29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Gravidanza e salute

Asma, per ridurre il rischio nei bambini basta assumere gli omega 3 in gravidanza

Assumere quantità adeguate di acidi grassi essenziali omega-3 in gravidanza riduce il rischio di asma nel bambino. Lo studio

Asma, per ridurre il rischio ci vogliono gli omega 3
Asma, per ridurre il rischio ci vogliono gli omega 3 Foto: Shutterstock

COPENAGHEN – Ricercatori danesi hanno trovato che assumere in gravidanza adeguati livelli di acidi grassi essenziali omega 3 riduce in modo significativo il rischio che il bambino che nascerà abbia problemi di asma.

Come ridurre il rischio di asma
Se non si possono ottenere gli omega 3 con l’alimentazione, gli scienziati consigliano di assumere degli integratori. Nello specifico, circa 2,4 grammi durante il terzo trimestre di gravidanza per ridurre del 31% il rischio di asma e dispnea cronica (difficoltà a respirare) nel bambino all’età di cinque anni. Ecco quanto emerge da uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine (NEJM) e condotto dai ricercatori del Copenaghen University Hospital in Danimarca.

Proprietà antinfiammatorie
«Abbiamo a lungo sospettato che ci fosse un legame tra le proprietà antinfiammatorie degli acidi grassi a catena lunga omega-3, il basso apporto di omega-3 nelle diete occidentali e i tassi crescenti di asma infantile – ha spiegato il dottor Hans Bisgaard del COPSAC (clinical research unit for pediatric asthma) e del Copenaghen University Hospital in Danimarca – Questo studio dimostra che sono definitivamente e significativamente correlati».

Lo studio
Per arrivare a questi risultati, i ricercatori hanno somministrato a un gruppo di donne al terzo trimestre di gravidanza una dose di omega-3 a catena lunga in supplemento pari a 2,4 grammi giornalieri. Gli acidi grassi omega 3 a catena lunga comprendo l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA). Questi grassi sono noti per regolare la risposta immunitaria umana. Si trovano principalmente nel pesce di acqua freddala.
Per questo studio sono state utilizzate tecniche analitiche rapide, sviluppate ed eseguite presso l’Università di Waterloo in Canada, per misurare i livelli di EPA e DHA nel sangue di donne in gravidanza. «Misurare i livelli di acidi grassi omega-3 nel sangue fornisce una valutazione accurata e precisa dello stato dei nutrienti – ha sottolineato il dottor Ken Stark, coautore dello studio – I nostri laboratori sono dotati dei mezzi per misurare gli acidi grassi velocemente, con estrema precisione e in modo economicamente efficiente». Nello specifico, i ricercatori hanno analizzato campioni di sangue di 695 donne danesi a 24 settimane di gravidanza e una settimana dopo il parto. Hanno poi monitorato per cinque anni lo stato di salute di ogni bambino nato. Cinque anni è proprio l’età in cui i sintomi dell’asma possono essere clinicamente stabiliti.

I risultati
I risultati dello studio hanno rivelato che le donne con bassi livelli ematici di EPA e DHA all’inizio dello studio hanno beneficiato al massimo dalle integrazioni. Per queste donne, l’assunzione di omega 3 ha ridotto il rischio relativo dei loro figli di sviluppare l’asma del 54%. «Identificare queste donne e fornire loro gli integratori dovrebbe essere considerata una difesa di prima linea per ridurre e prevenire l’asma infantile», ha concluso il dottor Stark.