Ai tempi di Fiano e Boldrini l’architettura fascista diventa patrimonio mondiale dell’Unesco
Mentre Fiano e Boldrini fanno a gara a chi disprezza di più, una città, la prima africana, entra nella lista del World Heritage dell'Unesco proprio per la sua architettura fascista
ROMA - Mentre Fiano e Boldrini fanno a gara a chi disprezza di più, Asmara entra nella lista del World Heritage dell'Unesco. «Nemo profeta in patria» ci insegna Gesù dai Vangeli, nessuno è profeta in patria. Ovviamente non ci permetteremmo mai di dubitare della parola del Signore, ma quanto accaduto recentemente ne ha rafforzato il profondo significato. In Italia tra un Fiano e una Boltrini c'è la gara a ripudiare l'esperienza del ventennio fascista. Molti commentatori sostengono che perdere tempo a parlare dell'antifascismo è un'offesa a tutti i veri problemi che affliggono la nostra nazione, in primis alle difficoltà economiche che devono affrontare quotidianamente milioni di italiani. Personalmente non siamo convinti che le tesi giuste, sebbene meno importanti, debbano venir accantonate in attesa che si risolvano altri problemi: ben venga legiferare su tutto.
Basta demonizzare ciò che è morto 70 anni fa
Nel caso specifico il problema è che è ridicolo attuare una demonizzazione dell'ormai disciolto partito fascista a più di 70 anni dalla sua caduta. Se mai c'è stato un problema di restaurazione, sarà stato nell'immediato dopoguerra. Nel 2017 sembra tanto un tentativo di farsi pubblicità da parte di due onorevoli che magari un domani dovranno raccattare voti per altre elezioni.
Asmara patrimonio dell'umanità
Ma proprio mentre in Italia le opere del fascismo vengono demonizzate, esse ottengono un prestigioso riconoscimento ad Asmara, capitale dell'Eritrea. L'Unesco, nella sua sessione annuale tenutasi a Cracovia, ha dichiarato Asmara «Patrimonio dell'umanità». Si tratta della prima città africana ad entrare nel Patrimonio come "città modernista d'Africa", in riferimento alla sua struttura urbanistica che porta la firma degli architetti italiani del Ventennio. Il fascismo investì molto in Etiopia e la sua popolazione aumentò di 30 volte fino a raggiungere le 100.000 unità prima della Seconda guerra mondiale. Gli abitanti sono molto affezionati all'architettura realizzata, tanto da aver richiesto più volte il riconoscimento dell'Unesco, con buona pace di Fiano e Boldrini
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