Guido Crosetto: «Berlusconi anche contro il Ppe. Sulla guerra in Ucraina sta inseguendo i sondaggi»
Il fondatore di Fratelli d'Italia: «Giorgia Meloni a differenza degli alleati, è libera da amicizie, interessi e condizionamenti. Molto semplicemente: ha ben presente chi è l'aggressore e chi è l'aggredito, ha la libertà di muoversi di conseguenza»
«La posizione di Silvio Berlusconi dell'altro giorno presenta per l'Occidente alcuni elementi di pericolosità. Non certo sull'aspetto che rimandava al pacifismo, quello ci può anche stare. Quanto sulla necessità di convincere l'Ucraina ad accontentare Putin. Le frasi su questo punto smentivano non solo gli Usa e l'Ue. Ma anche la posizione ufficiale del Partito popolare europeo, di cui Forza Italia è parte integrante». Lo dice al Corriere della Sera Guido Crosetto, fondatore di Fratelli d'Italia da cui è uscito dopo aver abbandonato la politica.
«Ho visto che Berlusconi ha corretto il tiro sull'invio delle armi in Ucraina», spiega nell'intervista, «Me l'aspettavo. Come mi aspettavo anche la sua presa di posizione tutt'altro che ostile a Vladimir Putin dell'altro giorno...».
«Ero sorpreso relativamente», aggiunge, «Primo, perché l'amicizia tra Berlusconi e Putin è una cosa che mi era ben chiara già da prima di venerdì. Secondo, perché so quanto Berlusconi ci fosse rimasto male, all'inizio della guerra, per non essere riuscito a mettersi in contatto con Putin. L'aveva cercato per proporre una sua mediazione, l'altro non ha mai richiamato».
«La posizione di Giorgia Meloni», prosegue Crosetto a proposito del conflitto in Ucraina, «a differenza degli alleati, è libera da amicizie, interessi e condizionamenti. Molto semplicemente: ha ben presente chi è l'aggressore e chi è l'aggredito, ha la libertà di muoversi di conseguenza».
«Mi pare evidente», sottolinea, che le leadership di Forza Italia e Lega seguono i sondaggi e provano a risalire la china. «Berlusconi», ricorda, «è una vita che segue i sondaggi. Anzi, ha insegnato lui alla politica italiana a seguirli. Lo sta facendo anche sull'Ucraina, mi pare chiaro».
Quanto a Matteo Salvini, «ha sposato la via del pacifismo. E ci sta. Sorprende però un aspetto: ha sempre sostenuto la legittima difesa di chi spara a un ladro che ti entra dentro casa; un principio che, adesso, non adotta di fronte all'invasione di uno Stato intero. Ma uno Stato intero che ti entra dentro casa è più pericoloso di un ladro. O sbaglio? Per non parlare dell'inviolabilità dei confini». Ossia, «come fai a combattere una battaglia politica mastodontica se una barchetta di immigrati entra a Lampedusa e poi non combatterne una un milione di volte più grande se a violare i confini sono migliaia di carrarmati? Per Berlusconi e Salvini, insomma, i confini sono inviolabili se entra una barchetta a Lampedusa o se a entrare sono i carrarmati?».