5 ottobre 2024
Aggiornato 07:30
Partito Democratico

Madia-Serracchiani ai ferri corti sul ruolo di capogruppo alla Camera. Delrio: «Ferito»

Botta e risposta via lettera tra Marianna Madia: «Cooptazione mascherata» e Debora Serracchiani: «Autonomia è mia cifra» che fotografo lo stato del partito

Marianna Madia e Debora Serracchiani
Marianna Madia e Debora Serracchiani Foto: Maurizio Brambati ANSA

«E' in corso una discussione e martedì ci sarà una decisione anche alla Camera. Se una cosa non funziona si aggiusta» perchè il problema sulla parità di genere, anche nel Pd - in dieci anni, «tre congressi e nove segretari, tutti maschi» - è «gigantesco». Così, nel tardo pomeriggio, il segretario del Pd Enrico Letta parlava, in un confronto su Facebook, con i segretari dei circoli Dem fiorentini, della scelta del nuovo capogruppo del partito a Montecitorio. Una donna. Nemmeno un'ora dopo il diluvio. Un botta e risposta via lettera tra Marianna Madia e Debora Serracchiani, le due «candidate», e una lettera infastidita dell'ex capogruppo Graziano Delrio che ha fatto un passo indietro per inaugurare il nuovo corso. Tre lettere ai deputati che fotografano lo stato del partito.

«Non ho invitato nessuno a candidarsi e nessuno a non farlo perché sarebbe stato poco rispettoso della libertà» scrive Delrio, tirando le somme dell'accaduto e specificando di non aver fatto «trattative anche perché direi di aver già fatto la mia parte. E forse di non meritare accuse di manovre non trasparenti o di potere visto che a quel potere ho voluto rinunciare lasciando immediatamente il mio incarico. Certe parole mi feriscono oltremodo perché non corrispondono alla realtà e perché vengono da un persona che ho stimato sempre. Credo e spero che si tratti di amarezza».

Tutto inizia, appunto, con la lettera dell'ex ministra Marianna Madia secondo la quale «quello che poteva essere un confronto sano tra persone che si stimano si è subito trasformato in altro. Immediatamente si è ripiombati nel tradizionale gioco di accordi trasversali più o meno espliciti con il capogruppo uscente, da arbitro di una competizione da lui proposta, che si è fatto attivo promotore di una delle due candidate, trasformando ai miei occhi il confronto libero e trasparente che aveva indetto in una cooptazione mascherata».

All'accusa risponde, «per quanto a malincuore» Debora Serracchiani: «Non posso credere che Maria Anna intenda riferirsi a me come una persona cooptabile e quindi, dovrei supporre, non autonoma. No, l'autonomia è stata la cifra della mia storia personale e politica, e anche quando sono stata accanto a qualcuno l'ho fatto lealmente, condividendo idee e mantenendo libertà di giudizio. Chi sa, me lo riconosce».

Bonaccini: «Se mi candido? Da marziani parlare ora di questi temi»

Parlare di congresso ora e candidatura alla segretaria del Pd «è da marziani. Oggi gli italiani vogliono parlare di lotta alla pandemia, di piano vaccinale, Recovery Plan... Chi ha le attività chiuse vuole sapere quando le riapre e chi ha i figli in casa vuole sapere quando tornano a scuola». Così a «Mezz'ora in più» Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni. «Non incontro nessuno che mi chiede quando sarà il congresso del Pd. La gente mi chiede quando finirà questa crisi. Ed è di questo che dobbiamo parlare».

«Ora - ha aggiunto - un segretario c'è, è Letta e tutti noi abbiamo il dovere di dargli una mano».

Boccia: «PD è partito dei militanti e non degli eletti»

«Moncalieri è un esempio di quello che il PD deve tornare ad essere, un PD che ha saputo ascoltare la propria comunità con tanta umanità, ha saputo non chiudersi in sé stesso ed è riuscito, con il sindaco Paolo Montagna, a conquistare il 40% alle ultime elezioni. Ecco quello che il PD dev'essere: un partito dei militanti, in cui gli eletti si mettono al servizio delle istituzioni, ascoltando le proposte dei compagni di partito. Il segretario Letta su questo è stato chiaro e oggi chiede ai circoli di prendere in mano le redini del partito e di sostenere questo processo straordinario». Lo afferma Francesco Boccia, deputato e membro della segreteria nazionale del Pd intervenendo al circolo PD di Moncalieri per la Consultazione sui 21 punti lanciati dal Segretario Letta in Assemblea.

«Con la discussione e il confronto noi siamo pronti a cambiare anche le nostre convinzioni per amore del PD. Ma avendo ben saldi i nostri valori: europeismo, lavoro, sanità e scuola pubblica, difesa e tutela dell'ambiente e sviluppo sostenibile come si vede in centri con grande tradizione industriale come Moncalieri. Il PD è il partito che deve portare gli ultimi al governo, i più deboli, i non protetti, i giovani, i più fragili. Il partito con le radici nelle strade e nelle piazze, che torna a risiedere lì dove è nato e dove è nata la sinistra. Chi ha bisogno di far sentire la propria voce deve sapere che la sua casa è il Partito Democratico», conclude Boccia.