8 maggio 2024
Aggiornato 13:30
La tiroide è una ghiandola

Ipertiroidismo sintomi, cause, cure e rimedi naturali

Cos’è la tiroide, a cosa serve, cos’è l’ipertiroidismo, le cause, i sintomi, la diagnosi, le cure

1. Cos’è la tiroide?
La tiroide è una ghiandola. Una ghiandola endocrina, per la precisione, che cioè produce ormoni.
La sua forma ricorda un po’ una farfalla o la lettera H. Misura pochi centimetri (circa 5-7 cm) ed è situata nella parte frontale del collo.

2. A cosa serve la tiroide?
La funzione principale della ghiandola tiroide è quella di produrre ormoni: in particolare gli ormoni tiroidei detti T3 (triiodotironina) e T4 (tiroxina). Questi ormoni contengono iodio. E lo stesso iodio è fondamentale per il buon funzionamento della ghiandola.
L’ormone «attivo» è il T3, che ha il preciso compito di regolare il metabolismo energetico dell’organismo. La ghiandola tiroide, come avviene per tutte le ghiandole dell’organismo, non lavora da sola e per se stessa, ma per il buon funzionamento di tutto il corpo: per esempio, gli ormoni tiroidei collaborano con altri ormoni nello sviluppo del sistema nervoso centrale, nelle funzioni sessuali e nella crescita.

3. Cos’è l’Ipertiroidismo?
Si parla di ipertiroidismo quando la ghiandola tiroide secerne ormoni in quantità eccessive per l’organismo, ossia produce troppi ormoni tiroidei. L’ipertiroidismo è chiamato anche «tireotossicosi». Questa condizione causa un sensibile aumento del volume della ghiandola tiroide.

4. Quali sono i sintomi dell’ipertiroidismo?
I sintomi generali dell’ipertiroidismo in linea generale comprendono un’accelerazione del metabolismo (o catabolismo) e delle funzioni corporee, che danno adito a

  • Nervosismo
  • Irritabilità
  • Ansia
  • Sudorazione eccessiva
  • Palpitazioni
  • Tremori
  • Intolleranza al caldo e sensazioni di calore
  • Stanchezza muscolare
  • Perdita di peso (nonostante l’appetito non manchi)
  • Diarrea
  • Prurito
  • Disturbi oculari: bruciore, fotofobia, occhi «fuori dalle orbite» (detto esoftalmo).
  • Alterazioni del ciclo mestruale nelle donne
  • Eiaculazione precoce nei maschi.

5. Chi colpisce l’ipertiroidismo?
L’ipertiroidismo può esordire a qualsiasi età. Le più soggette pare però siano le donne in età fertile ─ che sono anche quelle che presentano più spesso malattie autoimmuni. Colpisce soprattutto le popolazioni con problemi di carenza di iodio.

6. Quali sono le cause dell’ipertiroidismo?
La medicina, allo stato attuale, individua diverse cause dell’ipertiroidismo. Tra queste

  • Morbo di Basedow. Una malattia di origine autoimmune che induce la ghiandola tiroide a un superlavoro, producendo più ormoni del dovuto. Questo eccesso di attività fa aumentare di volume la ghiandola. Il Morbo di Basedow è anche detto malattia di Graves o Gozzo tossico diffuso. La caratteristica di questo tipo di ipertiroidismo è l’assenza di noduli.
  • Gozzo multinodulare tossico. In presenza di gozzo multinodulare tossico si parla di ipertiroidismo. Avviene che uno o più noduli, che si sono formati negli anni nella tiroide, inizi a lavorare più del dovuto determinando la produzione di ormoni tiroidei in eccesso.
  • Morbo di Plummer. Qui, a differenza del gozzo multinodulare, vi è un solo nodulo che si comporta però allo stesso modo, producendo troppi ormoni tiroidei.
  • Tiroidite autoimmune. Caso assai raro, la cosiddetta Hashitossicosi è un tipo di ipertiroidismo da tiroidite autoimmune.
  • Eccesso di Iodio. Anche questo caso è molto raro. Un eccesso di iodio nell’organismo può essere causa di ipertiroidismo.
  • Adenoma ipofisario TSH. Ulteriore causa assai rara è l’ipertiroidismo dovuto a un adenoma ipofisario secernente che, andando a contrastare il lavoro dell’ipofisi, influisce su quello della tiroide. Dello stesso tenore sono i coriocarcinomi.
  • Cause esogene o iatrogene. A causare l’ipertiroidismo ci possono anche essere le tiroiditi di varia natura (per esempio, la tiroidite sub-acuta, la tiroidite linfocitica e la tiroidite post-partum), l’assunzione di farmaci o altre sostanze che contengono ormoni tiroidei, che vanno ad aumentarne la presenza nell’organismo.

7. Come si ottiene una diagnosi di ipertiroidismo?
La diagnosi spesso può già essere formulata «a vista», osservando la presenza di gozzo. Può tuttavia essere confermata a seguito di specifici esami.

Tra questi vi sono

  • Test dosaggio TSH. È un esame del sangue condotto in laboratorio che serve ad analizzare l’attività della ghiandola tiroidea e la concentrazione dell’ormone TSH (thyroid-stimulating hormone). È un ormone prodotto dall’ipofisi ed è deputato a coordinare la produzione degli ormoni FT3 e FT4.  Quando la concentrazione del TSH nel sangue è bassa, si parla di ipertiroidismo. Allo stesso modo, quando poi si è riscontrata una eccessiva presenza degli ormoni FT3 e FT4.
  • Test Anticorpi.  Sono test che valutano la presenza degli anticorpi anti-tireoperossidasi (o anti TPO), anticorpi anti-tireoglobulina e anti recettore TSH. Una loro alterazione è spia di una possibile condizione di ipertiroidismo indotto (per esempio da una condizione autoimmune).
  • Ecografia. Si tratta di un semplice esame per osservare la tiroide e la sua attuale forma, al fine di individuare eventuali difformità, mutazioni o infiammazioni. È e resta l’esame di base per eccellenza.
  • Eco-color doppler. È un esame che può essere abbinato all’ecografia per analizzare lo stato di vascolarizzazione della ghiandola.
  • Scintigrafia tiroidea. Questo è un tipo di esame per immagini un po’ più complicato, che utilizza sostanze radioattive a bassa emissione e a rapido decadimento. Si esegue per valutare non soltanto la morfologia della tiroide ma anche la funzionalità.
  • Biopsia tiroidea. Detta anche «agoaspirato» o FNA (Fine-Needle Aspiration), è un esame più invasivo degli altri, poiché avviene mediante un prelievo di tessuto della ghiandola tiroide. Dopo di che, si procede con un esame citologico. Si esegue quando si sospetti la presenza di un nodulo.

8. Quali le cure per l’ipertiroidismo?
Allo stato attuale esistono quattro tipi di cure.

  • Farmaci tireostatici (o anti-tiroidei). Sono farmaci che riducono l’attività della tiroide e la rapidità con cui sono sintetizzati gli ormoni tiroidei.
  • Farmaci sintomatici. Si usano in genere i farmaci beta-bloccanti per controllare i sintomi.
  • Iodio radioattivo. In questo caso si utilizza una terapia radioattiva, specie nei casi di neoplasie (cancro) tiroidee.
  • Chirurgia. In tutti i casi sia necessaria, o quando il paziente non risponde alle terapie, si può arrivare all’asportazione chirurgica totale o parziale della ghiandola tiroide.