Ru486, la Lega frena. Cota: non andrò contro la legge
«Tutto parte da battuta». Zaia: «Terapia in ambiente protetto». Formigoni prende le distanze dai colleghi. E Fazio: «Leggano legge»
ROMA - Si sgonfia l'altolà alla pillola abortiva Ru486 dei neo eletti presidenti di regione leghisti del Piemonte e del Veneto, Roberto Cota e Luca Zaia. Dopo che sul caso sono emerse le prime contraddizioni polemiche nella maggioranza, Cota e Zaia hanno frenato: il primo parlando di una posizione «mai in contrasto con la legge», e sostenendo di avere «semplicemente detto che per applicare la 194 bisogna somministrare la pillola in regime di ricovero», il secondo rimandando la questione agli organi amministrativi regionali.
FAZIO: «LEGGANO LA LEGGE» - L'attacco più netto è venuto dal ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che ha ricordato ai due esponenti del Carroccio che «la campagna elettorale è finita». «Da donna e da madre», di fronte a una sua figlia che volesse abortire pensa che sarebbe «ingiusto impedirle l'accesso a un intervento non cruento». Laconico il ministro della Salute Ferruccio Fazio: «C'è una legge, se la leggano. E anche se sembra ovvio dirlo, tutte le leggi vanno rispettate». A difendere i governatori leghisti è stata il sottosegretario Eugenia Roccella, ma nel Pdl ci sono anche Alessandra Mussolini che ha chiesto il rispetto della legge 194 e Benedetto Della Vedova che ha ammonito il suo partito a non inseguire la Lega nelle «crociate propagandistiche».
LA NOTA DELLA ROCCELLA - Anche il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella è intervenuta con una nota sul pronunciamento del Consiglio superiore della sanità che ha indicato la necessità del ricovero ospedaliero per l'uso della pillola Ru486. «Il Consiglio superiore di sanità è la massima autorità scientifica istituzionale in ambito sanitario: i suoi pareri non sono strettamente vincolanti ma chi decidesse di seguire comportamenti difformi dovrebbe motivarli adeguatamente assumendosene una completa responsabilità - ha spiegato -. A chi oggi attacca la posizione dei neo governatori leghisti Cota e Zaia ricordo che la diffusione della pillola abortiva in Italia è avvenuta innanzitutto a seguito di votazioni favorevoli di Consigli regionali e comunali, guidati da giunte di sinistra, che si sono espressi per l'uso di un farmaco quando ancora non era autorizzato in Italia, e hanno stilato protocolli e linee guida senza tenere conto dei pareri già espressi dal Consiglio superiore di sanità». Stabilire la compatibilità della pillola con la legge 194, ha concluso, «è questione di competenza del governo e del Parlamento».
FORMIGONI - Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, pur rimanendo «contrario idealmente e culturalmente» alla pillola Ru486, ha preso le distanze dalla sortita del Carroccio ed ha precisato che non si opporrà al suo utilizzo «per il doveroso rispetto che ogni Regione ha delle leggi e dei provvedimenti dello Stato». «Anche in Lombardia apriamo la discussione sull'utilizzo della Ru486», ha detto invece il leghista Andrea Gibelli, secondo il quale «La legge 194 è ormai storicamente superata».
«ASSE LEGA-CHIESA» - La polemica era scoppiata mercoledì, quando Roberto Cota ha detto che le scorte ordinate dall'ex presidente piemontese Mercedes Bresso potranno «benissimo restare nei magazzini». Il giorno dopo è arrivato il duro intervento di Luca Zaia: «Studieremo il modo per non farla arrivare negli ospedali veneti». Posizioni che hanno incassato il plauso di monsignor Rino Fisichella, tanto che diversi quotidiani parlano di «asse Lega-Chiesa». Fisichella ha precisato poi su Avvenire che «sui temi etici non si tratta di essere cattolici o non cattolici, ma di riscoprire il valore fondamentale che è scritto in quella legge naturale che non è un'invenzione né della Chiesa cattolica né dei cristiani». Sempre sul quotidiano della Cei il giurista Alberto Gambino, ordinario di diritto privato all'Università Europea, spiega che «il monitoraggio delle tecniche abortive rientra pienamente nei poteri delle Regioni».
- 11/05/2010 Ru486, in un mese ordinate 1.069 confezioni
- 07/04/2010 Ru486, a Bari primo trattamento con regime ordinario
- 02/04/2010 La Ru486 arriva in ospedale: il no dei governatori leghisti
- 09/12/2009 La Ru486 è in commercio