28 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Gli anziani che fanno più sport sono più felici

Fare attività fisica oggi per non essere depressi domani

Una regolare attività fisica è associata a un minor rischio di soffrire di depressione in età avanzata. Quando il corpo è malato, la mente è più attiva. Pedali al posto del volante per migliorare la salute

ROMA - Una regolare attività fisica è associata a un minor rischio di soffrire di depressione in età avanzata: a sostenerlo è uno dei più grandi studi condotti a livello europeo da un gruppo internazionale di ricercatori, tra cui gli studiosi dell'Università di Goteborg (Svezia), nell'ambito dell'indagine SHARE (Survey of Health, Ageing and Retirement) finanziata dall'Unione Europea. «Non sappiamo ancora con certezza quale sia il rapporto tra attività fisica e depressione, ma ciò che è chiaro è che le persone anziane fisicamente attive sono anche meno depresse», spiega Magnus Lindwall, docente in Psicologia della salute all'Università di Goteborg. Che continua: «Livelli elevati di depressione possono portare a svolgere meno esercizio fisico. Questo suggerisce che vi è una reciproca influenza». I risultati arrivano da uno studio, durato un anno e mezzo, durante il quale Lindwall e colleghi hanno esaminato lo stile di vita e le cartelle cliniche di 17.500 soggetti di 64 anni di età media provenienti da 11 Paesi europei. «Questo studio - conclude Lindwall - è uno dei primi a guardare a come l'attività fisica influenzi la depressione futura e viceversa, e a come i cambiamenti nello svolgimento dell'attività fisica siano associati a cambiamenti nella depressione nel corso del tempo».

Quando il corpo è malato, la mente è più attiva - Quando si è malati la mente diventa più «vigile» e riesce a individuare in modo più efficace i potenziali pericoli. Ad affermarlo, in uno studio pubblicato su Psychological Science, sono i ricercatori dell'Università del Kentucky di Lexington (Usa) guidati da Saul Miller.
Durante la ricerca gli esperti hanno chiesto a un gruppo di soggetti di visionare una serie di immagini che, in alcuni casi, raffiguravano facce umane «deformate» perché, ad esempio, affette da eruzioni cutanee o perché immortalate nell'atto del tossire.
In un primo esperimento i soggetti dovevano associare ai volti una figura geometrica, mentre nel secondo dovevano «interpretare» le immagini dei volti, stabilendo quali celavano sofferenza. Al termine di entrambi i compiti è emerso che i partecipanti che di recente erano stati malati mostravano più attenzione ai volti «anormali»: nel primo esercizio dedicavano più tempo a trovare la corrispondenza con la figura geometrica, mentre nel secondo erano più rapidi a individuarli. Secondo gli esperti questo potrebbe dimostrare che la patologia sperimentata di recente li aveva resi più sensibili ai pericoli e, di conseguenza, maggiormente pronti a evitarli.

Pedali al posto del volante per migliorare la salute - Preferire la bicicletta all'automobile potrebbe migliorare la salute a tutto tondo. A suggerirlo è uno studio pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives, in cui i ricercatori dell'Università del Wisconsin di Madison (Usa) precisano che preferire la bicicletta alla macchina per la metà dei viaggi su breve distanza effettuati durante i sei mesi in cui il clima è più caldo permetterebbe di diminuire i tassi di mortalità e le spese sanitarie per trattare condizioni come obesità e cardiopatie facendo risparmiare, così, circa 2,7 miliardi di euro all'anno. Lo studio è stato condotto in 11 aree metropolitane dell'Upper Midwest che comprende gli Stati del Wisconsin, del Michigan e del Minnesota. Scendere dall'auto per pedalare salverebbe 1.100 vite ogni anno semplicemente migliorando la qualità dell'aria e la forma fisica.
Una delle ragioni principali di questo effetto risiederebbe nella riduzione delle polveri ultrasottili emesse nell'aria, che da sola salverebbe 433 vite all'anno. E, anche se lo studio è stato effettuato in aree metropolitane, ne gioverebbe anche chi vive al di fuori delle grandi città. Non solo: in questo modo, spiega Maggie Grabow, autrice principale della ricerca, si farebbe anche dell'esercizio fisico utile a contrastare l'obesità e, di conseguenza, il diabete di tipo 2. Ma i vantaggi non finirebbero qui: sono gli stessi autori, infatti, a precisare che i benefici includono anche il risparmio economico associato a un ridotto uso delle automobili.