Il centrosinistra spera nelle Sardine
Difficile dire quanti erano, ma a San Giovanni c'era tanta gente, migliaia di persone, e tutti i partiti di centrosinistra cercano di conquistare le simpatie del nuovo movimento
Difficile dire quanti erano, ma le Sardine centrano l'obiettivo, a San Giovanni c'era tanta gente, migliaia di persone, e tutti i partiti di centrosinistra cercano di conquistare le simpatie del nuovo movimento con un coro di commenti positivi. La piazza si dichiara «apartitica», ma non c'è dubbio sulla collocazione politica: a sinistra, soprattutto in contrapposizione a Matteo Salvini. Anche le «proposte» che alla fine Mattia Santori elenca, con tono un po' ironico verso che ha criticato il movimento, sono quasi tutte slogan anti-salviniani.
Anche le presenze sul palco hanno una connotazione ben precisa: parla Pietro Bartolo, eurodeputato e per tanti anni medico dei migranti a Lampedusa ("Assolutamente non tutto è perduto, questa piazza ci dà speranza, dice che dobbiamo voltare pagina"). C'è Giorgia Linardi, la portavoce della Sea Watch, la Ong di Carola Rakete. «Siamo stati investiti da una campagna di criminalizzazione. Il sovranismo non funziona perché è un paradosso. Non riesce a dare soluzioni a quello che pone come un problema».
In piazza niente bandiere di partito - vietate dagli organizzatori - ma si canta «Bella ciao» e poi l'inno di Mameli. Santori manda subito un messaggio di non belligeranza all'affollato mondo del centrosinistra: «Corriamo un unico rischio - ha spiegato - illudersi che le Sardine siano la soluzione a tutti i mali. Non vogliamo sostituirci a nessun movimento di lotta dal basso né ai politici».
Le sei proposte delle Sardine
«Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a fare politica, invece di fare campagna elettorale permanentemente». Secondo, «pretendiamo che chiunque ricopre la carica di ministro comunichi solamente sui canali istituzionali. Terzo punto - ha continuato - pretendiamo trasparenza nell'uso che la politica fa dei social network, sia economica, sia comunicativa». Quindi, «quarto punto, più difficile: pretendiamo che il mondo dell'informazione protegga, difenda e si avvicini alla verità e traduca tutto questo sforzo in messaggi fedeli ai fatti».
Il quinto punto è che «la violenza venga esclusa da toni e dai contenuti della politica in ogni sua forma, e aggiungerei: è il momento che la violenza verbale venga equiparata a quella fisica». Ultimo punto «chiediamo di ripensare il decreto sicurezza. C'è bisogno di leggi che non mettano al centro la paura». Qui la piazza protesta, molti dicono che «ripensare» è troppo poco. Santori si interrompe, quindi continua: «Lo sto dicendo... Abrogare, ok! Leggi che mettano al centro il desiderio di costruire una società inclusiva, che vedano la diversità come ricchezza, non come minaccia».
I complimenti dei leader
Arrivano i complimenti di Nicola Zingaretti ("Grazie per aver reso Roma così bella, per la passione che ci mettete"), Laura Boldrini, Nicola Fratoianni, persino di Matteo Renzi, che pure non nasconde qualche distinguo: «Le sardine hanno ottenuto un risultato politico potente: hanno mostrato che le piazze non sono solo di Salvini. E hanno risvegliato la voglia di politica di tanta gente perbene. Adesso - aggiunge - la sfida è quella di passare dalla protesta alla proposta. Non è facile ma è fondamentale. Per adesso: complimenti agli organizzatori». Nessuno nel centrosinistra, neanche lui, in questo momento può permettersi di snobbare un fenomeno che mobilita migliaia di persone.
(con fonte Askanews)
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