2 maggio 2024
Aggiornato 00:00
Centrodestra

Tarasconi: «Il Pd ha pagato la sua arroganza e la sua presunzione»

Con il suo «ritiratevi tutti» all'assemblea del Partito democratico ha fatto il giro del web. Ora la consigliera regionale dell'Emilia Romagna si sfoga al DiariodelWeb.it

Katia Tarasconi, consigliera regionale dell'Emilia Romagna, all'assemblea del Partito democratico: «Ritiratevi tutti». Non gliele ha mandate a dire...
No. Ho provato a dire quello che pensiamo in tanti, non credo di essere isolata. Con «ritiratevi tutti», ovviamente, mi riferivo ai candidati e ai vertici nazionali. Perché vorremmo vedere un percorso diverso: prima partire dalle proposte, espresse in modo chiaro. Se lei mi chiedesse chi sostengo, risponderei: come faccio a saperlo, se ancora non so quali siano le loro idee?

È la solita contesa di potere? Si stanno, ancora una volta, spartendo le poltrone?
Non so, non lo banalizzerei così. Il problema è che ormai, secondo me, ci siamo un po' abituati a questo modo di concepire le correnti: rivolte più alla sopravvivenza che alle ideologie. È vero che non si può pensare di fare politica senza avere, all'interno di un partito, delle aree che hanno opinioni diverse. Ma un conto è se le correnti hanno alla base un pensiero, un conto è se si riducono solo alle persone. Allora diventano sgradevoli e ci mettono contro gli elettori.

Questa sensazione filtra e fa perdere complessivamente fiducia nel partito.
Purtroppo sì. Se conta solo dove mi conviene posizionarmi, allora cade il motivo per cui si deve far politica.

Se questa posizione è condivisa, perché nessuno la esprime ed è finita a dirla soltanto lei?
Sono stati in tanti a condividere il mio discorso sui social, e quindi ad esprimere il loro consenso. Se nessuno lo dice è perché non è facile, non lo è stato neanche per me. Significa riconoscere un enorme difetto, un problema. Ci vuole un po' di coraggio.

Sembrano esserci dei problemi con l'autocritica nel Pd. Anche dopo gli errori che hanno portato alle ultime sconfitte elettorali, un vero mea culpa non è mai stato fatto.
Credo che questo sia il problema. Non possiamo andare avanti per anni a fare autocritica, questo sarebbe sbagliato. Ma non c'è stata una fase in cui ci siamo detti davvero il perché di quanto è successo. Chiunque nella vita commette errori, ma per imparare da essi bisogna riconoscerli e cambiare rotta. Se non si fa questo, si continuerà a rifarli per sempre. Come stiamo facendo noi oggi. L'autoreferenzialità, la presunzione, ogni tanto anche un po' di arroganza è quello che ci ha fatto male più di tutto. Il problema sta lì. Se chiunque di noi non si mette in discussione, non può migliorarsi.

Invece la posizione di Renzi è stata: non abbiamo sbagliato noi, sono gli italiani che non ci hanno capito. Sembra la cartina di tornasole di quell'arroganza che citava poco fa.
Non vorrei ridurre questo discorso a quello che ha fatto o non fatto Matteo Renzi. Errori ne abbiamo fatti tutti, non solo lui.

Ma lui era il segretario, qualche responsabilità ce l'avrà pure avuta.
Su questo non c'è dubbio. Ma quello che ho cercato di dire, a modo mio, è che bisogna fare squadra. Nessun singolo può ottenere grandi risultati da solo, senza un gruppo di persone che la pensano come lui, di cui si fida, e che hanno anche il coraggio di dirgli quando sta sbagliando. Su questo punto noi abbiamo peccato. Bisogna condividere le idee, i percorsi, le cose da fare. Il calciatore più forte del mondo oggi è Ronaldo, ma se lo metti da solo contro il Real Madrid, non può vincere: lui è la punta di diamante, ma è comunque la squadra a fare la differenza.

Un altro passaggio del suo intervento che mi ha colpito molto è quando ha sostenuto che, anche se oggi cadesse il governo e si tornasse ad elezioni, difficilmente il Pd verrebbe rivotato. Invece sembra che buona parte dei vertici, fin da quando non sono andati nemmeno a parlare con il M5s, volesse giocare allo sfascio.
Forse anche non parlando con il M5s abbiamo commesso un errore. Ma io penso tuttora che se abbiamo già talmente tante differenze tra di noi, figuriamoci alleandoci con i Cinque stelle. Sarebbe utopia pensare di trovare un accordo con loro: ma, per l'amor del cielo, prima si sarebbe potuto almeno provare. Secondo me, in tanti si stanno rendendo conto che molte delle promesse di Lega e M5s sono irrealizzabili: come quota 100, il reddito di cittadinanza, il blocco della Tav. Oggi la politica promette alla pancia, sapendo di non poter portare a casa il risultato, ma non importa. Noi tutti esseri umani abbiamo la memoria corta, e vogliamo sentirci dire quello che ci piace: ma un politico serio deve essere preparato, cercare mediazioni, e far sognare sì, ma mantenendo i piedi nella realtà. Quando i gialloverdi avranno deluso e non rappresenteranno più gli elettori, questi dove andranno: da quelli che non hanno capito?

Si rischia un allontanamento complessivo dalla politica.
Sì. E già non siamo messi benissimo. La cosa più importante è tornare a dare delle speranze, in modo concreto, ma ripartendo da un'autocritica sana e costruttiva, e poi guardando avanti. Altrimenti temo davvero che in molti scelgano la via dell'astensionismo. Purtroppo, in questi anni, si è detto: vado a votare il meno peggio. Ma se il meno peggio non c'è...

Come ha detto, fuori dal partito il suo intervento ha avuto molto risalto. E dentro, che reazioni ha avuto?
Dipende da chi intende. Mi hanno chiamato tantissimi elettori, ex elettori, iscritti, non iscritti, colleghi, segretari di circolo.

E dai vertici, invece?
Secondo me, forse anche giustamente, pensano che il mio sia soltanto uno sfogo, e che finirà.

Quindi, ancora una volta, non ascoltano.
Non lo so. Magari hanno ascoltato e metteranno in atto qualcosa. Non è mica necessario che chiamino me.

No, ma mi sembra significativo capire che reazioni abbia avuto lei.
Zero. La reazione è stata: zero.

Già questa notizia mi sembra significativa. A questo punto, lei ci spera, ma ci crede ancora?
Io ci credo, altrimenti non avrei fatto l'intervento, e non ci sarei neanche andata. Ho valutato di restare a casa, ho pensato: «Che ci vado a fare?». Ma poi ho ritenuto che queste cose vadano dette. Credo che ci sia tanta, tanta gente lì fuori che ha voglia di tornare ad una normalità politica e a un po' di buon senso vero. Perché in questi anni ci è mancato.