17 aprile 2025
Aggiornato 20:31
Centrosinistra

Romano Prodi: «Un suicidio sciogliere il mio PD»

L'ex Presidente del Consiglio a Repubblica: «Non cambiamo nome. Bisogna tornare tra la gente per parlare di problemi concreti». Occhetto: «Pd senz'anima, si apra a fronte largo contro reazionari». De Micheli: «La mia candidatura è vera»

Romano Prodi con Enrico Letta
Romano Prodi con Enrico Letta Foto: Agenzia Fotogramma

«Ho speso tutta la mia vita politica per riunire le culture del riformismo. Il Pd va cambiato, dina- mizzato, proiettato, ma scioglierlo sarebbe come ripudiare la mia vita, una specie di suicidio, e non ho ancora una volontà suicida». Lo dice in una intervista a La Repubblica Romano Prodi.

Per il fondatore dell'Ulivo «il cambiamento» del Pd in ogni caso «deve essere radicale perché i rapporti con il Paese si sono ristretti molto, vanno ricostituiti. Qui bisogna ricominciare a parlare con la gente delle cose che si discutono a tavola, quindici o venti argomenti: dagli adolescenti alla droga, al lavoro, alla salute, alla ricerca. L'Ulivo non era populista ma non era elitario. Non è bene essere populisti, ma neppure elitari. Quando vedo la poca durata dei segretari, il gioco del vertice che ha attirato tutta l'attenzione, penso che lì è avvenuto un distacco».

E sulla questione del nome del partito, Prodi conclude: «Il nome va benissimo è pieno di significato, meglio di così non si può trovare. Il Paese si è sfibrato negli ultimi vent'anni con i cambi di governi, non si è sfibrato solo il Pd con i cambi di segretari. Bisogna riprendere speranza e dialogare».

Occhetto: «Pd senz'anima, si apra a fronte largo contro reazionari»

«Il Pd non ha un'anima. Letta ha detto cose importanti, mai più governi di unità nazionale, avanti con una nuova generazione, no alla scelta tra Conte e Calenda. Cose necessarie ma non sufficienti. Manca ancora la questione di fondo: quale identità? Meglio ancora: quale anima?». Lo dice in una intervista a La Stampa l'ultimo segretario del Pci Achille Occhetto.

«Se è vero che la prima cosa a cui pensare è la ridefinizione di una identità più complessiva, fino ad oggi la cosa più sbagliata è stata quella di concepire il Pd come soggetto isolato», spiega Occhetto, che poi rivolge «un consiglio a Letta, Conte, Calenda, Fratoianni e a tutti coloro che si professano di sinistra: riunitevi in una stanza, guardatevi negli occhi e chiedetevi: vogliamo continuare a giocare a rubamazzetto? Oppure vi ponete il problema più serio? In Italia e in Europa è in atto una nuova ondata reazionaria, che non sarà fascismo, ma che è diversamente pericolosa. Io credo che sia urgente un esame di coscienza».

«Conte? Ha sollevato alcuni temi di sinistra, ma chi è stato nel Pci dovrebbe sapere che non sono sufficienti: la sinistra deve rappresentare i più deboli ma senza mai smarrire una visione ampia dei problemi nazionali e internazionali», conclude.

De Micheli: «La mia candidatura è vera ma provano a silenziarla»

«La mia candidatura è vera, anche se molti provano a silenziarla. Io ho ragioni potenti per candidarmi alla segreteria di un partito che è scalabile. Non sono sola, tante federazioni e circoli lavorano con me a un'idea diversa di Pd, per mettere molto più potere decisionale nelle mani degli iscritti. Ho molte idee per cambiare il Pd, a partire da un'organizzazione più concentrata su iscritti e volontari». Lo dice in una intervista al Corriere della Sera l'ex deputata Pd Paola De Micheli.

«Siamo il partito che ha fatto più leggi a favore delle donne, ma poi le candidature a sindaco o presidente di Regione sono rarissime. E la colpa è anche della misoginia di alcune donne che, con un po' di accidia, si sentono soddisfatte da un ruolo ancillare», prosegue De Micheli.

Giorgia Meloni, conclude, «sarà la prima donna premier e io la prima segretaria del Pd, guiderò l'opposizione e torneremo a vincere. Sarò l'anti Meloni perché mi preoccupa molto il modello dei governi ungherese e polacco, che comprime le diversità in favore di una semplificazione deteriore. Il limite di Meloni è pensare che per arrivare basta impegnarsi. Ma non è così, la vita delle donne in Italia non è come la sua».