19 marzo 2024
Aggiornato 04:00
MoVimento 5 Stelle

Gianluigi Paragone: «Addio Di Maio doveroso ma in ritardo»

Il Senatore del Gruppo Misto, ex M5s: «Credo che la più grande sconfitta Luigi la proverà a fine febbraio, quando si voteranno le suppletive in Campania. Voti persi da M5s cercano un interlocutore»

L'ex Senatore M5s, Gianluigi Paragone
L'ex Senatore M5s, Gianluigi Paragone Foto: ANSA

ROMA - «Le dimissioni di Di Maio erano doverose, ma arrivano in ritardo: doverose perché quando inanelli una serie di insuccessi progressivi e costanti ne sei ovviamente responsabile, in ritardo perché avrebbe dovuto dimettersi dopo il voto della piattaforma Rousseau che lo smentiva rispetto alla decisione di presentarsi in Emilia e Calabria». È quanto dichiara il senatore del gruppo Misto, Gianluigi Paragone, ex M5s, in un'intervista a «Il Mattino».

Per Paragone non cambierà perà nulla: «Del resto lunedì i commenti sul dopo voto non li chiederemo a Crimi, ma a Di Maio. Il quale non potrà certo difendersi dicendo che non è più il capo politico dei Cinque stelle». Allora perché questa tempistica? «Perché è appannato lui, non per una dinamica del Movimento. Non cambiava nulla a questo punto se le dimissioni fossero arrivate la settimana dopo le elezioni. Il colpo si sente sui territori e non penso che questa ammissione di debolezza possa far bene né in Calabria né in Emilia. Credo inoltre che la più grande sconfitta Luigi la proverà a fine febbraio, quando si voteranno le suppletive proprio in Campania e lì, secondo me, il M5s perderà quel seggio che invece aveva vinto alle Politiche».

Elettori M5s traditi

Paragone focalizza la sua attenzione su quella «grossa fetta di cittadini italiani che aveva creduto nel messaggio di riscossa del Movimento e che il Movimento ha tradito per colpa del suo capo politico». E a chi gli chiede dove andranno i voti persi dal M5s, risponde: «In parte se ne sono già andati, qualcuno andrà o tornerà nell'astensione, nel non voto, qualcuno ha scelto altri contenitori. Di sicuro la matrice del voto del M5s doveva essere antisistema, ma se guardo le mosse del Movimento 'di Governo', di questo c'è ben poco. Mi sembra che abbiano confermato tutta l'intelaiatura del sistema. Le faccio presente che un altro giorno è passato senza aver tolto le concessioni autostradali ai Benetton. In più mi hanno detto che Di Maio abbia offerto la poltrona dell'ENI o a una partecipata all'attuale numero uno di Confindustria. Spero proprio che non sia vero».

Voti persi da M5s cercano un interlocutore

«Io mi prendo il mio programma elettorale con cui avevamo vinto le elezioni, molto radicale e molto antieuropeista, me lo tengo stretto e lo continuo a predicare in giro per l'Italia con i pezzi di movimento che Di Maio ha lasciato perdere e che sono già stati estromessi dalle nuova struttura del Movimento». Alla domanda se dunque «fonderà una cosa nuova?», Paragone ha risposto: «Questo lo si vedrà perché le cose né si fondano dall'alto, né nascono nei laboratori della politica. Nascono perché ci sono già. Quella metà dei voti del M5s persi per strada hanno bisogno di un interlocutore. Molti cercano un interlocutore forte, radicale e terzo».

Crimi: «Ho tutti i poteri da capo politico»

Sulla leadership nel Movimento 5 Stelle «non ci poniamo il problema dei tempi o dei poteri, ma di guidare il M5S nella riorganizzazione. In ogni caso, da capo politico ho tutti i poteri previsti dallo statuto». Lo afferma Vito Crimi, subentrato alla guida dei M5S dopo il passo indietro di Luigi Di Maio, in una intervista al Corriere dell Sera. «È una sfida, sento una grossa responsabilità. Ho avuto tantissimi attestati di stima, attivisti e colleghi si sentono rassicurati. Mi dicono che sono la persona giusta per condurre il Movimento in questo momento di crescita - afferma - alla luce della mia lunga esperienza».

Il quotidiano gli obietta che i consensi appaiono dimezzati. «È più importante il consenso a tutti i costi o far bene per il Paese? Noi non abbiamo aiutato i potenti, ma i poveri - dice Crimi - . Una categoria che non influenza le masse». E se anche salvini vincesse in Emilia Romagna il governo andrà avanti: «ha un cronoprogramma da definire e attuare, al di là delle tornate elettorali».