Crollo di Genova, Lega e M5s d'accordo: «Autostrade deve pagare»
Salvini attacca la stampa: «Più uniti che mai, nessuna divisione». E il Mit si difende: «Controlli su opere in concessione non spettano a noi»

ROMA - Nel Governo sulla prospettiva di revocare la concessione a Autostrade per l'Italia dopo il crollo del ponte Morandi a Genova «non c'è nessuna divisione». Così Matteo Salvini, vicepremier, ministro dell'Interno e segretario della lega, intervistato a Dentro i fatti (Tgcom24), replica a chi vocifera di spaccature all'interno dell'esecutivo guidato da Giuseppe Conte. «Questo è il momento in cui ci stiamo occupando di continuare a scavare, mettere in sicurezza quel che è rimasto in piedi, dare assistenza ai feriti, alle famiglie, ai defunti, trovare una sistemazione il prima possibile ai 600 sfollati, cose importante in cui impegnati. Se uno guarda la stragrande maggioranza dei giornali e dei telegiornali c'è da vergognarsi, sono pieni di supposizione e sciaccallaggio: lo dico da giornalista, mi vergogno di alcuni colleghi».
Al centro le concessioni
«Se io firmo un contratto con te che sei in conduzione e tu a un certo punto impazzisci e cominci a insultare e a bestemmiare in diretta, quel contratto te lo rescindo anche se mi porti dall'avvocato e fai causa»: così Matteo Salvini, vicepremier, ministro dell'Interno e segretario della lega, si è rivolto al conduttore di Dentro i fatti (Tgcom24), che ricordava l'ipotesi di una penale di 20 miliardi di euro, per spiegare l'intenzione annunciata dal Governo di revocare la concessione ad Autostrade per l'Italia dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. «Qui» ha proseguito Salvini «c'è qualche ministro precedente che ha firmato una concessione assurda, con clausole assurde, dove i controllori erano controllati e si facevano tutto in casa e dove non solo paghi la penale ma anche soldi in più per mancati pedaggi. Mi domando se chi ha firmato questi atti, che sono evidentemente a vantaggio dei privati e a svantaggio degli italiani, lo abbia fatto per incapacità, distrazione o per altro». Perché un ministro ha firmato una smilie concessione? «Chiedetelo a lui, anzi» ha precisato Salvini «siccome ce ne sono più d'uno che hanno firmato a favore di privati, chiamate i ministri che hanno firmato questi contratti, per incapacità, distrazione o altro». Evidentemente «questo contratto non è un contratto obiettivo per gli interessi italiani, ed è secretato: non conosciamo le condizioni economiche di questi contratti, neanche stessimo parlando di missili nucleari».
Mit: «Controlli su opere in concessione non spettano a ministero»
Come Salvini, anche il ministero guidato da Danilo Toninelli ha smentito seccamente Infrastrutture e dei Trasporti sulle concessioni autostradali: «I controlli sulle opere in concessione non spettano al Ministero delle infrastrutture ma al concessionario». Partendo dal caso di Genova, il Mit precisa che in primo luogo «il controllo che deve svolgere questa Amministrazione afferisce un ambito dal quale risulta completamente esclusa qualsiasi verifica strutturale sulle opere in concessione, che è invece compito del concessionario. I controlli del concedente sono prioritariamente rivolti all'ottemperanza degli obblighi convenzionali». L'organizzazione, le risorse ed i mezzi della Direzione Generale per la Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali «sono rapportati alle specifiche competenze dell'Amministrazione che non includono e non si sovrappongono alle attività di verifica spettanti al concessionario».
Come funzionano le concessioni
Con l'istituto della concessione» prosegue il comunicato «lo Stato demanda ad un soggetto terzo, concessionario, le competenze legate alla gestione e manutenzione dell'infrastruttura che vengono esercitate sulla base di una specifica organizzazione e con disponibilità di uomini e mezzi. Tale schema operativo prevede il trasferimento al concessionario di ogni onere connesso alla verifica dello stato dell'infrastruttura, come peraltro acclarato dall'articolo 14 del Codice della Strada». Inoltre «non corrisponde inoltre al vero che non siano state sollevate contestazioni di inadempimento ad Autostrade per l'Italia S.p.A. In particolare, l'ultima contestazione risale al 28 giugno 2018. La società è stata destinataria, solo nel 2017, di 5 contestazioni di inadempimento. Avverso i provvedimenti assunti dalla Direzione Generale per la Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali sono attualmente pendenti 25 ricorsi attivati da Autostrade per l'Italia SpA».
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