29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Pericolo farmaci

Giovane donna muore a causa di un farmaco: ha fatto da cavia a sua insaputa

Una medicina sperimentale per la leucemia. Il marito: «non ne sapevamo niente». La questione, come spesso accade, è stata chiusa con l’assoluzione dei medici.

ROMA – Troppi lati oscuri nella terapia di una giovane donna di 36 anni che è morta, secondo quando dichiarato dal marito, a causa di una farmaco sperimentale. Ma la questione non sta tanto nella presunta pericolosità del medicinale, piuttosto sulla sua somministrazione che, a quanto pare, è stata fatta a insaputa dei due coniugi.

Chi ha dato il consenso?
Malata di leucemia da tempo, muore nel 1991, con molta probabilità a causa di un farmaco sperimentale chiamato Amsacrine e somministrato a Careggi, in Toscana. «Mia moglie è morta a 36 anni a causa di un farmaco, previsto in una terapia sperimentale, di cui però non sapevamo niente», dichiara il signor G.S. La moglie, affetta da molti anni di leucemia, muore all’ospedale di Careggi. Ma secondo i suoi familiari, ci sono troppi lati oscuri sulla scelta della terapia. Tutto ciò è stato evidenziato nel 2013 – avverte Monica Caioli, avvocato – durante una perizia del Tribunale.

Una sperimentazione fantasma
Si chiamava Cinzia Bellucci ed era una ex comandante dei vigili urbani di Scandicci. È deceduta a soli 36 anni. Ma la colpa non era della terribile malattia con cui doveva combattere ogni giorno, ma pare fosse nella disonestà dei medici che la stavano curando. Giovanni Donizelli, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, la definisce «una sperimentazione fantasma». Secondo le ultime dichiarazioni, la Regione non era a conoscenza di un utilizzo di farmaci sperimentali contro la Leucemia. «Temiamo che sia avvenuta senza rispettare il protocollo e senza avvertire né pazienti né Asl. Altra cosa grave è che nella cartella clinica della donna morta a Careggi le date di inserimento nella sperimentazione e del decesso sono sbagliate, come se i moduli fossero stati fatti a casaccio, o «ad arte»», spiega Donizelli.

Assoluzione dei medici
La questione, come spesso accade, è stata chiusa con l’assoluzione dei medici. Tuttavia, il marito chiede che venga fatta chiarezza circa la morte e l’uso indiscriminato di farmaci. Altre persone potrebbero morire a causa di una sperimentazione farmaceutica a loro insaputa. «Vogliamo che sul caso si faccia chiarezza assoluta e chiediamo che la Regione Toscana apra un’indagine interna per verificare se su questa, così come su tutte le altre sperimentazioni, ci siano state omissioni o peggio ancora si sia agito nella clandestinità», continua Donizelli.

Un appello a tutti i cittadini
«Rivolgiamo a tutti i cittadini un appello affinché qualcuno si faccia avanti, se a conoscenza di casi simili che hanno riguardato loro o i loro familiari. Le informazioni che raccoglieremo saranno determinanti per fare luce sull’utilizzo dei farmaci sperimentali negli ospedali», conclude Donizelli.