31 luglio 2025
Aggiornato 07:30
Alimentazione e salute

Dieta occidentale: aumenta il rischio di Alzheimer

Una dieta ricca di grassi e zuccheri raffinati aumenta il rischio di Alzheimer nei soggetti che possiedono una variante genetica legata a un’Apoproteina E. I risultati dello studio

La dieta occidentale aumenta il rischio di Alzheimer
La dieta occidentale aumenta il rischio di Alzheimer Foto: Shutterstock

LOS ANGELES - Lo stile di vita alimentare è alla base della nostra salute. Nell’ultimo secolo si è assistito a un cambiamento drastico del nostro regime dietetico: si mangia molto di più e anche molto peggio. Ci si affida, sempre più a prodotti pronti, di manifattura industriale e ricchi di ingredienti raffinati. Ed è così che la dieta occidentale è stata etichettata come una poco salutare, specie nei soggetti a rischio Alzheimer.

Maggiori rischi di patologie degenerative
La dieta che seguono i Paesi occidentali sembra portare a un maggior rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Sotto accusa gli alimenti ricchi di colesterolo, grassi trans e zuccheri raffinati. Questi cibi sembrano infatti essere collegati alla mutazione di un gene associato alle malattie neurodegenerative.

I geni coinvolti
La colpa sarebbe, in particolare, di due geni denominati ApoE3 e ApoE3 che codificano una apoproteina o un’apoliproteina E. Questa avrebbe la funzione di legare i grassi e il colesterolo al fine di veicolarli al sistema linfatico e circolatorio di tutto l’organismo, cervello compreso.

Il ruolo delle Apolipoproteine
Secondo quanto è emerso dallo studio condotto dalla statunitense University of Southern California (USC), l’ApoE4 sarebbe associata a una maggiore infiammazione, all’Alzheimer e alle malattie cardiovascolari. La sua variante pare essere presente in circa il 15% della popolazione. Al contrario l’apoproteina E3 pare non aumentare il rischio di tali patologie e la sua variante è presente nel 75% della popolazione.

L’influenza della dieta
Per capirne di più, gli scienziati hanno provato a confrontare due tipi di dieta su modello animale. I topi con variante ApoE4 hanno seguito una dieta con il 10% di grassi e il 7% di saccarosio. Al contrario, un altro gruppo ha seguito una dieta occidentale tipo: 45% di grassi e 17% di saccarosio. Entrambi per tre mesi. Lo stesso identico test è stato eseguito su topi che avevano la variante del gene ApoE3. Tutti i gruppi, a termine studio, sono aumentati di peso e diventati pre-diabetici. Ma la vera differenza si è evidenziata nei soggetti con variante ApoE4 che hanno seguito una dieta tipica occidentale: in poco tempo si sono sviluppate placche dell’Alzheimer. Cosa che non è accaduta con una dieta ricca di grassi nei topi con variante ApoE3.

Tutta colpa del Dna
Come accade anche per altre malattie importanti, il problema principale non è tanto l’alimentazione o lo stile di vita, quanto la predisposizione genetica. Tutti sappiamo che esistono persone che conducono una vita completamente insana e, nonostante ciò, non contraggono patologie gravi. Al contrario di altre che cercano di seguire uno stile alimentare impeccabile, eppure si ammalano. «Quello che ti succede nella vita è il risultato di una combinazione di geni che possiedi, dell'ambiente in cui vivi e dei comportamenti che assumi, come la dieta», ha dichiarato Christian Pike, professore presso l’University of Southern California. «Il nostro pensiero è che il rischio di Alzheimer associato con l'obesità è regolato in una certa misura dai geni che abbiamo», conclude Pike.  Lo studio è stato pubblicato su eNeuro.