19 marzo 2024
Aggiornato 08:30
MoVimento 5 Stelle

M5s, il Senatore Luigi Di Marzio lascia: «Io insultato per aver firmato il referendum, epurato di fatto»

Il senatore ha annunciato in Aula di aver lasciato il M5s per passare al Gruppo Misto: «Non posso che prendere atto ancorché con il rammarico di separarmi da colleghi integerrimi»

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ROMA - Il senatore Luigi Di Marzio ha annunciato in aula a Palazzo Madama il suo passaggio dal gruppo M5s al gruppo Misto. Eletto in Molise, Di Marzio ha spiegato di essere stato additato quale «eretico» e «traditore» per aver sottoscritto la richiesta di referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Tutto questo, ha spiegato, nel silenzio dei vertici del Movimento disinteressati «ad accogliere qualsivoglia contributo ulteriore rispetto a quello di pigiare pulsanti». «Un'epurazione di fatto», l'ha definita.

Di Marzio ha illustrato le ragioni che lo hanno portato a firmare per il referendum confermativo della legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari, una decisione, a suo parere «di tale portata» da dover essere sottoposta «al popolo sovrano essendo io per formazione incapace, a differenza di molti, di reputarmi depositario di verità. Sorprendentemente questo gesto, improntato al rigoroso rispetto ella democrazia sostanziale, si è invece trasformato in motivo di stigma e non soltanto sui social network. Non si è registrata nessuna presa di posizione ufficiale a difesa di un principio democratico cui pure si era inneggiato lasciando così che venissi additato quale eretico e traditore».

Epurazione di fatto

«Non è accettabile - ha insistito Di Marzio - il silenzio che ha accolto i giudizi con cui è stata esplicitamente stigmatizzata la scelta da me compiuta. Di fronte a un'epurazione di fatto, della quale non posso che prendere atto, col rammarico di separarmi da colleghi integerrimi, per fugare qualsiasi dubbio, formalizzo la decisione di aderire al gruppo Misto, formazione inidonea a favorire qualsiasi reiterazione di una esperienza - che anche per ragioni di età non può che ritenersi ormai alle spalle - rivelatasi deludente anche a causa del sostanziale disinteresse ad accogliere qualsivoglia contributo ulteriore rispetto a quello di pigiare pulsanti».

«Chi parla - ha detto Di Marzio prendendo la parola davanti all'assemblea - solo per disciplina ha contribuito con il proprio voto alla legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari pur condividendo non solo le perplessità manifestate da studiosi della materia ma anche le critiche di quanti hanno argomentato che un risparmio avrebbe potuto ottenersi con una procedura più snella e senza dover incidere sul dettato costituzionale operando cioè una semplice decurtazione degli emolumenti ma mantenendone invariato il numero».

Le polemicbe sulle restituzioni

«Sarebbe stata scongiurata - ha proseguito - ogni conseguente diatriba circa il vulnus arrecato a equilibri sanciti dalla costituzione e si sarebbe non soltanto realizzato l'obiettivo di contrasto strutturale agli asseriti privilegi della casta, storica battaglia M5s, ma si sarebbe anche posto fine alle polemiche sulle restituzioni effettuate dai portavoce M5s che del tutto casualmente nelle ultime settimane hanno visto anche me infondatamente additato, contrariamente al vero, quale responsabile di non avere effettuato alcun versamento da oltre un anno».

«In qualità di senatore che reputa il dovere di rappresentanza dell'intera nazione, non soltanto di una parte politica - ha sottolineato Di Marzio - ho ritenuto che non mi fosse consentito sottrarmi per viltà e quieto vivere all'obbligo di lasciare la parola definitiva ai cittadini elettori affinché ad essi fosse riconosciuto il diritto di partecipare a una scelta di rilevanza tale che, se non vagliata con la più ampia ponderazione possibile, graverebbe su chi si fosse arrogato la potestà di decidere sull'intera collettività mentre dichiarava di essere mero portavoce di essa».

«L'antinomia degli obiettivi attuali rispetto a quelli perseguiti da altri, in anni non troppo lontani, pur apparendo indubitabile - ha concluso - non è tuttavia sufficiente ad esorcizzare del tutto il timore che ciò che sta accadendo possa favorire i disegni di chi progetti non dissimili abbia già propugnato in passato nell'ambito di oscuri piani di rinascita democratica ovvero di trasformazione in senso presidenziale dell'assetto istituzionale».