Conte e il M5s stoppano Fontana: «L'abrogazione della legge Mancino non è nel contratto»
Per Salvini «è giusto impedire che avvengano processi alle idee». Ma «ora non è la priorità». Di Maio: «La legge resterà dov'è. Questione già chiusa»

ROMA - «L'abrogazione della legge Mancino non è prevista nel contratto di governo e non è mai stata oggetto di alcuna discussione o confronto tra i membri del Governo». Su Facebook il presidente del consiglio Giuseppe Conte stoppa sul nascere la proposta del ministro della Famiglia, il leghista Lorenzo Fontana: «Personalmente» aggiunge «credo che il rispetto delle idee sia un valore fondamentale di ogni sistema democratico, ma allo stesso modo ritengo che siano sacrosanti gli strumenti legislativi che contrastano la propaganda e l'incitazione alla violenza e qualsiasi forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa».
Di Maio e Conte stoppano Fontana
«In questo momento» spiega Conte «il governo deve lavorare e impegnarsi su molti fronti caldi: rilancio dell'occupazione, riforme strutturali che consentano la crescita economica e lo sviluppo sociale del Paese. Concentriamo su questi obiettivi il nostro impegno». Dello stesso parere il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio: «La discussione sull'abrogazione della Legge Mancino può chiudersi tanto rapidamente quanto si è aperta. Prima di tutto non è nel contratto di governo. In secondo luogo è uno di quegli argomenti usati per fare un po' di distrazione di massa che impedisce di concentrarsi al 100% sulle reali esigenze del Paese: lotta alla povertà, lavoro e imprese».
Il grillino: «Nonno era partigiano». Ma per Salvini «sarebbe giusto»
«L'abolizione della legge Mancino non è nel contratto di governo» e Federico D'Incà, del Movimento 5 stelle, non voterà mai un provvedimento che va in questa direzione. D'Incà lo ha detto parlando a SkyTg24. »Se dovesse arrivare in parlamento non la voterò mai, mio nonno era partigiano. Non era nel contratto, è un'iniziativa personale di Fontana». Diverso il parere del ministro dell'Interno Matteo Salvini, per il quale «è giusto impedire che avvengano processi alle idee» ma «l'abolizione della legge Mancino non è una priorità». Per il leader della Lega ora le «priorità sono lavoro, tasse, giustizia e sicurezza. Evitare di processare le idee nel nome della libertà di pensiero è una battaglia giusta, ma certo non una priorità».
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