spugne da cucina è talmente elevato da superare addirittura quello presente nelle feci.

La soluzione
Se pertanto lavare o sterilizzare le spugne serve a poco o non serve per nulla, secondo i ricercatori una soluzione è quella di buttare via la spugna dopo una settimana di utilizzo e usarne una nuova. Non vi sono dunque soluzioni di sorta, al momento. Per evitare problemi di salute, sostituire la spugna ogni settimana dovrebbe mettere al riparo da possibili infezioni – soluzione che farà felice i produttori di spugne.