Tav, Salvini apre a referendum. Di Maio: «Se analisi negativa, si blocca». E M5s propone un nuovo progetto
Il Ministro dell'Interno si dice convinto che il governo troverà un accordo, altrimenti parola agli italiani. Intanto Sganga (M5s) lancia l'idea di un nuovo progetto
ROMA - Sulla Tav «sono convinto che troveremo l'accordo. Se così non fosse daremo la parola agli italiani». A spiegarlo è stato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in un intervento a Tg2Italia. «L'Italia ha bisogno di più infrastrutture - aggiunge - nel contratto di governo c'è l'esame dei progetti ereditati, sta andando avanti quasi tutto. Sulla Tav, i Cinque Stelle da sempre hanno una posizione contraria: io non dico tutto sì o tutto no. Si può rivedere il progetto». Luigi Di Maio da Strasburgo ha ribadito che se l'analisi costi-benefici dirà che l'opera non sta in piedi, «si blocca tutto il processo di costruzione, poi il resto si vedrà». Una sfida, dunque, in senso al governo, rispetto cui il premier Giuseppe si smarca limitandosi a osservare che sulla Tav lo strumento referendario lo vede «positivamente», «ma non è opportuno parlarne adesso».
Sganga (M5s): «In contratto di governo referendum non c'è»
Intanto, il M5s torinese rilancia ricordando che nel contratto di governo «la parola referendum non c'è. Questo chiude la discussione su questa ipotesi, almeno per noi a Torino». E' la posizione di Valentina Sganga, capogruppo M5S in Consiglio comunale. In un lungo post su Facebook Sganga ha sostenuto che non avrebbe senso sottoporre a un referendum un'opera che si è già deciso di ridiscutere nel contratto di governo. «L'unica revisione possibile è l'eliminazione del tunnel di base». E precisa che «questo governo non esisterebbe se vi fosse stata una reale unità di intenti sulle cose, il 4 marzo, e quindi non saremmo qui a negoziare con un 'alleato' di Governo che non c'entra nulla con la cultura del M5S». Ora si tratta di capire come trovare un punto di caduta rispettando i termini dell'accordo politico stretto. La presa di posizione politica c'è già stata secondo Sganga ed è il voto del 4 marzo e il Movimento 5stelle, che da sempre è No Tav, «non smetterà di esserlo per compiacere la Lega».
La proposta: un nuovo progetto, ma senza tunnel di base
Sganga ha anche ipotizzato, di fronte alla spinta dei favorevoli all'opera è necessario trattare, che il Governo crei un «nuovo studio, un nuovo progetto, privo però del tunnel di base in essere». «Ci si dia anche un anno di tempo, per trovare una soluzione tecnica che rispetti l'analisi costi-benefici e il contratto di Governo, ma sia detto già ora che il tunnel non si farà». Ha ricordato anche che c'è una commissione tecnica che ha consegnato un elaborato ancora in bozze, non ancora protocollato. «Dateci il tempo per visionarlo, comprenderlo e condividerlo». Di pari passo c'è anche anche una valutazione legale, «sulla Tap ricorderete che la valutazione legale è stata assorbente». Quando ci saranno queste risultanze il governo nella sua collegialità valuterà i pro e i contro. «C'è una sintesi finale e la sintesi spetta a un governo responsabile. Di referendum non ha senso parlarne ora: qualsiasi referendum deve esprimersi non su reazioni emotive e schemi ideologici ma partendo da un consenso informato. Aspettiamo prima di condividere la valutazione e poi il governo non si sottrarrà alle responsabilità» conclude.
Chiamparino: «M5s e Lega smettano di fare i furbastri»
Di tutt'altro avviso il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino: Lega e Cinquestelle «ci dicano entrambi se intendono stracciare il contratto di governo, e quindi dare il via libera alla Tav, o se vogliono rispettarlo, bloccandola» ha detto ai microfoni di Rainews. Chiamparino ricorda che la Torino-Lione è in corso di realizzazione, alle 13 di venerdì erano già stati scavati 6,2 chilometri del tunnel di base. «Lega e M5S hanno firmato un contratto di governo che prevede una integrale rivisitazione dell'opera, di fatto un blocco. A questo punto decidano, smettano di fare i furbastri e di allungare il brodo per arrivare alle Europee senza decisioni». Se la Torino-Lione non si farà, Chiamparino ha assicurato, «sapremo come far sentire la voce dei piemontesi, che sulla Tav si sono espressi già due volte in due mesi con grande chiarezza».
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