La Ru486 arriva in ospedale: il no dei governatori leghisti
Zaia e Cota: «La impediremo». Bersani: «Non sono imperatori». Il Ministro Prestigiacomo: «I Governatori rispettino la legge»
ROMA - Parte la distribuzione in Italia della pillola abortiva Ru486 ed è subito scontro. I nuovi governatori del Veneto e del Piemonte, Luca Zaia e Roberto Cota, , hanno annunciato l'intenzione di impedirne la distribuzione nei propri territori; sulla stessa linea anche le dichiarazioni di oggi dei neo governatori campano, Stefano Caldoro, e calabrese, Giuseppe Scopelliti. «Non daremo mai l'autorizzazione per poter trovare questa pillola nei nostri ospedali», ha detto Zaia, mentre il collega Cota è stato ancora più chiaro: «Farò di tutto per contrastarne l'impiego». Posizioni che hanno provocato la levata di scudi del centrosinistra. «Faremo comprendere - ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani - a questi nuovi presidenti che non gli è stata messa in testa una corona da imperatore».
POLVERINI - Meno dura, ma comunque sulla stessa lunghezza d'onda, è stata la neo presidente del Lazio, Renata Polverini: «Io - ha spiegato - sono a favore della vita e farò tutto quello che è necessario per difenderla nel rispetto della legge». Soddisfatta Eugenia Roccella, sottosegretaria alla Salute, per la quale «le dichiarazioni dei nuovi governatori, da Cota a tutti gli altri, dimostrano la volontà di rispettare la legge 194», che invece la sinistra avrebbe tentato di «scardinare» con una campagna volta ad aprire «la possibilità dell'aborto a domicilio».
E se l'Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) sottolinea che la pillola dovrà essere disponibile per tutti gli italiani, pur nel rispetto delle autonomie regionali, il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri ribatte stizzito parlando di «fastidiosa insistenza» dell'Agenzia e di «evidente inadeguatezza» del suo direttore, Guido Rasi, che rappresenterebbe «la persona sbagliata al posto sbagliato». In difesa di Rasi scende in campo la capogruppo al Senato del Pd, Anna Finocchiaro, invitando Gasparri a «evitare minacce».
VATICANO - Soddisfatto invece dell'uscita dei neo governatori è il presidente della Pontificia accademia per la vita, Rino Fisichella, che a Cota invia il suo «plauso». Ma sulla vicenda è lo stesso pontefice, Joseph Ratzinger, a intervenire senza mezze misure, invitando i cristiani a «non accettare un'ingiustizia che viene elevata a diritto» per evitare «l'uccisione di bambini innocenti non ancora nati».
FAZIO: «ATTENERSI ALLA LEGGE» - «C'è una legge, se la leggano. E anche se sembra ovvio dirlo, tutte le leggi vanno rispettate». Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, in un'intervista a Repubblica, sembra richiamare all'ordine i governatori dopo lo stop annunciato da Cota e Zaia alla pillola abortiva Ru486. Il ministro invita tutte le Regioni «ad attenersi alle indicazioni del Consiglio superiore di sanità che prevedono nel rispetto della legge 194 che la pillola Ru486 venga data in ricovero ordinario fino all'avvenuto aborto».
PRESTIGIACOMO - Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, «da donna e da madre», di fronte a una sua figlia che volesse abortire pensa che sarebbe «ingiusto impedirle l'accesso a un intervento non cruento». Anche se prima cercherebbe «in tutti i modi di convincerla a non farlo». Insomma, sì alla pillola abortiva Ru 486, «testata in tutto il mondo» osserva il ministro, e purchè utilizzata in ospedale. Sull'uso della pillola, aggiunge, purché sempre in ambito ospedaliero perché «non è come buttar giù un bicchier d'acqua», «riaprire il dibattito adesso è surreale». E su Maurizio Gasparri che ieri ha elogiato Cota e Zaia, replica seccamente «lasciamo perdere». Come finirà? «Non credo che possa materializzarsi in due regioni un'autonomia organizzativa che prescinda da tutto il lavoro fatto». E poi, sottolinea Prestigiacomo, «non credo nemmeno che gli elettori di centrodestra vogliano questo dai neogovernatori».
LA REPLICA DI ZAIA - Contrario «dal punto di vista etico» e con «grosse perplessità» rispetto alla sperimentazione «perchè ci sono stati dei morti». Il neogovernatore del Veneto, Luca Zaia spiega al quotidiano online Affaritaliani.it il suo no all'uso della Ru486 nelle strutture venete. Ma non si va contro la 194? «No. Stiamo talmente banalizzando la questione che la Ru486 rischia di diventare l'aspirina delle minorenni. Interpreto appieno le parole del Papa, al di là della legge c'è anche una questione etica. L'ho fatto con l'Ogm, lo faccio anche con questa pillola».
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