Tumori e noduli maligni della tiroide, da oggi è più facile riconoscerli
Un nuovo metodo diagnosi Ism-Cnr e Università Campus Biomedico Roma permetterà di ottenere diagnosi più accurate, non possibili fino a oggi
ROMA – Noduli tiroidei e tumori benigni o maligni, spesso è difficile distinguerli. Ma ora, grazie a una ricerca italiana si potranno distinguere in modo più efficace. La ricerca è stata condotta dall'Istituto di struttura della materia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ism-Cnr), in collaborazione con l'Università Campus Bio-Medico di Roma, la Thermo Fisher Scientific di Milano e con il contributo della Fondazione Alberto Sordi. I risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports.
Noduli tiroidei in costante aumento
«Il numero di pazienti affetti da noduli tiroidei è in costante crescita, con un aumento concomitante della diagnosi di tumore e degli interventi chirurgici, con asportazione totale della tiroide e conseguente terapia ormonale sostitutiva per un numero rilevante di pazienti – spiega Julietta V. Rau, ricercatrice dell'Ism-Cnr e prima autrice dello studio – Tuttavia, secondo la recente letteratura scientifica, in una parte dei pazienti si potrebbero evitare soluzioni chirurgiche, in particolare per le lesioni follicolari della tiroide e, in alcuni casi, per i piccoli carcinomi. Si tratta di una questione di sanità pubblica su scala globale che coinvolge soprattutto i Paesi ad alto reddito e che ha spinto una rimodulazione delle linee-guida del settore. Attraverso una tecnica combinata di microscopia e spettroscopia di ultima generazione (Raman) – prosegue la ricercatrice – siamo riusciti a distinguere meglio e classificare i tessuti sani da quelli neoplastici e a discriminare le neoplasie follicolari tra forma maligna (carcinoma) e benigna (adenoma), con un'accuratezza diagnostica di circa il 90%. La tecnica utilizzata è già stata sperimentata per la diagnosi di altri tumori ed è in grado di attribuire specifiche caratteristiche biochimiche ai tessuti tiroidei osservati al microscopio».
Diagnostica maggiormente accurata
I risultati di questo primo studio aprono la strada a una diagnostica più accurata dei noduli tiroidei ed è un importante passo verso l'aumento dell'affidabilità della diagnosi delle lesioni follicolari della tiroide, grazie alla spettroscopia Raman accoppiata a indagini istopatologiche.
«In futuro confidiamo di poter traslare al paziente questa tecnica nella fase pre-chirurgica, al momento della valutazione per la scelta del trattamento, in modo da dare l'indicazione terapeutica più appropriata – sottolinea Anna Crescenzi, direttore dell'Unità operativa complessa di Anatomia patologica del Campus bio-medico e principal investigator della ricerca – L'importanza dello studio consiste nel fatto che, attualmente, per decidere se un paziente con nodulo tiroideo necessiti di intervento chirurgico o possa essere seguito clinicamente, si utilizzano ecografia e agoaspirato, due strumenti diagnostici che nelle lesioni follicolari non sono discriminanti. Questa situazione si verifica in circa il 20% dei noduli sottoposti ad agoaspirato. Pertanto, questi pazienti ricevono un intervento chirurgico a scopo 'diagnostico', che in più della metà dei casi poteva essere evitato».
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