Via libera alla commissione d'inchiesta sulle banche (e sulle agenzie di rating)
Il relatore è Stanislao Di Piazza, del Movimento 5 stelle: possibile l'istituzione già a gennaio. Si valuterà anche una procura per i reati finanziari

ROMA – Non solo le banche ma anche le agenzie di rating, e i loro potenziali conflitti di interessi, finiranno sotto la lente di ingrandimento della nuova commissione di inchiesta sul sistema bancario italiano. La commissione Finanze del Senato, in sede redigente, ha approvato all'unanimità la proposta di legge di istituzione, che arriverà in aula a palazzo Madama tra il 7 e l'8 novembre, per poi passare alla Camera. «Auspichiamo che possa essere istituita a gennaio – spiega il relatore Stanislao Di Piazza (M5s) – Abbiamo fatto un lavoro importante e il voto unanime ci fa ben sperare».
Sotto la lente d'ingrandimento
La commissione dovrà «analizzare la gestione degli istituti bancari, compresi quelli coinvolti in situazioni di crisi o di dissesto e destinatari, anche in forma indiretta, di risorse pubbliche oppure sottoposti a procedura di risoluzione». Rispetto al passato, però, la commissione avrà il potere di allargare il campo di indagine a strumenti, come l'anatocismo o la Centrale rischi d'intermediazione finanziaria. Sotto indagine anche la situazione e la gestione dei non performing loans, cioè i crediti in sofferenza. Ma la proposta si spinge anche oltre, ponendo sotto la lente anche le agenzie di rating, «per verificare eventuali casi di conflitto di interessi», spiega Di Piazza, ricordando «l'impatto notevole» che tali organismi hanno sull'economia, in particolare quella italiana. Non solo: la commissione dovrà anche «verificare le cause di incompatibilità e di conflitto di interesse degli esponenti apicali e dei dirigenti delle autorità di vigilanza, in particolare della Banca d'Italia, della Commissione nazionale per le società e la borsa, dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e della Commissione di vigilanza sui fondi pensione». Sotto «inchiesta» anche il ruolo dell'Unione bancaria europea.
Inchieste come sulla mafia
Tema completamente nuovo rispetto al passato è la possibilità di valutare l'istituzione di una Procura nazionale per i reati bancari e finanziari sul modello della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, con la possibilità anche di estendere la competenza della Dna all'ambito di indagine relativo ai reati finanziari e bancari. «Sappiamo ormai – spiega Di Piazza – che ci sono reati finanziari che si configurano anche come reati mafiosi e ci sembra importante che sia istituita una procura sul modello di quella antimafia, oppure che a quest'ultima siano estese le competenze sui reati finanziari. Tutto nell'ottica di garantire il risparmio degli italiani».