20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
È giallo sul rientro dell'australiano in MotoGP

«Stoner non voleva tornare». «No, mi sarebbe piaciuto»

Per sostituire l'infortunato Pedrosa la Honda gli ha preferito l'oscuro collaudatore Aoyama. Il team manager Livio Suppo: «Era lui che non ha voluto». Ma il due volte iridato smentisce: «La squadra mi ha bloccato». Perché?

ROMA – La maggior parte degli osservatori l'aveva liquidata come una pazza idea senza effettive possibilità di realizzarsi. Eppure l'eventualità di rivedere il due volte campione del mondo Casey Stoner sulla griglia di partenza della MotoGP aveva stuzzicato non pochi tifosi. Lontano dalla classe regina ormai dal 2012, e a 29 anni di età, per l'australiano questa sembrava la migliore chance di staccare il casco dal chiodo, oltre che forse l'ultima. La sella improvvisamente liberatasi nel team Repsol Honda per il riacutizzarsi dei dolori all'avambraccio di Daniel Pedrosa sembrava fatta apposta per lui: il team è lo stesso con cui vinse il suo ultimo titolo nel 2011, la moto quella che ha continuato a provare e sviluppare da collaudatore negli ultimi anni, e l'impegno sarebbe stato comunque a termine, visto che lo spagnolo tornerà con ogni probabilità a correre, se l'intervento chirurgico riuscirà a curare definitivamente la sua sindrome compartimentale.

SUPPO SMENTITO – Eppure la Honda Hrc non è mai sembrata prendere troppo sul serio l'ipotesi Stoner. Il team manager Livio Suppo ha dichiarato al quotidiano spagnolo Marca: «Casey ha detto molte volte che non tornerà mai in MotoGP». Una versione che non sembra corrispondere esattamente alla realtà. E non solo perché lo stesso australiano non vede l'ora di tornare a respirare il clima delle gare: prova ne sia la sua intenzione di correre la prestigiosa 8 ore di Suzuka la prossima estate. Sul suo profilo Twitter, infatti, Stoner ha messo in chiaro proprio oggi che l'ipotesi di correre il prossimo Gran Premio degli Stati Uniti non gli sarebbe dispiaciuta per nulla: «Purtroppo per me e per i miei tifosi non correrò ad Austin il prossimo weekend – ha scritto – Sarebbe stato un onore prendere il posto di Dani Pedrosa, ma non era destino».

LA HONDA DICE NO – Di fronte a questa palese smentita del diretto interessato, Suppo ha dovuto correggere la sua versione: «A Casey avrebbe fatto piacere ma non era il caso – ha dichiarato a GPOne – Già abbiamo iniziato il campionato con un quinto posto invece di una vittoria. È meglio che restiamo concentrati. E poi è vero che sarebbe stato bellissimo per i tifosi, ma Stoner, anche se continua a fare delle prove per noi, non conosceva la pista. I suoi fan avrebbero magari voluto vederlo lì subito davanti, ma sarebbe stata una aspettativa eccessiva perché ormai il livello è altissimo. È stato meglio di no, per noi tutti». Dunque ecco la verità: non è stato Stoner a rifiutare, ma la Honda, forse nel timore che una prestazione troppo buona da parte di Stoner avrebbe potuto destabilizzare il primo pilota Marc Marquez, il giovane talento che lo sostituì in seno al team Hrc e che ha iniziato con il piede sbagliato in Qatar la stagione della difesa del suo secondo titolo iridato.

QUANDO RIENTRERÀ PEDROSA? – Meglio perciò un compagno di box esperto, solido ma non certo scomodo, come l'oscuro collaudatore giapponese Hiroshi Aoyama. Il problema è che le tempistiche del rientro di Pedrosa dopo la sua operazione sono tutt'altro che definite. «Nei test invernali questo problema non si era manifestato – ha aggiunto Suppo sempre ai microfoni di Marca – È successo solo dopo la gara, e capiamo che i medici abbiano grosse difficoltà a decidere il da farsi». E se l'assenza dello spagnolo dalle piste dovesse protrarsi, magari a tempo indeterminato, un rimpiazzo momentaneo come Aoyama non sarebbe più sufficiente. Allora sì che l'ipotesi Stoner potrebbe diventare qualcosa di più che una pazza idea. Sempre che l'australiano, nel frattempo, non si stufi di aspettare.