19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Fondi Lega

Anche la Corte d'appello condanna la Lega: ecco la sentenza

Confermata la confisca dei 49 milioni di euro, ridotte le condanne all'ex segretario Umberto Bossi e all'ex tesoriere Francesco Belsito rispetto al primo grado

Umberto Bossi e Francesco Belsito in una foto d'archivio
Umberto Bossi e Francesco Belsito in una foto d'archivio Foto: Luca Zennaro ANSA

GENOVA – La corte d'appello di Genova conferma la confisca dei 49 milioni di euro alla Lega, mentre riduce le condanne ad un anno e dieci mesi all'ex segretario Umberto Bossi (che in primo grado era stato condannato a due anni e sei mesi) e a tre anni e nove mesi all'ex tesoriere Francesco Belsito (rispetto ai quattro anni e dieci mesi della prima sentenza). Anche il secondo grado del processo, dunque, dà torto al Carroccio, accusato di truffa ai danni dello Stato per la vicenda che riguarda i rimborsi elettorali ottenuti nel periodo tra il 2008 e il 2010. Sono state ridotte anche le condanne degli ex revisori contabili (otto mesi a Diego Sanavio e Antonio Turci e quattro a Stefano Aldovisi) rispetto a quelle chieste dal sostituto procuratore Enrico Zucca, poiché le accuse a loro carico sono state riformulate da truffa a indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Belsito si sente a posto
«Aspettiamo di leggere le motivazioni per poi fare ricorso in Cassazione – sono le parole con le quali Belsito ha commentato la sentenza di condanna in appello ai suoi danni – Per quanto mi riguarda sono fiducioso che la verità prima o poi venga fuori. Hanno portato avanti la tesi del primo grado, e cioè i fatti di Tanzania e Cipro li hanno considerati appropriazione indebita, mentre per me era un investimento come tutti quelli che ho fatto precedentemente». L'ex tesoriere deve difendersi in appello anche a Milano, dove si attende il verdetto per l'inchiesta gemella The Family: in quel processo, spiega lo stesso Belsito, «la Lega ha depositato querela per appropriazione indebita. Entro pochi giorni devono decidere, attendiamo e io sono sempre tranquillo con la mia coscienza. Magari qualcun altro no. Nelle casse del partito alle mie dimissioni c'erano cifre importanti. Nella contabilità federale più di 41 milioni di euro, più le proprietà immobiliari in quel momento».

Pagamento a rate
Questa sentenza non incide comunque sull'accordo già trovato lo scorso 18 settembre tra la Lega e la procura di Genova: il partito ha ottenuto la rateizzazione del debito a fronte dell'impegno a versare 600 mila euro all'anno (circa 100 mila ogni due mesi) su un conto a disposizione della Guardia di finanza, prelevandoli dai versamenti effettuati dagli eletti, dalle donazioni degli iscritti e dal finanziamento pubblico del 2 per mille.