29 marzo 2024
Aggiornato 00:00
La crisi libica

Di Maio: «Sulla Libia finalmente l'UE parla con una sola voce»

Il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dopo il Consiglio UE: «Una escalation che ci preoccupa. Non c'è solo rischio instabilità, c'è rischio terrorismo»

Il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio
Il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio Foto: ANSA

BRUXELLES (ASKANEWS) - Il Consiglio Esteri Ue straordinario dedicato alla situazione in Libia e in Medio Oriente, a Bruxelles, è stato «un Consiglio importante per l'Italia e per l'Unione europea». Lo ha detto il ministro degli esteri Luigi Di Maio ai giornalisti all'uscita della riunione. «La discussione sulla Libia - ha spiegato - diventa sempre più centrale per le istituzioni dell'Ue, e per noi questo è importantissimo: il ruolo dell'Ue è centrale per risolvere il conflitto per procura che si sta svolgendo in Libia».

In questo conflitto è in corso, ha rilevato Di Maio, «una escalation che ci preoccupa, perché la Libia è a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste, e non c'è solo un rischio instabilità: c'è un rischio terrorismo. Un rischio che possiamo risolvere, evitare, se riusciamo a mettere attorno a un tavolo tutti gli attori di questa crisi; che purtroppo non sono solo i libici. Ci sono altri paesi - ha sottolineato il ministro - che interferiscono continuamente con questa guerra civile, e il nostro obiettivo è metterli attorno a un tavolo insieme ad altri paesi dell'Ue e della comunità internazionale per riuscire a trovare una soluzione».

Per questo, ha continuato Di Maio, «abbiamo detto anche oggi che è importante individuare prima possibile la data per la Conferenza di Berlino, perché è una conferenza che ci permetterà di mettere intorno a un tavolo tutti gli attori di questa crisi, di questa guerra. Siamo ovviamente preoccupati per la sicurezza, non solo dell'Italia ma dell'Europa. E per risolvere una crisi che va avanti da anni, e che parte da uno scellerato bombardamento nel 2011, abbiamo bisogno di un'Europa che parli con una sola voce».

«C'è un embargo contro le armi - ha ricordato il ministro - che andrebbe fatto rispettare; eppure in Libia le armi entrano via mare, via terra e per via aerea e questo non è accettabile e non è rispettoso neanche per la credibilità delle Nazioni Unite». Di Maio, tuttavia, non ha risposto a una domanda sulla missione navale Sophia dell'Ue, che ha il compito tra l'altro di controllare l'embargo sulle armi via mare, e che proprio l'Italia ha fatto sospendere, con il governo precedente.

«Lavoreremo nei prossimi giorni - ha annunciato il ministro - come abbiamo fatto nell'ultima settimana. Il lavoro dell'Alto Rappresentante Ue, Josep Borrell, è stato molto importante; sosteniamo la Germania nel processo di Berlino, e come sempre dialogheremo con tutte le parti, come abbiamo fatto e come stiamo facendo».

Insomma «è stato un Consiglio degli Affari esteri nel quale l'Ue parla con una sola voce, e porta avanti sul dossier libico un protagonismo che mancava da tempo; e questo lo si deve anche all'iniziativa dell'Italia di proporre una missione dell'Ue che riguardasse la Libia. Una missione che poi ha rappresentato l'occasione per Josep Borrell di incontrare qui Fayez al Sarraj», il premier libico.

«Una missione - ha aggiunto Di Maio - che poi ha dato altri risvolti, perché negli ultimi giorni anche l'Italia è stata protagonista di vari viaggi. Io sono stato a Istanbul, al Cairo e ad Algeri, per chiedere a tutti di favorire il processo di Berlino, la conferenza di Berlino per cui speriamo - ha ripetuto - che ci sia presto una data».

«Siamo anche contenti - ha concluso il ministro degli Esteri - che sia stata accolta la richiesta dell'Italia di coinvolgere i Paesi limitrofi della Libia, come l'Algeria, che ha un ruolo fondamentale nella stabilizzazione di quella regione».