ROMA - «Le forze da mobilitare per la costruzione della nuova Europa sono quelle del progresso, delle competenze, della cultura, della scienza, del volontariato, del lavoro e della produzione». E' quanto si legge nel Manifesto per la costituzione di una lista unica delle forze politiche e civiche europeiste alle elezioni europee, lanciata oggi sui social da Carlo Calenda, esponente Pd ed ex ministro dello Sviluppo economico.
Il destino dell'Europa è il destino dell'Italia
«L'Italia e l'Europa - si legge nel manifesto - sono più forti di chi le vuole deboli! Siamo europei. Il destino dell'Europa è il destino dell'Italia. Il nostro è un grande paese fondatore dell'Unione Europea, protagonista dell'evoluzione di questo progetto nell'arco di più di 60 anni. E protagonisti dobbiamo rimanere fino al conseguimento degli Stati Uniti d'Europa, per quanto distante questo traguardo possa oggi apparire. Il nostro ruolo nel mondo, la nostra sicurezza, economica e politica, dipendono dall'esito di questo processo».
Rischio concreto di un'involuzione democratica
Per il manifesto, l'Europa è «investita in pieno da una crisi profonda dell'intero Occidente. La velocità del cambiamento innescato dalla globalizzazione e dall'innovazione tecnologica, e parallelamente gli scarsi investimenti in capitale umano e sociale, che avrebbero dovuto ricomporre le lacerazioni tra progresso e società, tra tecnica e uomo, hanno determinato l'aumento delle diseguaglianze e l'impoverimento relativo della classe media. Ciò ha scosso profondamente la fiducia dei cittadini nel futuro. L'incapacità di gestire i flussi migratori provenienti dalle aree di prossimità colpite da guerre e sottosviluppo ha messo in crisi l'idea di società aperta. La convergenza tra queste turbolente correnti della storia ha minato la fiducia di una parte dei cittadini nelle istituzioni e nei valori delle democrazie liberali» In questo contesto «per la prima volta dal dopoguerra esiste il rischio concreto di un'involuzione democratica nel cuore dell'Occidente. La battaglia per la democrazia è iniziata, si giocherà in Europa, e gli esiti non sono affatto scontati».
Rifondare l'Europa
«L'obiettivo - conclude il documento - non è conservare l'Europa che c'è, ma rifondarla per riaffermare i valori dell'umanesimo democratico in un mondo profondamente diverso rispetto a quello che abbiamo vissuto negli ultimi trent'anni».
I firmatari dell'appello
L'appello è stato sottoscritto, finora, da sindaci, esponenti politici, intellettuali, imprenditori. Tra gli altri hanno firmato i sindaci di Milano Beppe Sala, di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, di Bologna Virginio Merola; dai governatori della Toscana Enrico Rossi, dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, del Piemonte Sergio Chiamparino, della Sardegna Francesco Pigliaru; dagli imprenditori Andrea Illy, Paolo Scudieri, Alberto Bombassei.
Ok da Martina e Zingaretti
Nell'area del centrosinistra hanno aderito l'ex premier Paolo Gentiloni, Laura Boldrini, Giorgio Gori, Debora Serrracchiani, Piero Fassino. Ok anche da due candidati alla segreteria Dem, Maurizio Martina e Nicola Zingaretti. «Ci sono! Aderisco a #siamoeuropei. E alle primarie Pd del 3 marzo lanciamo i volontari per la nuova Europa #fiancoafianco», afferma l'ex ministro. «Bene il manifesto 'Siamo europei' - scrive dal canto suo su Twitter il presidente della Regione Lazio -. Un utilissimo contributo alla ricostruzione di un campo largo di forze diverse che si impegnano per rifondare e difendere l'Europa. Proviamoci».
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