20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Danni da vaccino

Vaccino difettoso: il consenso scientifico non è indispensabile per provare i danni

La somministrazione di un vaccino pare aver provocato, rapidamente, la sclerosi multipla a un cittadino francese. La corte UE non ritiene indispensabile il consenso scientifico

Danni da vaccino, la chiarazione della corte Europea. In foto: Carlo Sibilia durante la discussione della Legge elettorale alla Camera dei Deputati,
Danni da vaccino, la chiarazione della corte Europea. In foto: Carlo Sibilia durante la discussione della Legge elettorale alla Camera dei Deputati, Foto: Angelo Carconi ANSA

PARIGI - Come poter provare i danni di un vaccino difettoso? È una domanda che sono in molti a porsi. Seppur nessuno nega quanto i vaccini siano indispensabili nel debellare molte delle malattie mortali che dilagano ai giorni nostri, è altresì innegabile che, trattandosi di farmaci, possono provocare effetti collaterali - anche gravi. E sono molte le persone che, soltanto in Europa, sembravano aver associato disturbi cronici in seguito alla somministrazione di un vaccino. Come non citare il recentissimo caso di un cittadino francese che asserisce di essersi ammalato di Sclerosi Multipla in seguito all’utilizzo di un vaccino contro l’epatite B prodotto da Sanofi Pasteur. E la risposta della Corte UE in merito alla vicenda è stata chiara: «Il consenso scientifico non è indispensabile per provare i danni di un vaccino difettoso».

La vicenda
Tutto comincia nel lontano 1998, quando un cittadino francese che chiameremo A.W. ha deciso di effettuare il vaccino contro l’epatite B. Circa sei mesi dopo, nel 1999, ha iniziato ad accusare disturbi di vario genere. Nel novembre del fatidico 1999 gli viene diagnosticata la Sclerosi Multipla. A.W. morirà – in seguito alla patologia, probabilmente contratta dal vaccino – nel 2011, cioè poco più di 12 anni dopo la somministrazione del farmaco. La causa contro Sanofi Pasteur è stata avviata dalla famiglia fin dal 2006: i familiari esigono un rimborso per tutti i danni creati.

Quale nesso?
Per anni Sanofi si è difesa dicendo che non esistevano nessi scientificamente provabili tra la somministrazione del vaccino e l’insorgenza della sclerosi multipla. Tuttavia, secondo i giudici di Lussemburgo, la prossimità temporale tra l’utilizzo del vaccino e l’insorgenza della malattia in assenza di sintomatologie precedenti e una familiarità per la sclerosi multipla, sono indizi sufficienti per accusare Sanofi. Ma prima di ciò, la povera famiglia ha dovuto passare anni di inferno.

Il primo ricorso
La Corte d’appello di Parigi aveva respinto il primo ricorso della famiglia in quanto riteneva che non vi era alcun consenso scientifico tra somministrazione del vaccino e insorgenza di sclerosi multipla. Dopo, la corte di cassazione francese ha chiesto alla Corte di giustizia se secondo la direttiva dell'Unione sulla responsabilità dei prodotti difettosi, spettasse al danneggiato provare il danno. Ed ecco che, in questo caso, la famiglia di A.W. ha dimostrato come prima della somministrazione del vaccino, la persona fosse in perfette condizioni di salute. Ma non solo: nessuno della sua famiglia aveva malattie simili – quindi un rischio quasi azzerato.

La sentenza finale
Dopo anni da incubo, finalmente la Corte conclude che sussiste un difetto del vaccino e un nesso di casualità con quest’ultimo. Ma precisa che sia in questo caso che in altri futuri, i giudici nazionali devono accertarsi che gli indizi prodotti – in assenza di verificabilità scientifica – debbano essere gravi, precisi e concordanti in modo da consentire di concludere che l’esistenza di un prodotto danneggiato appare più che evidente. Ora la domanda che tutti ci poniamo è: quanti soldi Sanofi bisognerebbe offrire per rimborsare il danno morale di una vita strappata alla propria famiglia?