23 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Salute

Diabete: è epidemia. Oltre 4 milioni gli italiani malati, 400 milioni nel mondo

Il diabete sta assumendo le drammatiche proporzioni di una vera e propria epidemia. Soltanto in Italia i malati sono oltre 4 milioni. 400 milioni nel mondo. E i casi sono destinati ad aumentare paurosamente

Diabete, è un'epidemia anche in Italia
Diabete, è un'epidemia anche in Italia Foto: Shutterstock

BOLOGNA –L’Associazione Medici Endocrinologi (AME) lancia l’allarme: il diabete è divenuta una vera e propria epidemia. Una situazione drammatica che interessa, per ora, oltre 4 milioni di italiani. E nel mondo si sono già superati i 400 milioni: cifre da capogiro, ma molti casi restano non diagnosticati.

Fare il punto della situazione
Il diabete, specie quello di tipo 2, è sempre più diffuso. I dati parlano chiaro, c’è almeno una persona in ogni famiglia che soffre di questa malattia metabolica o che ne soffrirà. Per fare il punto della situazione e su quanto si è scoperto finora, gli esperti si riuniscono oggi 10 febbraio e domani 11 febbraio a Bologna in occasione del II° Ame Diabetes Update 2017, organizzato dall’Associazione Medici Endocrinologi e a cura di Giorgio Borretta, Olga Eugenia Disoteo, Edoardo Guastamacchia e Silvio Settembrini.

Causa di morte
Il diabete non è soltanto una malattia che si può tranquillamente tenere sotto controllo con la dieta. Ma è da prendere in seria considerazione, poiché può essere causa di morte per via delle ricorrenti complicanze a livello cardiovascolare. «L’incontro è focalizzato sulla complicanza cardiovascolare – spiega Giorgio Borretta, responsabile gruppo diabete e metabolismo Ame, Associazione medici endocrinologi – che rappresenta la principale causa di morte del paziente diabetico, ma anche la causa di rilevanti cronicità, che impegnano pesantemente le strutture assistenziali. Ed è proprio su questo aspetto che la ricerca sta facendo passi avanti con lo sviluppo di nuovi farmaci».

Ridurre il rischio
Per ridurre il rischio di morte sono diversi gli studi che si sono focalizzati sulle proprietà di alcuni farmaci. Uno di questi, pubblicato sul New England Journal of Medicine, «ha valutato l’empagliflozin, farmaco per la terapia del diabete di tipo 2, che ha mostrato una riduzione del 38% del rischio di morte per cause cardiovascolari e del 32% del rischio di morte per tutte le cause – sottolinea Borretta – Mentre lo studio Leader, condotto su persone con diabete di tipo 2 ad alto rischio di eventi cardiovascolari maggiori, ha dimostrato che l’analogo del Glp-1 liraglutide, somministrato in aggiunta alla terapia standard, non si limita ad agire sulla riduzione della glicemia e sulla perdita di peso, ma riduce del 22% il rischio di morte per cause cardiovascolari e del 12% il rischio di infarto miocardico e ictus non fatali».

Il diabete è tra noi
Ormai l’umanità è costretta a convivere con il diabete, che è tra noi, ricorda in una nota l’Ame. I costi per la sanità, la società e gli stessi pazienti e le famiglie sono molto alti. Il diabete, ricordano gli esperti, una malattia che ha grandi ripercussioni sulla qualità della vita ed è causa di perdita di giorni di lavoro, di continui esami clinici, ricoveri in ospedale e accessi in Pronto Soccorso. Nella vita di tutti i giorni, poi, costringe a continue rinunce, sia alimentari che di momenti di convivialità.

L’epidemia si diffonde
In base ai dati relativi alla prescrizione di farmaci antidiabete si può facilmente tracciare quello che è il percorso della malattia, che colpisce sempre più persone. L’aumento di queste prescrizioni fa stimare che soltanto in Italia, entro il 2020, avremo almeno 5 milioni di diabetici. Secondo l’AME è proprio questo il punto. È necessario promuovere la prevenzione, che è infine l’unico mezzo per combattere realmente il diabete e tutte le sue nefaste conseguenze.