Il sindaco del Pd che dice: «Meglio Salvini di Renzi»
Eletto con il Partito democratico, ex renziano, oggi Stefano Sermenghi elogia invece al DiariodelWeb.it il leader della Lega: «Sui migranti sta facendo bene»
ROMA – Stefano Sermenghi, sindaco di Castenaso (Bologna), ha attirato l'attenzione il fatto che un esponente del Pd, ex renziano come lei, abbia definito «inopportuna» l'indagine aperta contro Matteo Salvini.
Oltre che sindaco, io di professione sono avvocato, e un po' di diritto l'ho studiato all'università. Peraltro, nella mia vicenda politica, sono stato anche denunciato da un'altra sindaca del Pd per un reato abominevole: dopo due anni d'indagine e milioni di euro spesi, è tutto finito nel nulla, e la stessa procura ha chiesto di archiviare. Oggi la politica è debole e la magistratura è forte, ma credo che dovremmo ripartire dalle basi, dalla separazione dei tre poteri dello Stato.
Anche questa posizione è eretica nel Pd, che ha sempre cavalcato le inchieste contro Berlusconi...
Infatti io sono sempre stato molto contrastato nel partito. Credo di aver mantenuto una posizione lineare in questi anni: ero uno dei primi rottamatori con Renzi, e lo sono rimasto, è lui che ha cambiato idea... Sugli attacchi a Berlusconi ero uno di quelli che sostenevano che eravamo noi a tenerlo in vita, correndogli dietro invece di proporre un'alternativa.
La stessa cosa succede oggi con Salvini.
Esatto. L'indagine nei confronti di Salvini la trovo quantomeno strana. È vero che la notizia di reato può essere raccolta in qualsiasi modo e il pm deve intervenire aprendo un fascicolo ma, se si aprisse un'inchiesta per tutte le notizie del tg, non rimarrebbe tempo per fare altro che questo. Che un procuratore da Agrigento si sia messo a indagare il ministro degli Interni lo trovo eccessivo.
Che valutazione politica dà dell'operato del ministro?
Credo che, sulla difesa del principio, si stia muovendo bene. Ho colto l'occasione, come avevo fatto in precedenza, per invitarlo nel mio comune, perché insieme al suo capo di gabinetto attuale (Matteo Piantedosi, anch'egli indagato, ndr), che era prefetto di Bologna, abbiamo adottato un modello di accoglienza che funziona. Sul nostro territorio stiamo accogliendo 46 profughi e non se n'è accorto nessuno, perché li facciamo anche lavorare. E siamo uno dei pochi comuni del bolognese che rispetta la quota di tre migranti per mille abitanti. Altri miei colleghi sindaci, che si riempiono la bocca di accoglienza e di solidarietà, poi alle riunioni in prefettura dicono che non li vogliono. Su questo aspetto il ministro dell'Interno si sta muovendo bene, anche facendo la voce grossa in Europa: penso che non dovrebbe essere solo questo il suo problema, perché in Italia ne abbiamo anche degli altri. Ma i giornali magari parlano solo di quello, quando il ministro si occupa per cinque minuti di migranti e per tutto il resto della giornata di altro...
Ho letto che lei ha organizzato anche le ronde, sul suo territorio.
Sono stato uno dei primi sindaci ad organizzare un servizio di controllo da parte dei cittadini. Mentre studiavo all'università fui ispettore di polizia municipale, per questo considero estremamente importante la formazione. Non sono cittadini che vanno in giro per strada perché non hanno niente di meglio da fare, ma volontari, insieme all'associazione nazionale carabinieri, tutti formati in psicologia, sicurezza, pronto intervento. Il loro ruolo è quello di osservare e, quando vedono qualcosa che non va, chiamare le forze dell'ordine.
Non è che si vuole iscrivere alla Lega?
No, no. Io sono stato tra i fondatori del Pd e credo che non prenderò più tessere politiche.
Neanche quella del Pd?
Dal Pd sono uscito e non rientrerò. A parte che poi, se cambia nome, chissà cosa diventa... Nel 2014 sono stato rieletto con il 77% dei voti, con una lista civica che si chiamava «Prima Castenaso».
Somiglia tanto allo slogan «prima gli italiani»...
Diciamo che me lo hanno copiato. Dopo di me sono arrivati i leghisti con «prima gli italiani» e Trump con «America first». Potrei chiedere i diritti...
Insomma, la linea di Renzi non le piace proprio. E dire che lei aveva in giunta la sorella, Benedetta Renzi, quindi lo conosce bene.
Sì. Ma, da quando ha fatto cadere il governo Letta per fare il salto, non sono più stato d'accordo con lui su nulla.
Quindi: meglio Salvini di Renzi.
Sì, se vuole metterlo così. Non faccio il salto della quaglia, non passo alla Lega, ma ritengo che, analizzando in modo corretto e oggettivo quello che accade, bisogna riconoscere anche quando gli altri fanno bene. E se li si critica quando sbagliano, bisognerebbe anche avere un'idea alternativa del sistema, che il Pd oggi non ha.
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