31 marzo 2023
Aggiornato 18:30
Banca d'Italia

Riserve auree, mercoledì in aula le mozioni di Lega-M5S e Fratelli d’Italia per «definire la proprietà»

Primi firmatari la grillina Bottici e il leghista Bagnai. Ci sono altre due mozioni, una di Fratelli d'Italia e una del Pd. Tutte in votazione mercoledì

Lingotti d'oro
Lingotti d'oro Foto: ANSA

ROMA - Il governo dovrà «adottare le opportune iniziative al fine di definire l'assetto della proprietà delle riserve auree detenute dalla Banca d'Italia nel rispetto della normativa europea» e misure per «acquisire, anche attraverso la Banca d'Italia, le notizie relative alla consistenza e allo stato di conservazione delle riserve auree ancora detenute all'estero e le modalità per l'eventuale loro rimpatrio, oltre che le relative tempistiche». Sono gli impegni che la maggioranza chiede al governo con una mozione (firmatari Bagnai della Lega e Bottici del M5S) che sarà votata la prossima settimana in Aula al Senato.

«La Banca d'Italia - si legge nella mozione - è il quarto detentore di riserve auree al mondo, dopo la Federal Reserve statunitense, la Bundesbank tedesca e il Fondo monetario internazionale. Il quantitativo totale di oro detenuto dall'istituto, a seguito del conferimento di 141 tonnellate alla Banca centrale europea (Bce), è pari a 2.452 tonnellate (metriche) costituito prevalentemente da lingotti (95.493) e, per una parte minore, da monete. L'oro dell'istituto è custodito prevalentemente nei propri caveau e in parte all'estero, presso alcune banche centrali».

Analoga mozione era stata presentata il 6 febbraio da Fdi e doveva essere discussa giovedì scorso in Aula al Senato, ma l'esame è stata rinviato alla prossima settimana.

In particolare, la mozione di Fratelli d'Italia (primi firmatari Fazzolari e De Bertoldi) chiede al governo un «tempestivo» atto normativo che ribadisca «in maniera esplicita» che le riserve auree sono di proprietà dello Stato italiano e non della Banca d'Italia.

Sulla stessa questione, ma di segno opposto, anche una mozione del Pd (firmatari D'Alfonso e Misiani) che impegna il governo a confermare la «piena autonomia» della Banca d'Italia nella detenzione e gestione delle riserve auree. Inoltre, il Pd chiede all'esecutivo «di escludere l'esecuzione di qualsiasi intervento volto a ridurre la disponibilità di risorse auree detenute dalla Banca d'Italia per ridurre il debito pubblico, il deficit o per sostenere altri interventi, i cui costi di sistema sarebbero ben superiori ai benefici attesi».