Buone notizie: scienziati scoprono gli anticorpi per combattere il cancro
Ricercatori Americani sviluppano un anticorpo per studiare la sclerosi multipla e scoprono che può combattere il cancro. I risultati del recente studio

BOSTON - Altre buone notizie in fatto di cancro. La scienza nell’ultimo decennio si sta dando tanta pena per combattere una delle patologie più devastanti della storia dell’umanità. È auspicabile che, con tutti i soldi devoluti alla ricerca, arrivi presto la svolta per la cura delle più svariate forme tumorali. Una cura che non debba più essere la tanto temuta chemioterapia. Soluzione che spesso spaventa più della malattia stessa. La rivoluzione potrebbe forse essere dietro l’angolo. Ecco ciò che hanno scoperto alcuni medici americani.
L’anticorpo killer
Perché quando una persona è affetta da forme cancerogene il nostro corpo non fa niente per combatterlo? È una domanda che danni attanaglia la mente di numerosi scienziati. Non a caso è nata l’immunoterapia – una delle alternative alla chemioterapia senz’altro meno devastanti e, pare, con miglior successo terapeutico. Se da un lato in Italia questa forma terapeutica non è (ahimè) ancora divenuta un sostituto di chemio e radioterapia, dall’altra si stanno scoprendo anticorpi sempre più performanti. Uno di questi è quello scoperto dai ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston (Usa) che sembra combattere il glioblastoma (un tumore del cervello), il melanoma (cancro della pelle) e il cancro del colon retto.
Dalla sclerosi multipla alle cellule tumorali
Secondo uno studio pubblicato su Science Immunology, un anticorpo creato in origine per studiare la condizione autoimmune della sclerosi multipla, sembra essere in grado di riattivare il sistema immunitario e combattere il cancro. Tutto ciò lo rende un nuovo candidato da aggiungere ai farmaci per l’immunoterapia anticancro.
Merito delle cellule T
L’anticorpo in questione sembra essere diretto verso le cellule T regolatorie che informano il sistema immunitario allo scopo di uccidere le cellule tumorali. A detta degli scienziati, le cellule T aiutano a mantenere la corretta tolleranza che il sistema immunitario ha di sé. Ma inavvertitamente potrebbero comportarsi in maniera anomala e promuovere la crescita del cancro. In questo modo il sistema immunitario non si accorge delle cellule tumorali e non le attacca.
- Sapevi che…?
Secondo l’American Cancer Society, ci sono alcuni composti contenuti nei cibi che possono svolgere azione riattivante delle cellule T (linfociti). Il beta-carotene è uno di questi: pare aumentare i globuli bianchi prevenendo il cancro. Esso, infatti, aumenta il numero di linfociti Natural Killer potenzialmente distruttivi nei confronti dei tumori. Inoltre aumenta i linfociti T che, stimolando l’attività di alcuni macrofagi, favoriscono il fattore di necrosi tumorale (TNF).
Una scoperta avvenuta quasi per caso
Il team di ricerca, guidato dal neurologo Howard Weiner ha scoperto che si potevano richiamare all’appello le cellule T regolatrici grazie a un anticorpo. Questo era stato recentemente sviluppato per studiare la sclerosi multipla – i cosiddetti anticorpi anti-LAP. Inaspettatamente, però, durante lo studio sono state trovate implicazioni nella cura del cancro.
- Sapevi che…?
Lo zucchero, secondo studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, diminuisce l’efficienza dei globuli bianchi (cellule T). Cento grammi di zucchero abbassano la capacità dei globuli bianchi di contrastare gli agenti esterni. L’effetto inizia pochi minuti dopo l’assunzione. [1]
Lo studio
Durante lo studio, i ricercatori hanno utilizzato modelli preclinici allo scopro di comprendere come gli anticorpi anti-LAP possano essere in grado di ripristinare le capacità del sistema immunitario a combattere il cancro. Dai loro risultati è emerso che gli anti-LAP promuovono proprio questa capacità nel combattere il cancro, aumentando l’attività delle cellule T e la memoria immunitaria. «Oltre a studiare il suo effetto terapeutico, abbiamo voluto caratterizzare il meccanismo attraverso il quale l’anticorpo anti-LAP può attivare il sistema immunitario», conclude Galina Gabriely, membro del team coordinato da Weiner.
[1] Role of sugars in human neutrophilic phagocytosis - Albert Sanchez, J. L. Reeser, H. S. Lau, P. Y. Yahiku, R. E. Willard, P. J. McMillan, S. Y. Cho, A. R. Magie, and U. D. Register.
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