9 dicembre 2024
Aggiornato 16:30
Salute

Raffreddore, brevettato un vaccino che colpisce il guscio del virus

Uno scienziato viennese ha sviluppato quello che si presenta come un vaccino contro il raffreddore, di cui ancora non esiste cura o un rimedio preventivo. Il vaccino potrebbe essere messo in commercio entro sei-otto anni

Raffreddore, è in arrivo il vaccino
Raffreddore, è in arrivo il vaccino Foto: Shutterstock

VIENNA – Il ricercatore Rudolf Valenta dell’Università di Vienna, in Austria, ha brevettato quello che si presenta come un vaccino contro il raffreddore, la malattia ‘da raffreddamento’ più diffusa al mondo – con una miriade di varianti virali che fanno sì che nessuno ne sia immune. Proprio per questo, la possibilità di vaccinarsi ad ampio spettro potrebbe rivelarsi provvidenziale nell’evitare naso che cola o chiuso, mal di gola, mal di testa, catarro, spossatezza e chi più ne ha più ne metta.

Come funziona
In un’intervista al quotidiano britannico Indipendent, il dottor Valenta ha spiegato che il vaccino va a colpire il cosiddetto ‘guscio’ protettivo del virus che è lo stesso per i numerosi e diversi ceppi: ecco perché sarebbe efficace contro tutti i tipi di raffreddore, senza bisogno di crearne uno specifico – come avviene attualmente per quello contro l’influenza.
Il virus del raffreddore si attacca alle mucose di naso, bocca, gola e stomaco prima di diffondersi nell’organismo: colpirlo prima che ciò avvenga permette di non favorire l’infezione.

Lo studio
Gli scienziati hanno prelevato alcuni frammenti di questo guscio protettivo. Li hanno poi attaccati a una proteina di trasporto per indirizzarli verso l’obiettivo. Questo «è un principio molto vecchio, riprogrammare la risposta immunitaria sull’obiettivo giusto», ha spiegato Valenta.

Dovremo però aspettare
La ricerca è ormai in fase avanzata, ha poi spiegato il ricercatore. «Con la prima proteina che abbiamo costruito si è registrata un’inibizione molto buona della malattia – conclude Valenta – siamo convinti di essere sulla buona strada. Se riusciremo ad avere i fondi per i test clinici possiamo metterlo a punto in sei-otto anni».