24 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Torino

Fabbrica Cristiano Ronaldo: il campione portoghese sta già trasformando Torino e la Fiat a sua immagine

Iniziano a manifestarsi le ricadute economiche del maxi investimento Fca. Gli scenari futuri del mondo economico targato Cristiano Ronaldo

TORINO - Può una città essere trasformata da un calciatore? E una fabbrica? Sicuramente no. Ma Cristiano Ronaldo non è un calciatore: è un'industria, un ramo d'azienda, un marchio globale che da solo genera impressionanti fatturati. Al momento l'impatto globale di un'operazione industriale molto impegnativa è sconcertante. L'investimento del gruppo Fca, probabilmente una delle ultime decisioni strategiche di Sergio Marchionne, supererà in quattro anni circa 240 miliardi di euro. Produrre un nuovo modello automobilistico, di fascia media, necessita di un investimento pari a due miliardi di euro nello stesso periodo. Cristiano Ronaldo vale quindi un decimo del budget necessario per passare dal foglio di carta alla linea di montaggio di un'automobile.

Ronaldo salva la Fiat?

Ma a cosa serve un investimento di queste dimensioni ad una multinazionale che vende automobili? Lo spiega il teorico della cyber cultura, fondatore di Wired e autore di diversi saggi inerenti il tema della nuove tecnologie Kevin Kelly: «Nei prossimi anni, ci sarà una tecnologia che consentirà di essere pagati per concedere la propria attenzione. Questo è un cambiamento che vedo possibile soprattutto nel settore pubblicitario». L’attenzione umana è straordinaria, spiega l’autore di The Inevitable, e tutti la desiderano. Quindi, perché concederla gratuitamente? Un produttore di auto, invece di pagare un’agenzia pubblicitaria che poi trovi per lui i clienti, potrebbe direttamente pagare qualcuno che ha una certa influenza. In passato era difficile capire chi ce l’avesse, ma adesso lo sappiamo attraverso i social media».

Cr7, il re Mida dei social

Ronaldo è il re mida dei social media e anticipa l'accelerazione che presto verrà impressa alla smaterializzazione economica. Fenomeno complesso e sfaccettato, non scevro di grossi rischi occupazionali, come appunto sostiene Kevin Kelly. Cristiano Ronaldo vende, a caro prezzo, l'attenzione globale su un prodotto che solo apparentemente può apparire obsoleto: l'automobile. Ma non più sul mezzo meccanico fatto di acciaio, bensì sull'esperienza che esso reca in sé. Lui, per molti versi, è l'inverarsi di quanto sosteneva Sergio Marchionne molti anni fa, tesi sostenuta anche da Kelly, il quale prevedeva la fine del mezzo di trasporto di proprietà, e la nascita di un nuovo mondo industriale dove logo, tecnica ed emotività si compenetrano nella proprietà diffusa.

I primi numeri di Ronaldo da quando è alla Juve

Ma questo è il futuro, sebbene non troppo remoto. Vediamo il presente. Alcuni dati sui primi due mesi di Cr7 come giocatore della Juventus. Al momento le magliette vendute in tutto il mondo sono pari a 80mila. Se la tendenza dovesse essere confermata, ma potrebbe sicuramente aumentare in virtù dei successi sportivi calcistici, non è irrealistico ipotizzare un milione di magliette della Juventus vendute nel mondo in un anno. Le magliette vendute fino ad ora hanno generato circa 7 milioni di fatturato, a metà la società calcistica di Torino «rischia» di incassare circa 70 milioni solo dalla vendita del vestiario. Ammortizzando di un quarto l'investimento totale. Ma quello che viene realmente venduto - le magliette sono solo un piccolo vettore - è il logo commerciale presente: Jeep. Ovvero uno dei marchi su cui il gruppo Fca punta maggiormente per sfondare nel mercato statunitense e asiatico. Jeep non è un marchio di «massa»: è un logo emotivo dall'alto plusvalore. Si crea così una sinergia tra industria, territorio, cultura, sport che genera ampi margini di profitto. In un solo colpo Ronaldo vende un'automobile, una città, una squadra di calcio, una nazione. Una prospettiva che necessita, ovviamente, che il giocatore portoghese faccia semplicemente il suo mestiere: mettere la palla in fondo alla rete. Al momento il gruppo Fca non sta ancora spingendo sull'acceleratore e le campagne pubblicitarie non sono ancora iniziate. Arriveranno.

Ronaldo vale più delle Olimpiadi?

Ma, la seconda realtà che potrebbe essere trasformata dal calciatore portoghese è la città che lo ospita. Da Madrid giungono notizie che confermano la potenza mediatica del calciatore. Lo stadio dei blancos ha dimezzato le presenze da quando il campione d'Europa in carica si è trasferito. A Torino è accaduto l'esatto contrario, ma l'aspetto interessante è che Ronaldo si sta ergendo come un'attrazione turistica in sé. Il museo dello Juventus Stadium ad agosto ha fatto registrare un aumento del 15% delle presenze, spingendo il settore turistico torinese al record di presenze. Tenuto conto che si trova in una zona periferica della città, molto problematica ma soggetta a una forte riqualificazione in virtù degli investimenti sul territorio della squadra di calcio che sta costruendo una vera cittadella dello sport laddove vi era degrado e violenza. E' evidente che i benefici economici escano dal piccolo quadrilatero torinese che vede concentrate le attività turistiche ed alberghiere. Il confine tra un nuovo modello economico e il mondo dell'industria pare superato. L'investimento economico su Cristiano Ronaldo ha la possibilità di far compenetrare due realtà poste spesso in antitesi.