31 luglio 2025
Aggiornato 03:30

Crisi economica, MOIGE: in Italia l’aborto rischia di essere selettivo

«E' sempre più urgente la necessità di offrire un adeguato sostegno a tutte quelle famiglie che sono obbligate da motivi economici ad abortire»

ROMA - Il Moige - Movimento Italiano Genitori ribadisce la necessità che le Istituzioni competenti affrontino una volta per tutte il problema dell’aborto per motivi economici. Tale fenomeno è da sempre presente nella realtà italiana, in quanto priva di reali forme di sostegno dei futuri genitori, sia di tipo economico sia di strutture fornitrici di servizi realmente accessibili e gratuiti, come ad esempio gli asili nido, e rischia di divenire ancora più acuto come dimostra l’intervento di oggi della Clinica Mangiagalli di Milano, in un periodo di crisi economica come questo.

«L’attuale crisi finanziaria, che vede le famiglie italiane arrancare per arrivare a fine mese, terrorizza i futuri genitori che si ritrovano spesso impauriti dalle enorme spese che comporta un bebè.» afferma Maria Rita Munizzi, Presidente Nazionale del Moige «la paura di non farcela, la sensazione di impotenza e il timore di non poter offrire al bambino in arrivo una vita dignitosa possono spesso portare a scelte devastanti come l’aborto. E’ necessario che si affronti veramente il fenomeno aiutando tutte quelle donne che non possono per motivi economici fare la scelta di portare a termine la gravidanza e tenere il proprio bambino. La questione delle difficoltà economiche, causa molto diffusa nella scelta di abortire per la donna, deve essere affrontata con decisione, perché uno Stato civile deve mettere la futura mamma nella condizione di operare una scelta veramente libera, garantendole sostegno economico nel caso decida di portare a termine la gravidanza. Non vorremmo – conclude la Munizzi – che la crisi economica in atto porti a una forma di aborto selettivo, dove i bambini delle famiglie meno agiate rischiano di non poter nascere.»

Una vera politica della maternità deve partire da questo: dove ogni interruzione di gravidanza ha un costo per il sistema sanitario di circa 10mila euro, si dovrebbe offrire almeno la stessa cifra a chi decide di portare a termine la gravidanza garantendo così una parità di trattamento economico per ambedue le scelte.