26 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Un guerriero senza armi

Fernando Alonso non ha scelta: lasciare la McLaren per tornare tra i grandi

Dopo un solo GP del Mondiale 2017, il campione asturiano sa già di essere costretto ad un'altra stagione da comprimario. Ma a fine anno scade il suo contratto con il team inglese. Sarà la sua ultima chance per riprendere il posto che gli spetta

Fernando Alonso nell'abitacolo
Fernando Alonso nell'abitacolo Foto: McLaren

SHANGHAI – Il terzo (e ultimo, almeno in base al suo attuale contratto) anno di Fernando Alonso alla McLaren è iniziato esattamente come i due precedenti. La Honda che giura di aver finalmente prodotto un motore all'altezza dei migliori (stavolta addirittura rivoluzionando il progetto da cima a fondo per copiare quello della Mercedes). I primi test che ne svelano tutti i problemi, costringendo il campione asturiano a passare gran parte del suo tempo ai box mentre i meccanici cercano inutilmente di risolverli. E poi le gare, che si trasformano in un triste tentativo di limitare i danni. Al debutto stagionale in Australia, Nando ha provato di nuovo a metterci del suo, sfruttando le sue ben note doti da combattente, a dispetto dei limiti meccanici, e per un certo periodo ci è anche riuscito, risalendo fino alla decima posizione. Alla fine, però non è riuscito ad evitare il disastro, quando un guasto alla sospensione lo ha costretto al ritiro. E, quel che è peggio, è che questa domenica in Cina, su un circuito notoriamente esigente sui propulsori, la situazione per la sua monoposto si prevede ancora peggiore: «Dobbiamo prepararci a una gara dura e difficile – confessa il due volte iridato alla vigilia del weekend – Non so fare previsioni, perché ci sono Gran Premi in cui nutri grandi aspettative e poi alla domenica non le realizzi, altri al contrario che sembrano tosti sulla carta ma in cui invece tutto gira bene. Perciò aspettiamo e vedremo. Semplicemente, rispetto alla concorrenza abbiamo meno potenza e sui rettilinei perdiamo tempo».

Per ora niente ritiro
Insomma, la stagione 2017 di Formula 1 è cominciata da un solo Gran Premio, eppure Alonso appare già frustrato, demotivato, rassegnato, stanco. Tre anni fa aveva deciso di tornare alla McLaren proprio perché era stufo di non riuscire più a lottare per il Mondiale con la Ferrari, con la quale i rapporti si erano ormai logorati. Oggi, si deve perfino dannare l'anima nel vano tentativo di raggiungere la zona punti. Non c'è da stupirsi che molti addetti ai lavori immaginino che la sua pazienza stia ormai per finire, e che possa decidere di lasciare la sua scuderia, o addirittura la Formula 1, già a metà stagione. «No, decisamente non è vero – ha smentito il diretto interessato oggi in conferenza stampa – È normale che dall'esterno gli altri parlino e ho letto le dichiarazioni di tante persone: in Spagna a ogni ex pilota o a ogni motociclista viene chiesta sempre la stessa domanda su Alonso. 'Come vedi la sua situazione?'. E tutti si dicono vicini a me, come se fossi in depressione. Ma non è così. In Formula 1 sto dando il massimo, sono più preparato che mai. Il team non è molto competitivo al momento, ok, questo è vero, e non ci possiamo fare molto da un giorno all'altro, bisogna lavorare sodo. Allo stesso tempo, penso che la squadra si aspetti un impegno extra da me ora, un risultato extra, come quello che abbiamo sfiorato in Australia, dove le previsioni e le simulazioni ci davano ultimi e invece eravamo decimi. In Cina, se le previsioni dicono che saremo ultimi, speriamo che Alonso arrivi in zona punti».

Vuole riprendersi il titolo
Eppure, vedere il pilota spagnolo nelle ultime posizioni (come non ha mancato di sottolineare addirittura il suo miglior nemico Lewis Hamilton) è un peccato non solo per lui, ma anche per tutta la Formula 1. Nessuno nutre dubbi sulle sue straordinarie abilità di guida, eppure sono passati esattamente dieci anni da quando l'ex ferrarista è salito per l'ultima volta sul tetto del mondo. All'epoca, nel 2007, era lui il giovane rampante che osava abbattere il vecchio fenomeno Michael Schumacher. Oggi, la nuova generazione sembra avere invece definitivamente escluso lui dai grandi di questo sport: «Vorrei lottare e battere i migliori – ammette – Come facevo con Michael quando era qui con noi: fu fantastico vincere quei titoli quando c'era lui, perché senza di lui non avrebbero avuto lo stesso valore. Sono decisamente deluso per non aver vinto più campionati. Ma alla fine, nel 2007 arrivai terzo e poi ottenni altri due secondi posti. Perciò sì, mi mancano altri titoli, ma proprio per questo sono qui e continuo a lottare, perché voglio vincere altri trofei. Ma correre da quindici anni ed essere sempre considerato uno dei migliori probabilmente è una delle sensazioni più belle per me. Ci sono piloti, anche campioni del mondo, che sono stati battuti duramente dai loro compagni di squadra in una o due stagioni durante la loro carriera, che è una cosa che a me non è mai successa e non succederà mai».

Addio alla McLaren, o ai suoi sogni
Insomma, Fernando non ha perso la sua mentalità da lottatore, ma alla McLaren-Honda non ha le armi per metterla a frutto, né sembra che le avrà nel prossimo futuro. Un'ottima motivazione per convincerlo a lasciare la squadra a fine anno, ovvero alla scadenza del suo contratto, anche a costo di rinunciare allo stipendio che percepisce, il più alto di tutto il circus. Altrimenti, è ai suoi sogni di gloria che dovrà dire definitivamente addio. «Alla fine, preferisco stare qui che nel supermercato sotto casa...», sorride lui. Che forse nella sua testa si è finalmente deciso ad accettare la chiamata di un top team per il 2018. Magari proprio della Mercedes, che lo ha cercato nell'inverno scorso per sostituire il prepensionato Nico Rosberg: «Non ho nulla da dire al riguardo, per ora. Questa è una domanda che mi dovrete porre in futuro. Ma nella vita non si può mai dire...».