Open Arms, la difesa di Matteo Salvini: «Rischio 15 anni per nave spagnola in acque maltesi?»
Il leader della Lega su Facebook da la sua lettura della nuova inchiesta a suo carico per aver bloccato lo sbarco dei migranti dalla nave Open Arms: «Indicazione Pos non spettava all'Italia»
ROMA - «Si vede che era un attacco preventivato al ministro che difendeva l'Italia e gli italiani. Nessuno verrà processato in Spagna e a Malta, chi rischia il processo? Matteo Salvini, ma è normale?». Il leader della Lega su Facebook da la sua lettura della nuova inchiesta a suo carico per aver bloccato lo sbarco dei migranti dalla nave Open Arms. «Oggi viene presentata una mia memoria difensiva in Giunta al Senato per un altro caso di sequestro di persona, secondo l'accusa, stavolta è la nave ong spagnola Open Arms - spiega Salvini -. Dovrei essere processato perchè una nave spagnola che ha raccolto immigrati in acque maltesi e ha chiesto un porto sicuro in Spagna e a Malta, non in Italia che non c'entrava niente. La Spagna ha concesso un porto sicuro a Madrid ma il comandante della ong ha detto di no ed è venuto in Italia e io per aver bloccato quello sbarco devo giustificarmi e rischio un altro processo, altri 15 anni di carcere? Ma vi rendete conto? Per una nave spagnola in acque maltesi».
Salvini: «Indicazione Pos non spettava all'Italia»
L'indicazione del Pos (place of safety - porto sicuro) spettava alla Spagna o a Malta (e non certo all'Italia) e il comandante della nave ha deliberatamente rifiutato il Pos indicato successivamente da Madrid, perdendo tempo prezioso al solo scopo di far sbarcare gli immigrati in Sicilia, come già aveva fatto nel marzo 2018, ricavandone un processo per violenza privata e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Questo il leader della Lega ed ex Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, riporta nella sua memoria depotitata in Giunta per le autorizzazioni del Senato sul caso della nave mercantile battente bandiera spagnola e affittata dalla ong Pro-Activa Open Arms. Domani la Giunta si riunirà e il presidente, Maurizio Gasparri, presenterà la sua proposta.
Salvini nella memoria sottolinea che Open Arms ha chiesto il Pos all'Italia la sera del 2 agosto ma non poteva ricadere sullo Stato italiano l'onere di una risposta di competenza di altri Stati. Open Arms - secondo l'ex ministro - poteva dirigersi verso altri Paesi che avevano l'obbligo di accoglierla. Per questo motivo Salvini considera paradossale affermare che, per il solo fatto di essere entrata in acque italiane senza aver ottenuto il Pos, possa configurarsi il reato di sequestro di persona nei suoi confronti.
«L'Italia non aveva alcuna competenza»
Salvini, nella sua memoria ricostruisce la vicenda, ricordando che i primi Paesi contattati e informati da Open Arms dopo le operazioni di salvataggio erano stati la Spagna, Paese di bandiera della nave e Malta in quanto zona più vicina al punto dei salvataggi. «L'Italia non aveva alcuna competenza e alcun obbligo con riferimento a tutti i salvataggi effettuati dalla nave spagnola Open Arms in quanto - spiega Salvini - avvenuti del tutto al di fuori di aree di sua pertinenza». Open Arms, secondo quanto riferisce il leader leghista, ha chiesto il Pos all'Italia la sera del 2 agosto. Ma, spiega Salvini, non può ricadere sullo Stato italiano l'onere di una risposta di competenza di altri Stati.
Open Arms poteva dirigersi verso altri Paesi che avevano l'obbligo di accoglierla. Infatti, si legge nella memoria, il comandante ha rifiutato il Pos concesso dalla Spagna il 18 agosto e addirittura rifiutato l'assistenza offerta dalla Capitaneria di Porto italiana che si era detta disponibile ad accompagnare la nave verso la Spagna, prendendo a bordo alcuni immigrati. In più, la stessa Spagna aveva inviato verso Lampedusa l'unità Audaz per dare assistenza alla Open Arms (18 agosto). Gli eventi dell'agosto 2019 sono simili a quelli del 16 marzo 2018, che avevano coinvolto Open Arms e lo stesso comandante e rispetto ai quali la procura di Ragusa aveva già chiesto il rinvio a giudizio (accuse: violenza privata e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il Viminale è parte lesa).
«Cercano di spaventarmi ma io non mollo»
«E' chiaro ed evidente che cercano di farmi passare la voglia, di spevantarmi, intimorirmi, sfiduciarmi con articoli fondati sul nulla, inchieste fondate sul nulla, processi in tribunale uno, due, tre, quattro, cinque...ma io non mollo perchè ci sono i miei figli e perchè ci siete voi e confido ci siano tanti magistrati sinceri e liberi che vanno in tribunale non a far politica ma a fare giustizia». Lo ha detto Matteo Salvini in un video su facebook parlando dell'autorizzazione a procedere nei suoi confronti per le navi dei migranti bloccate su sua indicazione quando era ministro dell'Interno e per le quali è stato indagato per sequestro di persona. «Non pretendo medaglie o statue equestri mi basta un grazie e non passare le giornate in tribunali con magistrati e avvocati», ha aggiunto.
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