16 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Fai da te: le tinture madri

Come preparare una tintura madre, idroalcolica o officinale

Ottima per la preparazione di creme, cosmetici o prodotti omeopatici. Ecco i due metodi principali per preparare una tintura madre fai da te

Sarà un po’ forse colpa della crisi, o in parte per l’aumentata consapevolezza: quello che è certo è che il fai da te è esploso negli ultimi anni. È indubbio che non si tratta solo della soddisfazione personale di ottenere un prodotto preparato con le proprie mani, ma l’avere a disposizione qualcosa di decisamente più genuino e controllato. È il caso delle tinture madri, che se preparate con tutti i crismi divengono fitoterapici di qualità ineguagliabile. A tutto questo, però, va fatta una precisazione: trattandosi di rimedi, anche se naturali, non vanno assunti per via orale se non sotto stretto controllo medico. Possono però risultare molto utili per la preparazione di creme di bellezza o prodotti per il corpo.

Pianta secca o fresca: le cose cambiano
Se è pur vero che spesso si utilizzano piante secche per le preparazioni delle tinture madri, è bene dire che il vegetale fresco – nella maggior parte dei casi – ha un potere terapeutico nettamente superiore. Anche se vi sono casi in cui l’essiccazione è richiesta per eliminare alcune sostanze che potrebbero risultare nocive. Tuttavia nella maggior parte dei casi è esattamente l’opposto. Per esempio se adoperiamo la radice di valeriana dobbiamo sapere che è scientificamente provato che il suo principale principio attivo l’acido valerenico e i valepotriati vengono quasi totalmente eliminati. Inoltre la droga è termolabile e una temperatura superiore ai 40 gradi Centigradi potrebbe intaccare completamente le sue virtù terapeutiche. Al contrario, alcune parti legnose come quelle di sandalo o di cannella sembrano acquistare maggior potere terapeutico se utilizzate secche.

La raccolta
Poter raccogliere la pianta nelle vicinanze di casa è l’ideale. Essa può essere leggermente pulita, eliminando le parti rovinate e prendendo solo la parte della pianta necessaria (foglie, fiori o radici). Più veloce sarà la lavorazione, migliore sarà il risultato finale. Questo, però, vale solo per le persone che conoscono molto bene il vegetale che si sta raccogliendo. È assolutamente vietato andar per prati e utilizzare una pianta che potrebbe essere facilmente scambiata per un’altra. Per fare un esempio molto semplice, il fiore dello zafferano è praticamente identico al colchico se non per qualche piccola differenza a livello dei pistilli. Se, tuttavia, si raccoglie il colchico anziché lo zafferano si ha tra le mani uno dei veleni più potenti che possono provocare morte immediata. Quindi, nel dubbio, meglio rivolgersi a un esperto o acquistare la pianta essiccata. Se invece si ha la certezza della pianta che si ha a disposizione, è importante raccoglierla nel momento balsamico, ovvero nel periodo di poco antecedente alla fioritura. In questo modo si avrà la garanzia di ottenere il massimo dei principi attivi.

  • Sapevi che…?
    Con il termine tintura madre ci si riferisce a un estratto fresco, mentre quando si parla di tintura officinale spesso si indica un estratto da pianta secca. Tuttavia spesso i due termini sono utilizzati in maniera completamente intercambiabile.

Se cambia il clima cambiano le proprietà
I prodotti fai da te non sono titolati, ovvero non si conosce con estrema esattezza la quantità di principi attivi in essi contenuti. A modificare la quantità dei componenti è anche il clima. Un timo cresciuto nel Sud Italia avrà una proporzione di principi attivi totalmente differente da una pianta di timo cresciuta nel Nord Italia. Di questo andrebbe tenuto conto.

Più o meno alcol
La quantità di alcol nella preparazione di una tintura madre potrebbe variare, sebbene possiamo dire che dovrebbe avere mediamente 55 gradi volumetrici. Tuttavia vi sono alcuni principi attivi – come quelli contenuti nell’ulmaria e nel peperoncino – che non sono idrosolubili, per cui va aumentata la quantità di alcol e non si può aggiungere l’acqua prima di aver fatto macerare la pianta un po’ di tempo in alcol. Al contrario, alcune piante a contatto con una gradazione troppo elevata possono bruciarsi, perdendo alcune proprietà.

  • Scegliere il giusto grado alcolico
    A differenza del principio attivo che si deve estrarre, come detto, possiamo modificare il grado alcolico del preparato. A gradazioni elevate, intorno ai 65/70 gradi si estraggono soprattutto gli alcaloidi. Mentre gli oli essenziali possono arrivare fino a 85 gradi. La maggior parte dei componenti come tannini, antociani e flavonidi richiede una gradazione media che varia dai 50 ai 60 gradi. Infine, le saponine, i glicosidi e le mucillagini prediligono gradazioni intorno ai 45 gradi.

E se le piante contengono molti principi attivi?
Il grado alcolico perfetto di un preparato non esiste, perché nella maggior parte dei casi le piante contengono sostanze che hanno bisogno di diversa gradazione. Si può però trovare un compromesso a seconda dell’effetto che si desidera ottenere.

Come preparare una tintura officinale
Come detto, in molti casi ci si riferisce a una tintura madre officinale utilizzando la pianta secca e un rapporto medio di 20 grammi di droga per 100 grammi di alcol. La preparazione è molto semplice: prima di tutto si stabilisce il grado alcolico desiderato e si prepara una miscela di alcol e acqua secondo la tabella che trovate più sotto. Dopo di che, si pone la miscela (solvente idroalcolico) in un contenitore di vetro insieme alla droga. Si chiude il tutto con un tappo e la si lascia riposare dai 15 ai 40 giorni in un luogo buio, fresco e asciutto. Terminato il tempo di posa ci si munisce di un pezzo di panno di lino a trama finissima e si filtra il tutto. Si lascia riposare qualche ora e si filtra di nuovo per almeno tre volte. Quando il liquido rimarrà completamente limpido si potrà versare il prodotto in un barattolo di vetro scuro, ben chiuso al riparo dalla luce. Al posto del panno di lino si possono adoperare le apposite carte filtro. La tintura così ottenuta si conserva mediamente due o tre anni.

  • Le dosi
    Le dosi di assunzione variano a seconda del preparato, dell’altezza e del peso del soggetto. Tuttavia, se si utilizza per via orale la quantità va sempre prima discussa con il proprio medico curante.

Come preparare una tintura madre
Le tinture madri si preparano in maniera leggermente differente e devono utilizzare sempre un rapporto 1:10. Queste possono essere adoperate anche per la preparazione preliminare dei prodotti omeopatici. Va precisato, però, che il rapporto indicato nella preparazione si riferisce al residuo secco, nonostante si utilizzi la pianta fresca. Se, per esempio, la pianta fresca contiene il 60% di acqua, sappiamo che solo il 40% va tenuto in considerazione per calcolare il rapporto. Per stabilirlo con estrema precisione andrebbe seccato un campione come test, ma per la preparazione casalinga tutto ciò non è necessario. A questo punto abbiamo bisogno di aggiungere alla pianta fresca 10 volte la quantità di solvente idroalcolico. Se per esempio abbiamo 25 grammi di rapporto residuo secco, dobbiamo aggiungere 250 ml di solvente.