25 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Gravidanza | Procreazione assistita

Bonino: No al ricorso del Governo

La leader dei Radicali: «Sulla legge 40 e sulla decisione della Corte europea ho cercato di mettere in guardia su quella che è una grande vittoria, rispetto ad entusiasmi eccessivi». Roccella replica alla Bonino: «Il Governo ha dovere di fare ricorso»

ROMA - «Per modificare una legge è chiaro che ci vuole una maggioranza in Parlamento. E non credo che questo governo voglia modificare questa legge. Il governo Monti si definisce tecnico. Io non credo che lo sia, ma visto che così si definisce non credo farebbe bene a presentare ricorso dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo». Lo ha detto Emma Bonino, intervistata da Radio Radicale.
«Sulla legge 40 e sulla decisione della Corte europea - ha aggiunto la vicepresidente del Senato - ho cercato di mettere in guardia su quella che è una grande vittoria, rispetto ad entusiasmi eccessivi: è in primo grado, e questo governo pare voglia fare ricorso, cosa abbastanza impressionante, viste le motivazioni della sentenza, che non meriterebbero un ricorso».
«La sentenza - ha detto la senatrice radicale - è un primo passo importante, ma visto l'andazzo italiano, che non rispetta le sentenze europee e tantomeno adegua le leggi italiane per rispettare quello che l'Europa ci chiede, come il caso malagiustizia dimostra, non bisogna illudersi. Alla nostra classe dirigente - ha concluso Emma Bonino - i trattati che abbiamo firmato, la stessa Corte europea, sembrano cosa esotica, come se non ci riguardasse per niente il diritto e il rispetto delle regole», ha concluso la Bonino.

Roccella a Bonino: Il Governo ha il dovere di fare ricorso - «Qualunque governo, tecnico o meno, ha il dovere di difendere una legge votata dal Parlamento, tanto più se, come questa, è stata confermata da un clamoroso voto popolare: infatti, quando nel 2005 c'è stato il referendum sulla legge 40 e gli italiani hanno avuto l'occasione di modificarne il testo, hanno scelto in massa di rimanere a casa e di mantenere quindi la legge così com'è, contrariamente a quanto è avvenuto per il divorzio e l'aborto». Lo afferma in una nota l'ex sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella in replica a quanto affermato da Emma Bonino.
«Bisogna anche dire - aggiunge Roccella - che se non si facesse ricorso sarebbe comunque necessario un passaggio parlamentare per attuare le modifiche richieste in primo grado dalla Corte Europea: è impossibile, infatti, data la complessità dei problemi tecnici che le modiche aprirebbero, evitare una discussione e un intervento parlamentare».
«Il ricorso comunque è doveroso perché ogni paese, così come ogni cittadino, ha diritto a esaurire i diversi gradi di giudizio: non farlo significherebbe una precisa presa di posizione del governo contro la legge 40, e un utilizzo strumentale della sentenza europea per stravolgerla senza passare dal parlamento e senza nemmeno aspettare una sentenza definitiva. Non mi sembra - conclude Roccella - un atteggiamento adeguato a un governo tecnico».