9 novembre 2024
Aggiornato 21:00
Regionali Sardegna 2019

Salvini festeggia (ma poco). Di Maio cerca di minimizzare. Il Pd torna a respirare

E' il quadro politico che si delinea dopo le regionali in Sardegna che hanno dato la vittoria a Christian Solinas con circa il 48% dei consensi

Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Christian Solinas e Silvio Berlusconi
Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Christian Solinas e Silvio Berlusconi Foto: ANSA

ROMA - Matteo Salvini esulta (ma non troppo per non mettere in difficoltà gli alleati M5s); Forza Italia e Fdi rilanciano il centrodestra; il Pd respira, nonostante la sconfitta; Luigi Di Maio cerca di minimizzare e di ripartire. E' il quadro politico che si delinea dopo le regionali in Sardegna che hanno dato la vittoria a Christian Solinas con circa il 48% dei consensi.

Salvini rassicura Di Maio

«C'è da festeggiare una pagina nuova per la Sardegna. A livello nazionale per me non cambia nulla. Non è a rischio l'alleanza di governo», ha commentato sobriamente Salvini. Il ministro dell'Interno deve cercare di non colpire Di Maio: sa che il 'collega' vicepremier, già indebolito dopo il voto in Abruzzo, è in difficoltà e non può permettersi un crollo del Movimento. Per questo sposta l'attenzione sul Pd: «La Lega vince 6 a zero sul Pd», attacca il leader del Carroccio.

Il pressing di Berlusconi e Meloni

Se il vicepremier tenta di preservare l'alleanza di governo, deve però anche subire il 'pressing' degli alleati (a livello locale) del centrodestra, che tentano di disarticolare il tandem giallo-verde. «Il centro-destra si conferma anche in Sardegna la maggioranza naturale degli italiani che in tutte le tornate elettorali regionali dopo il 5 marzo 2018 hanno premiato l'unità della coalizione. I Cinque Stelle hanno finalmente imboccato la strada di un declino irreversibile che si aggrava man mano che il Paese si rende conto della loro totale inettitudine», commenta il leader di Fi Silvio Berlusconi mentre Giorgia Meloni (Fdi) saluta «l'ennesima vittoria del centrodestra da un anno a questa parte».

Di Maio, da parte sua, cerca di minimizzare. «Noi - ha detto - siamo positivi perché in questo momento, per la prima volta nella storia della Regione Sardegna, entriamo con diversi consiglieri regionali. Non mi stancherò di ripeterlo, è inutile che si confronti il dato delle amministrative con quello delle politiche. Io non vedo nessun problema e tra l'altro il governo è al lavoro sui dossier più importanti: per il governo non cambia niente». Il premier Giuseppe Conte, da Sharm el Sheik, gli dà una mano, dicendo di non ritenere che dal voto «potrà derivare qualche conseguenza sul governo nazionale». La tensione nel M5s è però palpabile. Per questo Di Maio e Davide Casaleggio intendono accelerare sulla riorganizzazione del Movimento, aprendo a possibili alleanze sul territorio con liste civiche «certificate» e creando dei coordinatori regionali. Un cambio di strategia che passerà da una consultazione online su Rousseau.

Il PD torna a respirare

Da parte sua il Pd, pur perdendo la guida della Regione, respira. «La strada è lunga, però bisogna combattere. C'è un popolo democratico, un popolo del centrosinistra che non è scomparso», commenta il candidato alla segreteria Nicola Zingaretti. Mentre Maurizio Martina, anche lui in corsa per la leadership, invita i Dem a presentare «una nuova proposta unitaria per coalizioni competitive e vincenti oltre le formule del passato». «Il Pd - per il terzo candidato Roberto Giachetti - non è in macerie, come dice Zingaretti; i cinque stelle con cui volevano farci alleare stanno implodendo. A quanto pare la strada giusta è andare #sempreAvanti».