29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
Caso Cucchi

La rabbia di Ilaria Cucchi contro Salvini: «Al Viminale quando mi chiederà scusa»

Il giorno dopo la svolta sulla morte di Stefano Cucchi, lo sfogo della sorella. Il M5s: «Finalmente caduto il muro silenzio. Svolta decisiva»

ROMA - «Il giorno in cui il ministro dell’Interno chiederà scusa a me, alla mia famiglia e a Stefano allora potrò pensare di andarci, prima di allora non credo proprio». Dopo la svolta nel processo Cucchi la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, è intervenuta in diretta ai microfoni di Rtl 102.5, questa mattina durante 'Non Stop News' e ha commentato l’invito al Viminale del ministro Salvini. «Io dico sempre che Stefano è morto perché era un 'ultimo', perché abbiamo una giustizia che ha due pesi e due misure, forte con i deboli e debole con i forti, e di ultimi ce ne sono tanti e, ahimè, nella nostra società sono destinati ad aumentare» ha spiegato Ilaria Cuicchi. «Vero, Stefano non me lo riporterà indietro nessuno, se domani Stefano dovesse bussare alla mia porta e dirmi che c’è stato un errore e che è ancora vivo il mio dolore di questi nove anni non me lo toglie nessuno, la mia vita è cambiata per sempre». L’unica cosa «che mi dà la forza di andare avanti è provare, tramite Stefano, a dar voce a tutti gli altri Stefano, tutti gli altri ultimi di cui non importa niente a nessuno, che muoiono e che subiscono soprusi quotidianamente nel disinteresse generale, di una società che è abituata a voltarsi dall’altra parte e che pensa sempre che le cose capitino sempre agli altri e mai a se stessi».

Il M5s: «Caduto il muro di silenzio»
«La recente svolta sul processo per la morte di Stefano Cucchi impone una riflessione sul legittimo desiderio di giustizia della famiglia di Stefano e per quanti, come lui, hanno trovato la morte in circostanze ancora da chiarire mentre erano sotto la custodia delle forze dell'ordine». Lo dichiarano i componenti M5S della commissione Affari Costituzionali alla Camera. «Qualcuno» proseguono «ha taciuto per troppo tempo, e adesso dopo nove lunghissimi anni, grazie a chi ha deciso finalmente di rompere il muro del silenzio, arriva una svolta importante che va nella direzione auspicata da chiunque abbia a cuore la ricerca della verità, per rendere giustizia a Stefano e ai suoi familiari». 

«Ora fare piena luce sui responsabili»
Ora, «a tutela dei cittadini, delle istituzioni e dell'onore dell'arma è doveroso fare piena luce su ciò che è accaduto quella notte perché sia chiarita dalla magistratura la posizione di chiunque abbia avuto una responsabilità in questa vicenda. Esprimiamo pertanto il nostro pieno sostegno alla magistratura e al PM Giovanni Musarò per il prosieguo delle indagini, confidando nel loro operato. Lo Stato deve rimanere al fianco di tutte le persone che hanno subìto e sofferto per un'ingiustizia, da chiunque sia stata commessa», concludono i deputati M5S.