8 giugno 2023
Aggiornato 01:30
Pontida 2019

Salvini lancia la sfida ai «traditori»: Noi non siamo schiavi di nessuno

Le note del «Vincerò» per Matteo Salvini che da Pontida lancia la sfida ai «traditori chiusi nei Palazzi», a colpi di referendum. Per una liberazione del Paese

Matteo Salvini ringrazia il popolo di Pontida
Matteo Salvini ringrazia il popolo di Pontida Foto: ANSA

PONTIDA (ASKANEWS) - «Aprire le porte della Lega, abbracciare, allargare» agli italiani «schifati dal tradimento di chi ha venduto la dignità in cambio della poltrona». Lo ha chiesto oggi da Pontida, in uno dei raduni più partecipati della storia della manifestazione, Matteo Salvini ai segretari territoriali e agli amministratori della Lega, tracciando così il nuovo corso del Carroccio, passato nel giro di un mese dal governo del Paese all’opposizione. Saremo «l’Italia vera contro l’italietta dei palazzi», ha detto, «il contraltare al governo dell’inciucio» che userà i valori della «dignità» e «dell’orgoglio» per «limitare i danni». Per farlo, ha detto ai suoi, ci vuole «coraggio e pazienza», ma alla fine «ci riprenderemo i ministeri con gli interessi».

Due referendum abrogativi

La battaglia all’opposizione passerà anche attraverso i referendum abrogativi: il primo, già annunciato ieri, per presentare entro il 30 settembre una proposta di legge sottoscritta da almeno 5 regioni per una modifica alla legge elettorale per un sistema maggioritario puro; il secondo referendum invece sarà proposto se verranno aboliti i decreti sicurezza a firma Salvini.

La Lega in piazza il 19 ottobre a Roma

«Che oggi sia l’inizio di una pacifica, democratica, rivoluzionaria era del nostro Paese nel nome del lavoro, della dignità e dell’orgoglio e della sicurezza». E proprio in nome dell'»orgoglio nazionale» la Lega chiamerà in piazza il 19 ottobre a Roma «le persone per bene, che hanno una dignità, un ideale, una coerenza» in difesa dell’Italia contro le politiche del governo. Per la sua «Rivoluzione fondata sul buon senso, sulla concretezza», Salvini ha detto predicare «il credo evangelico, preghiamo per i nostri avversari, i cui figli e nipoti ringrazieranno un giorno quei matti della Lega. Noi abbiamo il cuore grande».

La mattinata si era aperta con momenti di tensione

Prima con l’aggressione a un videomaker di Repubblica, Antonio Nasso, da parte di un militante, che ha colpito con un pugno la telecamera del cronista, danneggiandola. Poi con gli insulti indirizzati al giornalista Gad Lerner, accompagnato dallo staff al sicuro fino al recinto dei giornalisti. Fatti stigmatizzati dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia: «Ringrazio i giornalisti per la loro presenza», ha detto dal palco stoppando sul nascere i fischi dei sostenitori leghisti contro la stampa: «No, ragazzi. Qua non funziona così: l’ospitalità è sacra».

Contestato anche il Premier Conte

La base leghista ha contestato anche il premier Conte, «buffone, il popolo non dimentica», gli epiteti». E alle offese di ieri di un deputato leghista al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Salvini ha replicato oggi ai giornalisti che «possono essere sbagliati i toni… Bisogna sempre portare rispetto. Sicuramente sono state fatte scelte che non corrispondono alla volontà popolare nelle ultime settimane ma io non uso l’insulto e propongo agli italiani un cambiamento».

Cavalli di battaglia

Nel suo discorso il «capitano» è tornato a parlare di alcuni suoi cavalli di battaglia: i migranti, la flat tax, che «sarà il primo provvedimento quando torneremo al governo», le «radici cristiane dell’Europa, di cui siamo gli unici difensori», la tassa sui contanti; poi ha ringraziato le forze dell’ordine e reso omaggio al giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia nel 1990. Ha quindi di nuovo attaccato il premier Conte, che «ha fatto visita nelle zone del terremoto senza incontrare i terremotati, vergogna» e «gli abusivi senatori a vita, che hanno votato la fiducia a questo governo, li abolirei», ha detto. Infine, ha invitato sul palco alcuni bambini con i loro genitori, tra cui Greta, una «ragazza con i capelli rossi che dopo un anno è stata restituita alla mamma. Mai più bimbi rubati a mamma papà – ha detto – mai più bimbi usati come merce».